In un villaggio dell’Africa per una volta abbastanza lontana da guerre e miseria crescono due fratelli che poi partiranno alla volta dell’Italia sulle tracce di Miriam, una loro amica…

Se dovessi scrivere che “Il bambino magico” di Maria Paola Colombo è un grande libro, mentirei. A parte la copertina completamente fuori contesto (non c’entra veramente nulla), la terza e ultima parte poteva essere serenamente omessa, e anche la seconda ha qualche passaggio troppo gracile. Eppure, va letto.

E i motivi per leggerlo sono molteplici, alcuni oggettivi, come il punto di vista differente che regala, la bellezza del racconto raccolto nella prima parte interamente ambientata in Africa; o la delicatezza dello stile, che nei punti più alti diventa vera grazia e mai scade, al massimo si fa troppo veloce col fiato corto ma è un limite che si supera volentieri.

La voglia di stare accanto a Gora non vi lascerà mai, l’ammirazione per la saggezza limpida e lieve del loro popolo vi farà sbottonare almeno un po’ d’ipocrisia d’ordinanza e la loro storia comunque alla fine vi stupirà.

Io l’ho divorato.