“Pums” sembra una marca di gomme da masticare ma in realtà è il piano urbano della mobilità sostenibile con cui il Comune di Prato sta cercando di pianificare il futuro della mobilità cittadina. Un piano che ha progetti ambiziosi, come si legge sulla pagina di riferimento: ripensare la mobilità in base alle esigenze dei cittadini, garantire migliore accessibilità degli spazi urbani, migliorare la sicurezza in città, ridurre l’inquinamento e aumentare efficienza del trasporto.

Lunedì 22 febbraio, nell’auditorium della Camera di Commercio alle 17, comincerà il primo di una serie di incontri con cui il Comune vuole coinvolgere i cittadini alla stesura finale del piano. Questo il programma della giornata, in cui probabilmente si conosceranno alcuni dettagli in più su come si muoveranno in futuro i pratesi.

“Nella prima parte del pomeriggio il Comune illustrerà le strategie di azione che intende perseguire nel PUMS e i principali risultati del quadro conoscitivo del piano, evidenziando le criticità, i punti di forza e le opportunità dell’attuale sistema della mobilità cittadina”, si legge nella nota. “Nella seconda parte i partecipanti potranno confrontarsi con gli amministratori e i tecnici nei laboratori di co-progettazione, cioè tavoli di discussione, presidiati da facilitatori esperti, dove i partecipanti potranno esprimere opinioni, idee e progetti su come vorrebbero “muoversi” a Prato nei prossimi 10 anni”.

I temi centrali sui quali i cittadini saranno chiamati a discutere, che peraltro rappresentano due dei principali obiettivi strategici che l’Amministrazione intende raggiungere attraverso il piano, sono:

– Città accessibile a tutti come fattore-guida nella pianificazione-progettazione dello spazio pubblico e dell’accesso ai servizi di mobilità, con particolare riferimento ai percorsi pedonali-ciclabili.

– Città a rischio zero per gli utenti deboli della strada (pedoni, ciclisti, motociclisti).

 

Chi vuol partecipare deve compilare questo modulo.

Foto anteprima: un parcheggio per biciclette a Cambridge – Wikipedia