Antropocene, il film documentario di Jennifer Baichwal, Nicholas De Pencier e Edward Burtynsky arriva al cinema Terminale da giovedì 26 Settembre.

Antropocene, l’epoca umana, non è solo un film ma uno strumento di consapevolezza per agire per il bene del pianeta visto che, onestamente parlando e nonostante tutta la letteratura fantascientifica, ne abbiamo solo uno. E non lo stiamo trattando come dovremmo.

Dopo Manufactured Landascapes del 2006 e Watermark del 2013, Antropocene completa una trilogia di documentari sull’impatto dell’attività umana sul pianeta Terra: un viaggio in sei continenti narrato dalla voce di Alicia Vikander per capire in che modo l’uomo sta sfruttando le risorse naturali e modificando il pianeta come mai era successo prima. La tesi dell’Anthropocene Working Group, nato nel 2009, è che gli ultimi 10.000 anni costituiscano una vera e propria era geologica, caratterizzata dall’attività umana.

Antropocene non offre nuove tesi, ma sottolinea ciò che spesso vorremmo non fosse vero: stiamo sfruttando la Terra più del dovuto, e più di quanto potremmo permetterci, compromettendone lo stato con conseguenze potenzialmente fatali. La razza umana ha passato il limite, e questo documentario lo dimostra con immagini spettacolari ma sempre molto chiare: in Kenya si accatastano le zanne di elefanti sequestrate ai bracconieri in attesa di essere bruciate, mentre a Hong Kong si continua a lavorare avorio di provenienza più o meno legale per creare oggetti da immettere sul mercato asiatico. Il permafrost siberiano si scioglie, gli habitat si compromettono e il clima ne risente sempre di più; il deserto di Atacama è cosparso di vasche per il trattamento del litio, in Germania si abbattono chiese e case per allargare le miniere di carbone a cielo aperto e, mentre il pianeta si surriscalda, noi ci chiudiamo in appartamenti con l’aria condizionata.

Insomma, benvenuti nell’Antropocene: l’era senza senso che rischia di condurci tutti alla fine.