Foto Mirko Lisella per Pratosfera

La riapertura e l’ampliamento del Centro Pecci è sicuramente un appuntamento per fare il punto su quali siano gli spazi e le realtà pubbliche e private che raccontano oggi il “contemporaneo” a Prato. Ed è forse il momento propizio per creare un network di spazi per favorire la valorizzazione del patrimonio culturale indipendente in città: negli anni ci aveva già provato un’altra iniziativa come Distretto Parallelo, ma forse i tempi non erano ancora maturi.

Ai tasselli incasellati nella posizione giusta, oggi invece, si aggiunge la benedizione (e il sostegno economico) dell’amministrazione comunale nella figura dell’assessore alla cultura: nasce oggi, allora, .con – contemporaneo condiviso -, un progetto elaborato tra 10 soggetti operanti professionalmente nel contemporaneo, 11 spazi (pubblici e privati) che hanno in ponte – a partire dal prossimo 30 settembre – una miriade di eventi di arte, fotografia, musica e performance, che scandiranno l’autunno pratese fino ai primi di dicembre.

Gli spazi e i soggetti coinvolti a oggi sono: Artforms, [chi-na], C.U.T. Circuito Urbano Temporaneo, Dryphoto Arte Contemporanea, Lato – MOO, Lottozero, Sedici, Studio MDT, Studio Corte 17, Kinkaleri_spazioK.

[chi-na]

Spazi e realtà di cui conosciamo già i lavori che negli anni hanno realizzato in città, portandone un valore aggiunto come luogo della contemporaneità con l’ospitalità di artisti nazionali e internazionali chiamati ad interagire con il territorio. Molto spesso stiamo parlando di ex opifici o capannoni “rigenerati” in spazi culturali.

puntocon

Per ottimizzare al massimo le risorse il progetto .con si prefigge l’obiettivo di favorire nuovi processi di confronto aperti e inclusivi tra i soggetti e con le istituzioni, avviando politiche culturali integrate capaci di fare spazio all’innovazione e praticare nuove forme di rinnovamento culturale, sociale, storico, urbanistico. Il progetto, inoltre, tende a valorizzare i “luoghi sensibili” del tessuto urbano: dal centro alla periferia prende avvio il racconto di una città, dei suoi abitanti e delle trasformazioni in atto, in cui i tradizionali ambienti di lavoro diventano luoghi di produzione culturale. In bocca al lupo, .con.

Piazza dell'Immaginario 2-2