Dal 13 luglio al 4 agosto (e poi dal 28 agosto al 15 settembre), i disegni e i dipinti di Francesco Nuti saranno in mostra negli spazi di Lato in piazza San Marco 13.

“Lo spazio Lato – spiega la nota – espone una piccola parte della produzione di Francesco Nuti quasi sconosciuta, di proprietà della famiglia d’origine, che rivela i momenti salienti del suo percorso artistico, da uno dei primissimi acquerelli, ai dipinti materici, fino ad arrivare agli ultimi crudi e scarni disegni su carta”.

In mostra anche, Pinocchia Rosa, primo dipinto di cui Nuti fu veramente soddisfatto, che testimonia la sua forte relazione tra pittura e sceneggiatura, e che lo stesso autore descrive così in “Sono un bravo ragazzo”, il libro a cura di Giovanni Nuti edito da  Rizzoli nel 2011.

“È un dipinto terribile. Bello e terribile. Segnato dal colore, rosa saturo, steso con pennello largo, carico, nervoso. Un corpo massiccio, dalle spalle larghe, braccia tozze e corte, il petto maschile se non fosse per i capezzoli prominenti, l’addome e le gambe più chiare, quasi bianche, con al centro un sesso di donna enorme, prepotente, impenetrabile. Su questo corpo, da ciclope sgraziato, emerge una testa blu, vuota, senza espressione, da cui spunta di lato, un lungo naso rosa. Era il dicembre del Novanta. Se penso che OcchioPinocchio è uscito nel Novantaquattto, si può dire che ho iniziato la sceneggiatura del film con la pittura.”

Ma a rendere ancora più segreta la collezione, troviamo in mostra ritratti dedicati ai familiari e se stesso: una lastra di metallo specchiata, con un orologio che segna le dodici, l’ora di nascita, l’ora in cui tutto è iniziato.

Francesco Nuti e la pittura

Il rapporto tra Nuti e la pittura viene da lontano. “È il 1990 quando Francesco Nuti si avvicina alla pittura – si legge infatti nella nota stampa – Siamo a Ostenda, in Belgio, Isabella Ferrari gli fa dono di una scatola di acquerelli. Così, un po’ per noia, senza alcun disegno preparatorio, comincia a tracciare forme astratte su pezzi di carta. Nello stesso anno Nuti scopre la tempera acrilica e con questa materia inizia una lotta con la superficie della tela. La sua pittura si fa sempre più corposa e impulsiva, più si sente inquieto e più dipinge, incolla, strappa”.

“Il soggetto dei suoi dipinti negli anni diventa ossessivo, quasi tutte figure umane caratterizzate da un lungo naso da Pinocchio. La pittura diventa il suo segreto, un rifugio nei momenti di tensione, come ci testimonia l’amico regista Giovanni Veronesi: “Ecco a guardare quei dipinti, diretti ad un solo soggetto, monotematici a tal punto da  far  pensare  ad  un’ossessione,  si  può  capire  quanto  Francesco  sia  stato,  in  un  periodo  della  sua  vita, concentrato su se stesso. Quei pinocchi sono lui. Sono tutti Francesco Nuti!”.

Nuti  dipinge  per  sé,  senza  esporre  fino  al  2006.  Nel  2011  a  Prato,  presso  Opificio  JM  di  Malkovich,  viene realizzata la sua prima mostra personale Francesco Nuti, Dipinti e Disegni. 1990-2011.

Inaugurazione 13 luglio alle 19.