Misericordia scritto e diretto da Emma Dante luci Cristian Zucaro con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli coproduzione Piccolo Teatro di Milano– Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo Piccolo Teatro Grassi dal 14 gennaio al 16 febbraio 2020 foto © Masiar Pasquali

Lunedì 26 aprile il presidente della Fondazione Teatro Metastasio Massimo Bressan ha presentato il nuovo direttore Massimiliano Civica, che subentrerà a Franco D’Ippolito nel mese di ottobre, illustrato il lavoro fatto dal Met nel 2020 e annunciato la ripresa degli spettacoli.

I 400 giorni

Il direttore Franco D’Ippolito ha presentato gli spettacoli in programma di “Esserci, di nuovo”, ma soprattutto ha salutato la città di Prato raccontando cosa ha significato per lui l’esperienza al Metastasio.

«Ho imparato in questi anni che dirigere il MET significa pensare secondo la categoria del futuro, lavorare per favorire l’incontro fra i tempi e le generazioni, sapere che essere contemporanei è innanzitutto una questione di coraggio. Abbiamo dimostrato – ha continuato – che si possono ribaltare i luoghi comuni del nostro mestiere per affermare che il cambiamento è possibile, con coraggio, convinzione e con un po’ di sana fatica, anche se molti sembrano non crederci più».

«Abbiamo affrontato la competizione ministeriale sulla Qualità, piuttosto che ripiegare sulla scorciatoia della Quantità, e abbiamo avuto ragione, visti i risultati ottenuti. Abbiamo sostenuto artisti e gruppi indipendenti, prodotto nuovi testi e spettacoli multidisciplinari, fra teatro e musica o danza, senza perdere pubblico, ma anzi rinnovando il gusto del pubblico e incontrando nuove generazioni di spettatori», ha aggiunto D’Ippolito.

Franco D’Ippolito durante la conferenza stampa

D’Ippolito ha spiegato anche che i 400 giorni passati lontano dal pubblico non sono stati infruttuosi per il Metastasio. «Non abbiamo voluto subire l’emergenza e aspettare semplicemente che tutto tornasse come prima – ha detto – fra ristori e ammortizzatori sociali, ma ci siamo assunti la responsabilità di provare a mettere in campo politiche culturali e del lavoro “attive”. Abbiamo utilizzato il finanziamento pubblico, ministeriale ma anche dei Soci Comune e Regione, per
continuare a lavorare e produrre spettacoli, anche con mezzi e linguaggi diversi, per garantire la dignità di un reddito ai nostri lavoratori».

«Infine – ha concluso nel suo intervento – abbiamo affrontato il rinnovo della direzione serenamente, prima di tutto
decidendo per la continuità del progetto avviato negli ultimi anni e poi operando la scelta del nuovo direttore, senza bisogno di selezioni insufficientemente trasparenti. Lo abbiamo fatto quasi un anno prima, per assicurare al nuovo direttore un tempo di accompagnamento, affinché gradualmente assumesse piena conoscenza del suo nuovo teatro e non si ritrovasse a seguire nel primo anno programmi e progetti alla cui costruzione non ha partecipato (come è capitato a me nel 2015 e come succede quasi sempre in Italia)».

I numeri

Oltre alle nuove produzioni che vedremo nei prossimi mesi, il Met si è dato da fare con il Gruppo di Lavoro Artistico -GLA- che da ottobre ’20 a maggio ’21 ha dato occupazione a 64 lavoratori (fra registi, interpreti, drammaturghi, collaboratori artistici, tecnici e collaboratori) per 3.840 giornate lavorative, realizzando 73 produzioni (5 di prosa, 52 video per TV Prato e 16 audio per Rete Toscana Classica), mettendo in circolo economie per 44 fornitori (di cui 39 toscani), acquistando 2.385 pernottamenti in strutture ricettive pratesi, investendo complessivamente circa 650mila euro, di cui il 90 per cento per paghe e compensi.

Gli spettacoli in programma

Gli spettacoli in programma saranno alle 19 dal martedì al sabato e alle 18 la domenica. Tutte le informazioni sui biglietti.

Da giovedì 6 a domenica 9 maggio – Teatro Metastasio
Don Juan
creazione per sedici danzatori. Coreografia Johan Inger. Musiche Marc Álvarez. Drammaturgia Gregor Acuña-Pohl. Produzione Teatro Metastasio di Prato, Aterballetto.
“Sedici danzatori di Aterballetto raccontano il mito paradigmatico di Don Juan nella coreografia di Johan Inger. Rielaborato a partire dalla commedia originale di Tirso de Molina, ma anche da Molière, Bertolt Brecht, dall’opera teatrale di Suzanne Lilar e vari altri testi, in un atto unico lo spettacolo illumina il percorso di solitudine del leggendario seduttore come in un Kammerspiel, dove la danza è lente d’ingrandimento emozionale di caratteri e sentimenti”.

Da martedì 11 a domenica 16 maggio – Teatro Fabbricone
Le Nozze
di Anton Čechov. Gruppo di lavoro artistico: regia Claudio Morganti. Con Roberto Abbiati, Monica Demuru, Oscar De Summa, Ilaria Francesca Marchianò, Savino Paparella, Francesco Pennacchia, Arianna Pozzoli, Francesco Rotelli, Gianluca Stetur, Paola Tintinelli, Luca Zacchini. Produzione Teatro Metastasio di Prato.
“Un lavoro grottesco attorno a Le nozze di Cechov, che nasce dall’unione tra la commedia e la farsa e si sviluppa come un ibrido, un eterogeneo incrocio tra le idee che ciascun degli attori avrà dello spettacolo che è chiamato a “fare”. Uno spettacolo con più di dieci teste: un mostro”.

Da giovedì 20 a domenica 23 maggio – Teatro Metastasio
Domani è un altro giorno
di Ron Hutchinson. Traduzione di Virginia Acqua. Regia Alessandro Averone. Con Alessandro Averone, Caterina Gramaglia, Gabriele Sabatini, Antonio Tintis. Produzione Teatro Metastasio di Prato.
Domani è un altro giorno è una commedia che racconta quello che succede “dietro le quinte” di un processo creativo, l’esempio iperbolico di quanto sia stato folle dare vita all’opera cinematografica poi diventata la pellicola più famosa al mondo, Via col vento. Scritta dall’irlandese Ron Hutchinson, la commedia racconta di come il produttore hollywoodiano David O. Selznick, dopo due anni di lavoro e le prime cinque settimane di riprese, abbia bloccato il set del grande kolossal e di come la sceneggiatura del film sia stata riscritta da capo in soli cinque giorni e cinque notti da Ben Hecht, affermato e abile sceneggiatore, e Victor Fleming regista famoso e dall’ indiscussa solidità.

Da giovedì 27 a domenica 30 maggio – Teatro Fabbricone
Ottantanove
di Elvira Frosini e Daniele Timpano. Con Marco Cavalcoli, Elvira Frosini, Daniele Timpano. Produzione Teatro Metastasio di Prato.
Cosa resta 230 anni dopo la Rivoluzione Francese che ha cambiato tutta l’Europa fondando il mondo in cui viviamo? Elvira Frosini e Daniele Timpano, affiancati per la prima volta in scena da Marco Cavalcoli, scandagliano simboli e retoriche dell’apparato culturale occidentale fino ad arrivare all’osso dei suoi miti fondativi. Passato e presente, storia francese e storia italiana, modernità e postmodernità si sovrappongono nella loro nuova tagliente scrittura mettendo in crisi le nostre vite “democratiche” e l’immaginario legato al concetto di rivoluzione.

Da giovedì 3 a domenica 6 giugno – Teatro Metastasio
Misericordia
Scritto e diretto da Emma Dante. Con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli. Coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo.
Misericordia è una favola contemporanea scritta e diretta da Emma Dante, il triste racconto della fragilità delle donne e della loro disperata e sconfinata solitudine. Esistono mondi in cui le donne sono condannate a lottare, se vogliono sopravvivere, a combattere con ogni possibile risorsa per emergere dal degrado e dallo squallore in cui la società pare averle relegate. È la storia di Anna, Nuzza e Bettina – che lavorano a maglia di giorno e si vendono la notte – e del povero orfano menomato che vive con loro.

Da martedì 17 domenica 20 giugno – Teatro Fabbricone
La grande abbuffata
Dall’omonimo film di Marco Ferreri. Drammaturgia Francesco Maria Asselta, Michele Sinisi. Scenografie Federico Biancalani. Con Stefano Braschi, Ninni Bruschetta, Gianni D’Addario, Sara Drago, Marisa Grimaldo, Stefania Medri,
Donato Paternoster, Adele Tirante. Regia Michele Sinisi. Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro Metastasio di Prato.
“In La grande abbuffata Michele Sinisi si confronta con un maestro del cinema italiano e con una delle sue opere più conturbanti. Fischiato al Festival di Cannes dalla critica per la sgradevolezza e la volgarità pornografica delle immagini, il film ebbe invece un incredibile successo di pubblico, inusuale se si considera la forza eversiva e antiborghese dei suoi contenuti. La storia di quattro amici che si rinchiudono in una villa decisi a suicidarsi mangiando e bevendo fino alla morte diventa potente allegoria di una società incentrata sul consumo, abituata a divorare tutto. Insieme al drammaturgo Francesco Maria Asselta, il regista opera una riscrittura del testo indagando sul rapporto fra un sistema tuttora votato all’abbuffata indiscriminata (di informazioni, di prodotti, di opinioni, di fatti senza soluzione di continuità) e il corpo come organismo in grado di riprendere possesso del presente tornando alla sua esistenza fisiologica”.