forum del riciclo prato_24novembre

Venerdì 24 novembre il Centro Pecci di Prato farà da scenario al Forum del Riciclo, conferenza sulla gestione sostenibile dei flussi di materia e sul riciclo in cui saranno raccontate alcune delle più interessanti idee imprenditoriali green della toscana.

Al Forum anche la mostra “Eterno ritorno”, a cura di Giacimenti Urbani e sponsorizzata da Novamont e da Chimica Verde BioNet. La mostra presenta una selezione di prodotti già disponibili sul mercato di alcune aziende tra le più rappresentative del panorama nazionale.

1) Chimica Verde – Coordinamento aziende della green economy

Chimica Verde Bionet (CVB) è unʼassociazione no-profit di Arezzo istituita nel 2006 da un gruppo di esperti del mondo della Ricerca e dellʼUniversità italiana e dalla associazione ambientalista Legambiente. Arricchita negli anni dall’ingresso di aziende, Associazioni di categoria, professionisti e Consorzi di Ricerca, è oggi presente su tutti i tavoli strategici governativi.

Chimica Verde promuove e favorisce il dialogo tra aziende ed enti, operanti nelle diverse fasi del ciclo di vita del prodotto, allo scopo di definire criteri omogenei di intervento, seguendo la vita del prodotto e promuovendo lʼuso di materie prime e filiere industriali rispettose dei criteri di tutela della biodiversità e del paesaggio nonché del benessere delle singole persone e delle comunità.

Frutto di questo lavoro di coordinamento fra aziende sono, per esempio, il Cuscino Termico Naturale per la terapia del caldo e del freddo, in feltro di lana contenente il “MixPoM” (mela essiccata, pula di farro, semi di lino e cirmolo), così come una struttura isotermica multistrato per la bioedilizia, prodotta da elementi di origine naturale.

2) Duedilatte – Tessuti dagli scarti del latte

DueDiLatte è unʼazienda italiana, della provincia di Pisa, specializzata nella produzione di tessuti e abbigliamento in fibra di latte. La trasformazione da latte a fibra utilizza un processo innovativo, messo a punto grazie a nuove tecniche di bio ingegneria, utilizzando le eccedenze e gli scarti derivati dallʼindustria alimentare e cosmetica per ottenere un tessuto naturale ed ecologico, anallergico, antibatterico e traspirante. Tutto questo grazie alla presenza di caseina, la principale proteina del latte, che resta attiva nella fibra idratando la pelle e trasmettendo una sensazione di benessere.

I vantaggi dell’utilizzo della fibra di latte sono molteplici: da un lato si impiegano eccedenze e scarti altrimenti destinati allo smaltimento, limitando il loro impatto ambientale, dallʼaltro si possono diminuire le coltivazioni (ad esempio di cotone), gli allevamenti (per ottenere lane), la produzione di fibre sintetiche. In larga scala si potrebbe determinare una diminuzione dellʼimpatto del settore tessile, che ad oggi rappresenta la seconda industria più inquinante dopo quella degli idrocarburi (fonte Altroconsumo).

3) Edizero – Materiali per l’architettura, l’ingegneria ambientale e l’agricoltura

Primo a livello nazionale ed europeo, Edizero è il polo di riferimento italiano (a Guspini, Sardegna) per la bioedilizia e uno dei maggiori al mondo con oltre 80 biomateriali e 32 prodotti che hanno ottenuto le massime certificazioni ambientali. Le filiere produttive Edizero Architecture of Peace nascono grazie a Edilana e sono apripista a livello mondiale nel convertire la ricchezza del surplus della natura in biomateriali unici al mondo, realizzando prodotti di ingegneria tecnologicamente allʼavanguardia, certificati, tracciabili, zero inquinanti, zero petrolio, ad alta prestazione tecnica, pluripremiati per lʼeccellenza in bioedilizia, design, efficienza energetica e acustica, edilizia e aeronautica, geotecnica, ingegneria ambientale, verde e agrotecnica.

4) Geolana Geowool Salvamare

Mangiapetrolio Seacleanup assorbe e biodegrada inquinanti e idrocarburi in modo naturale, senza additivi di sintesi. Adatto all’uso in mare, laghi, fiumi, negli sversamenti dovuti alle consuete attività marittime e in quelli dovuti ad eventi accidentali, si compone al 100% di Pura lana vergine di pecora sarda e Sugherone da risorse rinnovabili.

Le caratteristiche sono: alta capacità e velocità di assorbimento degli inquinanti petroliferi, elevatissima assorbenza-resilienza che consente di effettuare la spremitura-pressatura, permettendo il recupero degli idrocarburi petroliferi nei luoghi dotati di pressa e di sistema di raccolta di oli usati.

5) Favini – Specialità grafiche innovative da scarti di materiali organici

Favini è una società multinazionale, tra le aziende di riferimento a livello mondiale nella produzione di carte innovative a base di materie prime principalmente naturali (cellulosa, alghe, frutta, noci, cuoio ecc.) per il packaging del settore luxury e fashion. Opera anche nel segmento cartotecnica, con la creazione e la produzione di articoli di cartoleria per la scuola, il tempo libero e lʼufficio.

Il processo di produzione della carta impatta fortemente sull’ambiente e sul clima per il pesante impiego di energia, per l’utilizzo dell’acqua come materia prima, per la quantità di emissioni climalteranti. Per questo motivo Favini interviene costantemente con buone pratiche di monitoraggio e di riduzione degli sprechi, puntando su efficienza, recupero e riutilizzo. Negli ultimi anni Favini ha ridotto del 75% il consumo di acqua per la produzione e sta studiando nuovi metodi per arrivare a un’ulteriore riduzione.

6) GreenEvolution – Scouting e Networking

GreenEvolution è una società di consulenza dedicata alle imprese che perseguono l’obiettivo della sostenibilità. È costituita da un team di professionisti internazionali, pionieri della Green-Economy, con sede in Italia, a Prato, e partnership in Taiwan, Francia e Svezia. Si fonda su comprovate esperienze pluriennali nei diversi campi: ricerca applicata in particolare dei nuovi materiali eco-compatibili, design industriale, product engineering, pianificazione commerciale e promozione di prodotti a basso impatto ambientale. Per creare prodotti integrati in una vera economia circolare, GreenEvolution parte dalle risorse sostenibili del Pianeta per restituirle al termine del loro utilizzo alla natura e consentire di riavviare il circolo della Vita.

Il risultato, per esempio, sono una serie di prodotti in bioplastica, l’alternativa biodegradabile alla plastica.

7) Lessmore – Mobili in cartone riciclabile

Il brand italiano Lessmore nasce dallo studio di una linea di prodotti dʼarredo concepiti secondo i criteri del design sostenibile. Prodotto con carta delle cartiere Favini, Moretto è un sistema modulare di elementi contenitori in cartone, perfetto come comodo punto d’appoggio o libreria-porta oggetti. Si inserisce in qualsiasi stile di arredamento, da solo o in combinazione con altri elementi della stessa linea.

8) Lo fo io – Accessori per l’abbigliamento con filati di lana rigenerata

“Lo fo io” è un piccolo maglificio di Prato, a conduzione familiare, che da quarantʼanni porta avanti con passione lʼattività emblema della città. Il Progetto Rilana è una idea diventata realtà con una linea di accessori invernali in lane rigenerate, che comprende cappelli, guanti, sciarpe e scaldacollo. La collezione costituisce il primo passo di un progetto più ampio, mirato a diffondere un nuovo modo di vestire, abbinando sostenibilità ambientale, qualità e tradizione, recuperando i processi di rigenerazione delle materie prime che in passato hanno fatto la fortuna del distretto tessile pratese. LʼEconomia circolare, prima di essere una teoria economica e filosofica, è stata per la città una esperienza di vita vissuta grazie all’attività di riciclo dei “cenci”, pratica spesso vissuta come un disvalore. Lʼidea di Rilana capovolge questa prospettiva e le lane migliori, compreso il prezioso cachemere, rigenerate tornano ad avere il valore che meritano, supportate dallo slogan “la verginità non è più una virtù”.

9) Museo della Merda – Prodotti d’argilla con componenti di letame

Lʼazienda agricola è il centro di un gruppo dedicato alla produzione di latte per il Grana Padano, che in tutto ospita 3.500 bovini di razza selezionata, i quali producono quotidianamente circa 500 quintali di latte e 1.500 di sterco. Una quantità ingombrante che viene trasformata in un progetto ecologico e industriale avveniristico, creando un circolo virtuoso che porta alla riduzione dellʼinquinamento atmosferico e alla distribuzione di nitrati nel terreno.

Oltre al biometano, con la relativa produzione di energia, dallo sterco si ricava un prodotto che viene opportunamente lavorato e separato sfruttando lʼenergia termica del biogas. Una ulteriore lavorazione consente di ottenere materia grezza per intonaco e “Merdacotta”, costituita principalmente da sterco secco mescolato ad argilla toscana di elevatissima qualità. La Merdacotta è la materia prima per la realizzazione di oggetti destinati al vivere contemporaneo: i prodotti del “Museo della Merda”, complementi d’arredo dalle forme semplici, pulite, rurali. Pezzi unici realizzati con stampi a perdere, che dopo un certo numero di produzioni vengono sostituiti.

Il prodotto più disprezzato della filiera agroalimentare diventa così una risorsa, nel rispetto della tradizione e dell’ambiente, per un migliore rapporto tra uomo e natura.

10) Nappynat – Pannolini ecologici e naturali

Nappynat, azienda pratese, ha studiato ed elaborato una formula certificata, priva di parabeni, formaldeide, peg e petrolati per ovviare ai problemi che possono essere generati dai normali pannolini per neonati e per bambini, causati dai materiali e dalle componenti chimiche che solitamente generano patologie, allergie o arrossamenti. L’interno del pannolino è in cotone organico, mentre l’esterno in è in bioplastica materbi, lo stesso materiale usato per le shopper compostabili del supermercato, che è un materiale naturale e biodegradabile per eccellenza.

I pannolini Nappynat sono realizzati con materie prime di origine vegetale, i bio-tessuti a contatto con la pelle sono naturali, traspiranti e non contengono creme aggiunte, paraffine o additivi chimici.

11) Poseidon – Pelle dagli scarti del pesce

Il Progetto Skin Fish viene portato avanti da Blue Marine Service di San Benedetto del Tronto ed è stato finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Obiettivo del progetto è stato quello di sperimentare e valutare l’utilizzo dello scarto di molte produzioni ittiche: la pelle del pesce. Per il settore ittico i risultati del progetto definiscono una nuova opportunità di diversificazione che può generare nuove entrate, impiegando quello che è attualmente un sottoprodotto di scarto inutilizzato e trasformandolo in una materia prima dalle caratteristiche uniche.

La concia delle pelli di pesce crea infatti un materiale naturale pregiato, che si è dimostrato adatto all’utilizzo nel settore calzaturiero, nella pelletteria, come componente in oreficeria, o ancora nel design e nell’artigianato in genere, come ad esempio nei braccialetti in pelle di pesce.

Ecco il programma completo del forum:

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