Via le siepi che ne delimitavano il perimetro, via la passerella pedonale dell’ingresso originario e il Centro Pecci si apre alla città. Sono partiti stamani i lavori che dovranno completare il futuro assetto esterno del Centro per l’arte contemporanea di Prato (qui il dettaglio del progetto), la cui inaugurazione ufficiale è prevista per il prossimo 16 ottobre. Giorno di apertura confermato anche stamani dai tecnici e dall’assessore all’urbanistica Barberis, che prevedono la conclusione dei tre cantieri in essere (uno interno e due esterni) entro la metà di settembre per un’operazione di circa 4,3 milioni di euro (2 della Regione, il resto del Comune).

pecci-demolizione-passerella_1Intanto, però, la passerella pedonale che nei piani originari (1988) rappresentava l’ingresso principale al museo, è stata tirata giù, così come le siepi che delimitavano l’area del centro fino a qualche giorno fa. “Sappiamo tutti che la passerella pedonale che doveva rappresentare l’ingresso al museo in realtà non ha mai funzionato – ha esordito Valerio Barberis – demolendola, apriamo lo spazio antistante al museo al resto della città, con l’obiettivo di farne un giardino,  uno spazio vivo a disposizione del museo ma anche e soprattutto degli abitanti della zona”.

Entra più in dettaglio Stefano Pezzato, curatore e conservatore del Pecci. “Prima era uno spazio chiuso in cui le persone faticavano ad entrare girando spesso a vuoto intorno al museo – spiega – adesso invece cambia tutto e cambia riprendendo il concetto dei grandi spazi aperti disegnati da Nio. Quindi non c’è niente di tragico, buttiamo giù una boscaglia per aprire l’accesso ad una prateria. E l’obiettivo è quello di trasformare il giardino del centro, che in pochi hanno visito finora, in uno spazio che faccia parte del quartiere e della città, che attragga persone e che diventi un luogo sociale”.

Un progetto con un obiettivo ambizioso come  fu ambizioso quasi trent’anni fa tirare su un centro per l’arte contemporanea a Prato. “Quella della riapertura è una scommessa come fu quella dell’inaugurazione – dice Pezzato – ma occorre pensare e organizzare tutto in prospettiva e nei minimi dettagli, e il Centro Pecci una prospettiva precisa ce l’ha, almeno per quanto mi riguarda. Prendiamo a confronto Firenze per esempio: Firenze avrà sempre il Rinascimento, anche se tende a fagocitare tutto, ma l’arte del ‘900 ce l’abbiamo noi. Gli Uffizi del futuro è il Centro Pecci”.