Siamo al termine di questa stagione di aperitivi e noto con piacere che con questo ultimo racconto riesco a chiudere il cerchio. Ero partita dalla catena Carta Bianca e concludo con un’altro noto franchising chiamato Miraglia, così dal bianco torno al bianco, e chi ci è stato sa di cosa parlo. Non potevo esimermi dal parlare dell’esperienza in uno dei quattro bar presenti sul territorio, ben conosciuti dai pratesi, e così anche se non è la prima volta che mi capita un aperitivo da queste parti decido di tornare al Miraglia di viale Marconi per approfondire l’argomento con le vesti da guerriera Miss Ginger.

Ci sono due entrate, quella sul retro si affaccia su piazza Marconi dove c’è il parcheggio, e ci imbattiamo subito nei tavolini esterni del bar. Dentro l’ambiente è grande, luminoso e bianco. Molto bianco. All’interno la clientela è poca, del resto siamo in estate, un dj sta mettendo musica anni ’80 ma non faccio a tempo a distrarmi che un cameriere mi si para davanti, così ordino due aperitivi e ci accomodiamo anche noi fuori. C’è una formula un po’ particolare per l’apericena (non volevo scriverlo, giuro, ma si chiama così), ora prestate molta attenzione perché non è immediato: buffet senza servizio al tavolo 7 euro, ma se già in partenza sai che prenderai un secondo drink – però lo devi dichiarare! – paghi 10 euro per due bevute e buffet. Con servizio al tavolo e un tagliere di benvenuto compreso, si paga 10 euro. Anche qui se la prendi di grinta e vuoi 2 drink, paghi poco di più: 13 euro totali. Mi ci è voluto un po’ per capire che già stavamo favorendo del servizio al tavolo e avremmo avuto il tagliere, ma non ho preso due drink e quindi ho speso 10 euro.

miraglia

Arriviamo alle bevute. C’è una bella varietà nel menù ma vengo colpita, come mi capita una volta ogni 10 anni, dal Bloody Mary. Sarà per il nome, sarà perché c’è il sedano come guarnizione che si erge allegro dal bicchiere col suo fascino rustico, io non resisto e lo ordino. In tutte le mie esperienze con Mary la Sanguinaria non riesco mai a finire il contenuto del bicchiere, pomodoro con vodka e condimenti piccanti non va proprio giù come un bicchier d’acqua, e vi dico subito che andrà così anche questa volta. Tanto quando Mercurio sarà di nuovo in opposizione ripeterò l’esperienza, ma avendo più allenamento alle spalle forse finalmente riuscirò a dare alla Mary la fine che si merita. Nel frattempo arriva il tagliere di apertura e con sorpresa noto che contiene della frutta. L’ho aspettata e bramata in tutto questo tempo, mi era venuta voglia di frutta agli aperitivi che neanche le donne incinte in inverno desiderano fragole alla stessa maniera, e mi è sempre sembrata un’idea intelligente soprattutto con l’arrivo del caldo. Finalmente ci siamo, cocomero e ananas belli distesi a colorare il piatto, e accompagnati da… Crocchette di granchio e di patate. Ok forse non è il massimo come abbinamento, ma se il palato si confonde rimane il vecchio detto che nello stomaco c’è buio. Il buffet è ricco, ci sono tante ciotoline da finger food, insalata di farro, pasta, tartine, involtini, e anche qui ritrovo la frutta. E’ tutto buono e gustoso. Va a finire come spesso succede che diventa una cena, in questi mesi sono stata bravina a imparare tempi e modi dell’eventuale ricarico al buffet e quando qualcosa ne vale la pena – e soprattutto ho tempo – indugio volentieri su un piatto che mi ha colpito particolarmente ma al tempo stesso tengo bene a mente che l’importante è partire con assaggi.

Concludo questa esperienza con un degno caffè, così metto il punto simbolicamente anche alla prima stagione di God Save Finger Food. In lista ci sono altri posti da provare e naturalmente aspetto i vostri suggerimenti. Nel frattempo mi trovate in giro, magari con le mani impegnate in uno Spritz, o più probabilmente in una birra ghiacciata.

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