Jérôme Bel, Gala, Photographer Josefina Tommasi, Museo de Arte Moderno de Buenos Aires (Argentina, August 2015)

Il coreografo francese Jérôme Bel (1964) approda al Centro Pecci con “76’38’’ + ∞”, la sua prima mostra personale in un museo.

La mostra (29 aprile – 25 giugno 2017 – inaugurazione 28 aprile alle 18) si confronta su temi che rispondono ad alcune precise domande legate alla ricerca artistica di Bel, così sintetizzate nella presentazione dalla curatrice Antonia Alampi.

“Si può “fare danza” in un contesto museale? Come si fa a lasciarsi coinvolgere dalla potenza di questa disciplina in un luogo per definizione dedicato alle arti visive? E come si può mantenerne l’intensità per un periodo di tempo esteso quanto gli orari di apertura dell’istituzione? E come la danza interagisce con i rumori di fondo del museo, con la mobilità continua dei suoi visitatori, con la rigidità delle sue architetture? La domanda finale potrebbe essere: cosa “produce” il museo sulla danza? E, specularmente, la danza sul museo?”

“76’38’’ + ∞”

Il titolo della mostra “si riferisce alla durata complessiva “ideale” della mostra – scrive Alampi nella presentazione – Un incoraggiamento a osservare i lavori dall’inizio alla fine, norma
classica all’interno del teatro, comportamento inconsueto nel museo. L’infinito è invece un riferimento alla possibilità di una “nuova danza”, un loop creato solo per il museo e per le sue
necessità: un’opera senza fine realizzata per essere esperita dai pochi secondi all’eternità”.

Jérôme Bel, Gala, Photographer Josefina Tommasi, Museo de Arte Moderno de Buenos Aires (Argentina, August 2015)

Le opere in mostra
“La mostra si presenta come quella che Jérôme Bel stesso definisce una “drammaturgia della dis-alienazione”, articolandosi intorno a cinque opere chiave realizzate negli ultimi venti anni”, si legge nella presentazione.

Diaporama (1994-2017) è uno slide-show che presenta l’archivio in fieri di Bel, una collezione di immagini di strutture teatrali dei generi più vari e che illustra lo sviluppo, la metamorfosi e le molteplici forme assunte dallo spazio teatrale nel mondo.

Shirtology (1997/2015) affronta “il rapporto tra la cultura capitalistica e l’individuo, una riflessione sul ruolo del segno (il brand) e della sua influenza determinante sulle nostre azioni quotidiane”.

Vèronique Doisneau (2004) attraverso la storia di una ballerina dell’Opera di Parigi racconta “l’alienazione causata dalla gerarchia e dalle condizioni di lavoro imposte nel contesto della danza classica”.

“Compagnia Compagnia” (2015) racconta “un corpo di ballo emancipato, composto da non professionisti di ogni età provenienti dal tessuto sociale di Prato e della provincia di Firenze, che demolisce gerarchie e convenzioni teatrali”.

Danzare come se nessuno stesse guardando (2017) è un’opera concepita per la mostra al Centro Pecci: “un ballo continuo per un/a solo/a ballerino/a alla ricerca di un concetto di danza privato di gravità, desiderio, cultura e aspettative – si legge nella presentazione – una danza che inghiotte i suoi spettatori, ma che esiste anche senza di loro, una danza, più che ispirata, alimentata direttamente dal museo, dalla sua infrastruttura, dai suoi protocolli”.

Eventi collaterali

Giovedì 27 aprile ore 19 presso Spazio K, Prato
Conversazione tra Jérôme Bel e Kinkaleri, moderata da Antonia Alampi

10 e 11 maggio ore 21 – Fabbrica Europa, Stazione Leopolda, Firenze
Prima nazionale – Jérôme Bel, Gala

La performance “Compagnia Compagnia”, in collaborazione con la Fondazione Teatro Metastasio di Prato, sarà ripetuta ogni domenica alle 17 e alle 21 presso il Centro Pecci

Orari mostra: martedì e mercoledì 12 – 20 – da giovedì a domenica 12 – 24.