1151 bambini nati tra il 2014 e il 2017 nel territorio della Ausl Toscana Centro non sono mai stati vaccinati. Nemmeno una dose. Lo riporta l’azienda sanitaria in una nota inviata ai giornali.

Il direttore dell’area igiene e sanità pubblica e della nutrizione, Giorgio Garofalo, spiega che “per questi piccoli la prevenzione dalle malattie infettive è tornata indietro di oltre due secoli, prima della scoperta del primo vaccino (vaiolo nel 1798). In Italia agli inizi dell’800 l’aspettativa di vita era meno di 40 anni e nel 1950 aveva di poco superato i 60 anni; la prima causa di morte era ancora rappresentata dalle malattie infettive. All’unificazione dell’Italia (1861) la metà dei bambini non arrivava all’età di 5 anni. Attualmente in Italia registriamo il più basso tasso di mortalità infantile insieme alla Svezia (siamo intorno al 3 per mille) e di questo dovremmo andarne fieri, consapevoli che il miglioramento delle condizioni di vita, dipende anche in parte dalla “buona Sanità”.

I bambini non vaccinati nati tra il 2014 e il 2017 rappresentano il 2,5 % del totale (45.503). I dati sono stati elaborati dall’Igiene Pubblica dell’Ausl centro suddivisi nelle quattro aree territoriali.

Nei quattro anni di riferimento, si legge in una nota dell’azienda sanitaria, i non vaccinati “sono 315 a Firenze (su 9610 nati ) 50 nel Mugello (su 1636 nati), nell’area nord-ovest 160 (su 5768 nati) e nella sud est 152 (su 4508 nati). A Empoli sono 107 i bambini non vaccinati ( su 6991 nati) a Prato 161 (su 8251 nati), mentre a Pistoia 137 (su 5236 nati). In Valdinievole gli inadempienti sono infine 69 (su 3503 nati).

“Da circa un paio di anni (sembra) invertita la tendenza ad un calo generalizzato delle vaccinazioni – aggiunge Garofalo – Questo molto semplicemente significa che i bambini nati dal 2016 in poi si vaccinano un po’ di più, rispetto a quelli nati prima”.

L’Ausl Toscana centro ricorda quanto sia importante vaccinarsi per prevenire le malattie infettive ed invita i genitori a far vaccinare i loro bambini recandosi dal proprio pediatra o nei centri vaccinali per garantire la loro sicurezza e quella degli altri.