Un nuovo anno al Centro Pecci. E’ stato presentato, insieme al nuovo presidente della fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana Lorenzo Bini Smaghi anche il calendario delle mostre in ponte per tutto il 2020.

Fino al 15 marzo 2020

Luca Vitone. Romanistan
 a cura di Cristiana Perrella e Elena Magini

Romanistan di Luca Vitone (Genova, 1964) è il racconto del viaggio compiuto dall’artista per ripercorrere a ritroso, da Bologna a Chandigar, il cammino di Rom e Sinti dall’India nord-occidentale fino all’Italia. Sulle tracce di una migrazione avvenuta tra l’VIII e il XIV secolo, Vitone approfondisce un interesse – quello per la cultura romaní – che è stato presente nel suo lavoro fin dagli anni Novanta. Accanto al film e all’installazione creati per l’occasione, la mostra presenta una selezione di opere precedenti legate al tema. Romanistan è un progetto realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, nell’ambito del progetto Italian Council (IV edizione, 2018).

MARIO RIZZI. بيت BAYT
a cura di Cristiana Perrella 

بيت Bayt (“casa” in arabo) è la prima retrospettiva del filmmaker Mario Rizzi (Barletta, 1962), articolata intorno alla trilogia che dà il nome alla mostra. I tre film che la compongono contribuiscono a dare una visione sensibile, profonda e complessa di temi quali l’identità femminile nel mondo arabo, il concetto di casa e di sradicamento, le spinte tra innovazione e conservazione che hanno percorso e percorrono il Mediterraneo. Iniziata con Al Intithar (“L’Attesa”) nel 2013, proseguita con Kauther l’anno successivo, la trilogia si è conclusa nel 2019 con The Little Lantern. Il progetto è realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, nell’ambito del progetto Italian Council (IV edizione, 2018).

Fino al 3 maggio

The Missing Planet
a cura di Marco Scotini e Stefano Pezzato, progetto di allestimento di Can Altay

The Missing Planet è il primo di una serie di riallestimenti della collezione del Centro Pecci pensati allo scopo di renderla fruibile al pubblico attraverso percorsi tematici, strutturati in vere e proprie mostre, che ne approfondiscano i nuclei principali. Per The Missing Planet il guest curator è Marco Scotini, che ha composto una ‘galassia’ delle principali ricerche artistiche sviluppate nelle ex-repubbliche sovietiche, dalla Russia alle province baltiche, caucasiche e centro-asiatiche, dagli anni Settanta fino ad oggi. Il progetto prende spunto dal vasto corpus di opere acquisite nella collezione del Centro Pecci in occasione delle mostre Artisti Russi Contemporanei (1990) Progressive Nostalgia (2017) e La Fine del Mondo (2006). L’allestimento, ideato appositamente dall’artista Can Altay (Ankara, 1975), segue la modalità di ‘appropriazione’ e riconfigurazione di lavori altrui attraverso l’uso di dispositivi architettonici che ne indirizzino la visione tipico della sua pratica artistica. 

Programma mostre 2020

Dal 2 aprile al 30 agosto 2020
Domus Aurea. Martino Gamper, Francesco Vezzoli e le ceramiche di Gió Ponti
a cura di CristianaPerrella

Il progetto Domus Aurea. Martino Gamper, Francesco Vezzoli e le ceramiche di Gio Ponti, propone un dialogo tra leopere di Francesco Vezzoli, le ceramiche realizzate da Gio Ponti durante la sua collaborazione con la manifattura Richard-Ginori e alcuni lavori del designer e artista Martino Gamper. Da un lato Francesco Vezzoli, interessato da sempre all’analisi della storia del gusto borghese, al modo in cui le sue evoluzioni segnano passaggi fondamentali dell’epoca moderna, rivelandone aspetti psicologici profondi, e dall’altro Martino Gamper, designer noto per il suo irriverente approccio ai grandi classici del modernismo, si focalizzano su un elemento considerato “anomalo” dell’attività di Ponti, contrapponibile al rigore quasi anticlassicista delle sue architetture più conosciute, come il grattacielo Pirelli e la casa Rasini a Milano, vere icone di stile del XX secolo.Quello di Ponti è un “essere moderno” che ha trovato compimento grazie al confronto e alla rielaborazione della classicità, attitudine che costituisce un idealetrait d’union con le esperienze artistiche di Vezzoli e di Gampe

Dal 2 aprile al 30 agosto 2020
Protext!
a cura di Camilla Mozzato e Marta Papini

Si dice che la prima azione di sabotaggio nei confronti di una macchina tessile da parte di un operaio avvenne nel 1779, alla vigilia della rivoluzione industriale. La storia è nota: Ned Ludd si accanì contro il telaio su cui stava lavorando, rendendo impossibile la produzione. Un gesto di protesta contro lo sfruttamento del lavoro che diede vita a un massiccio movimento di resistenza e coinvolse centinaia di persone in azioni di sabotaggio dei telai meccanici nell’Inghilterra del primo ottocento. Attraverso la più recente generazione di artisti, Protext! prende in considerazione il tessuto e le sue diverse declinazioni formali come pratica artistica trasgressiva, e ne esplora il ruolo in prima linea nei dibattiti critici su autorialità, identità queer e appartenenza, sulle modalità di produzione e il cambiamento ambientale, e come resistenza all’ordine costituito.

Artisti in mostra (TBD): Diedrick Brackens (Mexia, Texas, US, 1989), Pia Camil (Mexico City,Mexico,1980), Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974), Tschabalala Self(New York, US, 1990), MarinellaSenatore (Cava de’ Tirreni,Italia, 1977), Vladislav Shapovalov (Russia, 1981), ΣΕΡΑΠΙΣ(Serapis), fondato nel 2014 da Serapis Maritime Corporation, Güneş Terkol (Ankara, Turchia, 1981)

Dal 21 maggio al 25 ottobre 2020
Simone Forti. Senza Fretta
a cura di Luca Lo Pinto

Senza Fretta è la prima grande mostra in Italia dedicata all’opera fondamentale di Simone Forti la cui famiglia era originaria di Prato, dove il suo bisnonno fondò una grande fabbrica di lana. La mostra, sviluppata in stretta collaborazione con l’artista, si propone di offrire una panoramica dell’ampia gamma creativa che definisce la sua pratica che copre una carriera artistica che dura da 60 anni. La mostra include performance, fotografie e opere su carta, installazioni, ologrammi e opere audio ed è accompagnata da una colonna sonora commissionata per l’occasione che comprende la lettura degli scritti di Simone, le sue canzoni e i brani tratti dall’album “Al di Là” e che saranno riprodotti in tutto lo spazio offrendo una visione alternativa delle immagini dell’artista e sulle opere esposte.Senza Fretta è concepito come un grande paesaggio con uno speciale display progettato da Forti che esprime una cornice cronologica optando per una coreografia intuitiva, che mostra l’evoluzione naturale e lo scambio tra danza, film, disegno, suono e scrittura.

Dal 21 maggio al 30 agosto 2020
Chinese Whispers. Generazione Next dalla Cina
a cura di Cristiana Perrella

Chinese Whispers. Generazione Next dalla Cina indaga una nuova generazione di artisti provenienti dalla Cina di oggi, ma anche artisti di origine cinese cresciuti altrove o che in Cina si sono formati, nati fra i primi anni ‘80 e la fine degli anni ‘90 e identificati da demografi, sociologi ed esperti di marketing occidentali come GenerazioneY, Millennial Generation, Generation Next o Net Generation. Seguono le orme di una generazione di artisti–star affermatisi in un momento in cui l’arte cinese rappresentava per l’occidente ancora qualcosa di esotico, spesso esplorando la rivoluzione socio-politica della Cina post-Mao. In netto contrasto, gli artisti cinesi della Generazione Next, sono cresciuti in una Cina completamente diversa, aperta e globalizzata, e hanno beneficiato di un’istruzione superiore in tutti i campi sia in patria che all’estero.Gli artisti in mostra riflettono sui grandi temi mondiali, come l’impatto ambientale e sociale di una sempre più rapida urbanizzazione, l’implacabile crescita del digitale in un’epoca in cui tutto avviene online, ma anche la necessità di adattare tradizioni e tecniche antiche al linguaggio della tecnologia o la riformulazione dell’identità e del corpo umano.

Dal 24 settembre 2020 al 21 febbraio 2021
Chiara Fumai. Poems I will never release 2007–2017
a cura di Francesco Urbano Ragazzi e Milovan Farronato mostra co-prodotta con Centre d’Art Contemporain Genève, in collaborazione con La Casa Encendida,Madrid e Kiosk, Ghent Chiara Fumai.

Poems I will never release 2007–2017è la prima retrospettiva dedicata all’opera di Chiara Fumai, artista che in vita fu principalmente associata alla performance dal vivo. A tre anni dalla prematura scomparsa dell’artista, un team di curatori internazionali, Francesco Urbano Ragazzi e Milovan Farronato in collaborazione con Andrea Bellini, Cristiana Perrella, Monica Carroquino e Wim Waelput, si sono riuniti per diffondere la sua eredità culturale e canonizzare il suo messaggio. La mostra avrà un ruolo decisivo nell’indagine di una personalità che ha contribuito a sviluppare sia i linguaggi della performance sia l’estetica femminista del XXI secolo. Il progetto allestitivo si pone il doppio obiettivo di ordinare cronologicamente la carriera di Fumai, mostrando allo stesso tempo come quella dell’artista fosse una pratica cross-mediale che ha incluso video installazioni, ambienti sonori, wall drawing, collage e sculture.

Dal 24 settembre 2020 al 21 febbraio 2021
Sister Corita Kent: Heroes and Sheroes
a cura di Camilla Mozzato e Tommaso Speretta

Il Centro Pecci ospita la prima mostra personale in Italia di Sister Corita Kent (Fort Dodge, Iowa, 1918–Boston,1986), suora della congregazione religiosa del Cuore Immacolato di Maria, artista, educatrice e attivista della giustizia sociale, che opera a partire dagli anni ‘50 in California. Il lavoro di Sister Corita evolve da figurativo e religioso fino a incorporare immagini pubblicitarie e slogan, testi di canzoni popolari, versi biblici e letteratura, per diventare, a partire dagli anni ’60, sempre più rivolto ad una riflessione di protesta sulla povertà, il razzismo e l’ingiustizia.La mostra indaga sia la produzione artistica, con un’accurata selezione tra le oltre 800 edizioni serigrafiche, le migliaia di acquerelli e le innumerevoli commissioni pubbliche e private, sia la figura politica di Sister Corita Kent attraverso la restituzione di una ricerca documentale, interviste, fotografie e materiali d’archivio.

Dal 5 novembre 2020 al 21 febbraio 2021
Le parole dell’arte, dalla poesia visiva alla post produzione. Opere dal Centro Pecci ed altre raccolte
a cura di Stefano Pezzato

Seconda mostra della serie ideata dalla direttrice Cristiana Perrella e dedicata ad approfondire temi, periodi e linguaggi della collezione del Centro Pecci, affidandone la cura a un esperto affiancato dal responsabile delle collezioni e archivi Stefano Pezzato.La nuova mostra sarà incentrata su decine di opere della collezione del Centro Pecci, dalle ricerche di PoesiaVisiva donate al museo da Carlo Palli all’installazione di Barbara Kruger e alla recente opera neon di Martin Creed, integrandole con altre opere provenienti da importanti collezioni e istituzioni italiane e internazionali per comporre un’ampia ricognizione sull’uso molteplice e sperimentale delle parole da parte degli artisti contemporanei. Decine di lavori di autori italiani e internazionali copriranno un arco temporale dagli anni ’60del XX secolo a oggi, decenni dominati dall’impiego di mezzi e tecniche di comunicazione avanzati, pervasivi e persuasivi sull’immaginario collettivo, compreso quello espressivo e artistico. In un periodo storico in cui l’arte si rivolge alla comunicazione per promuovere e diffondere se stessa, gli strumenti stessi del comunicare diventano modalità e oggetto della ricerca artistica: le opere in mostra intrecciano e contaminano il linguaggio visivo, testuale e orale, provocano e influenzano il pubblico, lo trasformano in lettore, auditore, interlocutore.In sintesi, danno voce diretta all’arte nell’epoca della comunicazione.