Memorie dal Reparto n.6 farà tappa a Prato durante il suo tour internazionale, sabato 24 e domenica 25 alle 21,15 a Le Palace, a cura di Quilombo. Tratto da un racconto di Anton Checov, Memorie dal Reparto n.6 è lo spettacolo teatrale di Cora Herrendorf che va in scena per difendere il teatro e l’arte nel sostegno alle malattie mentali. 

Il modo che abbiamo adesso di intendere e affrontare la malattia mentale c’è davvero da poco tempo, e la legge Basaglia, che contribuì alla chiusura dei manicomi, non è da dare per scontata: a quarant’anni dalla nascita è sottoposta adesso a proposte di revisione che potrebbero cancellare l’utilizzo del teatro e dell’arte come strumento nel trattamento delle malattie mentali. E’ su questo che punta Memorie dal Reparto n.6 di Cora Hennerndorf, fondatrice di Teatro Nucleo, compagnia che pratica la ricerca artistica in ambito psichiatrico da più di quarant’anni, in stretto contatto con medici e psichiatri dell’entourage di Basaglia: una conquista che rischiamo di perdere secondo la regista, che dal 1974 si occupa di tecniche di ricerca teatrale applicate alle terapie di recupero dei disabili psicofisici in istituzioni psichiatriche in Argentina, Germania, Norvegia, Svezia e Italia. Una conquista che è doveroso mantenere, ricordandoci che solo pochi decenni fa nella vicina Firenze il manicomio di San Salvi teneva nelle stesse stanze bambini e adulti con conseguenze che possiamo immaginare, permettendo inoltre alle famiglie più abbienti di far ricoverare fra le mura del manicomio persone perfettamente sane, che però non rispondevano agli standard di adeguamento a una società che andava stretta, che non rispondevano alle aspettative della famiglia o che “le recavano disonore”. In altissima percentuale erano donne o figli illegittimi ritenuti scomodi

Lo spettacolo, con l’attore e regista pratese Daniele Giuliani nel ruolo del protagonista,  si ispira al racconto di Cechov che descrive l’incontro, nel reparto psichiatrico di una provincia russa, fra il medico intelligente e appassionato ma incapace di reagire alle brutalità che vede Andrèj Efimjc, e Ivan Dmitric Gromov, giovane internato con manie di persecuzione. Tramite il dialogo fra loro, Cechov descrive la disumanità del trattamento manicomiale e parla del pregiudizio sociale verso chi soffre di questo tipo di patologia.

“Interpreto tutti e due i personaggi e, in effetti, anche altri: alcuni sono accennati e altri ricorrenti – spiega Daniele Giuliani – il medico del racconto di Checov fa amicizia e si identifica col paziente: non si vuole arrendere alla vita e alle sue ingiustizie, ma la vita finisce per sopraffarlo comunque. E’ un uomo intelligente, alla ricerca di qualcuno con cui avere conversazioni interessanti, e lo trova proprio nel reparto numero 6, quello dei cosiddetti matti: i colleghi inzieranno a guardarlo storto, finchè non finirà internato pure lui”. 

Lo spettacolo non è fine a se stesso: “Il teatro ha lavorato come strumento di destabilizzazione durante il processo di superamento dei manicomi – continua Giuliani – questo spettacolo continua quel percorso e anche il viaggio personale di Cora, la regista e anche il mio perchè lavoriamo entrambi col teatro applicato al sociale. Non ci siamo improvvisati, e queste cose servono perchè quando la società si occupa degli ultimi si migliora.”

La possibilità che queste esperienze spariscano preoccupa seriamente attore e regista di Memorie dal Reparto n.6: “Il rischio è dato da un impoverimento della società civile: il fatto che ci siano laboratori di teatro in psichiatria riguarda tutti, non solo pazienti e psichiatri, perchè da la possibilità di esprimersi a chi solitamente non ha questa opportunità. Salvini ha detto che è una legge da rivedere, che ci sono state più aggressioni da parte di pazienti psichiatrici, ed è stato fortunatamente smentito subito dall’ordine degli psichiatri visto che l’unica cosa in aumento in Italia sono le aggressioni fasciste”

Memorie dal Reparto n.6 ha debuttato nell’ex manicomio di Ferrara, adesso convertito a facoltà di architettura, e le persone che vi hanno assistito hanno reagito con la commozione di chi ha vissuto certe cose, o le ha sentite raccontare: “Checov è straordinario – spiega Giuliani – questo racconto è stato scritto più di 100 anni fa e continua ad essere attuale: coglie perfettamente le dinamiche di esclusione, quelle che portano al manicomio,  e le responsabilità di chi vi lavorava dentro, come guardano e caposala che rubavano a danni dei pazienti. E’ una cosa che succede anche adesso”

Memorie dal Reparto n.6 si imbarca in un’impresa degna di Don Chisciotte: “Il manicomio da abbattere è quello della mente umana – conclude Giuliani – quello dello stigma verso chi ancora da problemi psichiatrici e non ne può parlare per paura di venir additato o escluso. Si, è una cosa da Don Chisciotte, ma è inevitabile”.

Sabato 24 novembre, al termine dello spettacolo, il critico teatrale Simona Frigerio dialogherà con Daniele Giuliani, protagonista di Memorie dal Reparto n.6, e Marco Luciano di Teatro Nucleo sul rapporto fra malattia mentale, arte e società civile.

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