Come tutte le cose belle, anche questa ha una fine: l’Urban Blackout Contest decreterà il vincitore sabato 29 aprile al Capanno Blackout, dalle 22:30 in poi. Siate puntuali, che sennò iniziano senza di voi.

Le band che si sono aggiudicate un posto in finale sono ben quattro, mentre i premi sono tre. Sono tutte e quattro validissime, quindi decidere chi lasciare fuori sarà un compito che nessuno invidia alla giuria.

Giuria che, come tutti i gran finali che si rispettino, è composta da fior fiore di musicisti: Divi dei Ministri, Giorgie D’Eraclea altrimenti detta Giorgieness, Luca Guercio e Davide Di Muzio  dei Meganoidi saranno affiancati dai ragazzi del contest e quelli del Capanno nell’ardua decisione: il primo posto si aggiudicherà un mini tour fra i festival più importanti della Toscana, Prato settembre è spettacolo compreso; al secondo classificato andrà la possibilità di girare un videoclip con i neonati Urban Blackout Studios e al terzo una sessione di registrazione al 121 Decibel. Non è che siano premi che non fanno gola. Anzi.

Prima dei finalisti, fra l’altro, si esibiranno i ragazzi della scuola rock del Kolam Theatre, realtà meravigliosa che ha avviato circa tredici piccoli rockers a diventare vere e proprie rock star. Noi ci crediamo, loro ci credono e secondo me quando li vedrete suonare ci crederete pure voi. Altra cosa da dire, dopo i concerti avrete per le mani un djset curato da Divi+Lobo&D’Artagnan, i cui capelli sono sempre più belli, biondi e fluenti.

Eccoci quindi a parlare delle quattro band in gara: gli Stereomood, per esempio, fanno funky e rock n’roll, erano stati estromessi dalla gara ma riportati in gioco dal voto del pubblico e poi, come nelle migliori favole, sono arrivati addirittura in finale.

Veniamo ora alla dark wave dei Neuromant, al momento in testa alla classifica: questi ragazzi non hanno solo una gran presenza scenica, ma anche talento a secchiellate e fanno un genere che ultimamente non si vede troppo in giro. Gliene sono grata. Tipo, parecchio.

https://www.youtube.com/watch?v=0GGgQOqjoyk

Ed eccoci ai Senura, la band che vi farà fare un salto sulla sedia appena premerete play qui sotto. Sono di una cattiveria meravigliosa, affilati come rasoi, e hanno dei testi incredibili. Siete avvertiti.

Last but not the least, ecco a voi gli Zeronauta: fanno parte del collettivo Fiore sul vulcano, cantano in italiano, fanno un gran rumore, sono bravi per davvero.

E voi, non avete voglia di andarveli a vedere tutti e quattro? No? Vergogna.

Ingresso libero, necessari tessera ACSI e documento.

Immagine tratta da Facebook.