Nuovo appuntamento con la musica all’interno della casa circondariale di Prato “La Dogaia”. Dopo Benvegnù, Rondelli, Mannarino, Gatti Mézzi e tanti altri, questa è la volta di un particolare incontro musicale: si tratta del celebre cantante Shel Shapiro e l’orchestra multietnica di Arezzo.

L’appuntamento è per martedì 13 giugno alle or 20,30 ed è organizzato da Teatro Metropopolare assieme all’assessorato alla Cultura all’interno della Prato Estate 2017. Per partecipare è necessario prenotare entro le ore 12 del 20 maggio 2017, inviando una mail a [email protected], indicando nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza, contatto telefonico, e allegando copia di un documento di identità in corso di validità.

L’Orchestra Multietnica di Arezzo (OMA), nasce nel 2007 da un percorso formativo, aperto alla partecipazione di musicisti italiani e stranieri e finalizzato alla conoscenza e all’approfondimento delle strutture di base delle musiche tradizionali delle aree del mediterraneo. L’attività dell’OMA si è ad oggi sviluppata dando vita ad un progetto produttivo di tipo professionale, pur mantenuto la caratteristica del laboratorio permanente, tuttora aperto a nuovi inserimenti.

Nuova preziosa collaborazione è quella dell’estate 2014 con Shel Shapiro, voce protagonista di un decennio di musica italiana (The Rokes) ed ora versatile artista e produttore. Il nucleo storico dell’OMA propone un repertorio che spazia dalla tradizione araba a quella ebraica, dal Mediterraneo all’est Europa al Bangladesh, alla taranta pugliese, offrendo al pubblico una vera e propria festa di suoni e colori coordinata magistralmente da Enrico Fink, grande esperto di musica tradizionale ebraica e di word music in generale. L’attuale formazione dell’OMA è costituita da circa 35 musicisti provenienti da tutto il mondo.

Il concerto del 13 giugno, prosegue l’ideale percorso che la compagnia sta portando avanti da anni nel carcere pratese, ed è l’ultimo di una lunga serie di eventi che ha visto l’incontro tra importanti artisti e i detenuti della Dogaia.

“La formula – si legge nella presentazione – è sempre la stessa: la realizzazione di concerti per il pubblico esterno e per la popolazione detenuta. L’obbiettivo: contribuire alla costruzione di un cantiere culturale dentro La Dogaia, un lavoro che Teatro Metropopolare sta tenacemente portando avanti in questi ultimi anni grazie alla direzione, degli educatori e degli agenti della Casa Circondariale La Dogaia e con il sostegno dell’amministrazione comunale, e che prevede produzioni teatrali, laboratori, incontri, dentro e fuori le mura del carcere”.