Uno spaccato dell’Italia di oggi vista attraverso la metafora del calcio. Questa è “L’importanza di non essere juventini”, la commedia in prima toscana che sabato 18 febbraio alle 21.00 vedrà il duo comico composto da Fulvio Maura e Angelo Sateriale in azione sul palco del Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (piazza Dante 23).

Lo spettacolo, scritto dai due attori in collaborazione con esperti della risata come Alfonso Biondi del portale satirico Lercio.it e Valerio Vestoso del collettivo di video maker The Jackal, inaugurerà la terza edizione di “Campi da Gioco”, rassegna in tre appuntamenti che unisce la passione per il teatro a quella per lo sport (ingresso 15/12€).

Il calcio è esaltazione collettiva, è l’orgoglio di identificarsi in una maglia, in una città, ma anche dolore, sofferenza, ingiustizia, sopruso, raggiro, malafede. Altre volte è rivincita, riscatto, raggiungere un traguardo insperato, è la magia di rinascere dalle proprie ceneri. In definitiva il calcio è lo specchio della vita e della società.

“Lo spettacolo è una sorta di lavoro antropologico – racconta Angelo Sateriale – nel senso che “lo juventino” del titolo non è semplicemente il tifoso di una squadra di Torino, ma una vera e propria tipologia umana, il rappresentante di un modo di essere anche fuori dal contesto calcistico”. E continua: “Io sono tifoso del Napoli e Maura della Roma, nemici giurati degli juventini per eccellenza insieme ai fiorentini. Per noi gli juventini sono quelle persone che riconosci dal disfattismo nei confronti del proprio territorio, quelli che non vedono l’ora di scappare e una volta andati non mantengono nessun legame affettivo con quella che una volta chiamavano “casa”. Juventino è chi vuole vincere a tutti costi, e per farlo è disposto a passare sotto qualsiasi bandiera”.

Una commedia fatta di quattro sketch con scenografie scarne ed essenziali, per lasciare spazio ai dialoghi. “L’idea è quella di inserire in vari contesti uno juventino e un non juventino, in modo da osservarne il comportamento come veri scienziati; proprio per favorire questo tipo di punto di vista, le varie scene saranno intervallate da letture esplicative in stile documentaristico. Ci saranno due bambini, quello ricco che vuole vincere sempre e quello povero e bistrattato; due vecchietti sulla panchina con quello che non fa altro che lamentarsi; due impiegati nella stessa posizione, ma uno onesto e rivoluzionario e l’altro che fa il tirapiedi del capo; e infine il politico che, durante una trasmissione televisiva, cerca in tutti i modi di mascherare le proprie magagne. Il calcio in questo spettacolo è il pretesto per parlare delle brutture della nostra cultura, dei vizi della nostra nazione, perché il calcio in Italia parla dell’Italia, è la nostra metafora, è la nostra rappresentazione, dove si scorgono distillati tutti i nostri pregi ed i nostri difetti”.

“Campi da Gioco” continuerà il 2 marzo con il ciclismo e il doping raccontati in “Bestie da vittoria”, una lettura del romanzo del ciclista Danilo Di Luca, l’ex campione azzurro radiato a vita per aver assunto farmaci atti a migliorare le sue prestazioni, e si concluderà il 5 aprile con il reading dell’ex calciatore Alberto Di Chiara in “Quella sporca finale”, dedicata a una delle pagine più controverse della storia della Fiorentina, che perse la coppa Uefa del 1990 in finale contro la Juventus.