colapesce di martino

Colapesce e Dimartino suoneranno in Piazza Duomo, a Prato, il 3 settembre prossimo (biglietti qui). È il loro primo tour insieme, ed è la prima volta che vengono a Prato, dopo lo tsunami sanremese che li ha consacrati nel mainstream.

Piccola riflessione: che succede quando due cantautori di ultra nicchia, di quelli che vanno a lavorare tutti i giorni, dopo una gavetta decennale fatta di dischi ascoltati solo da pochi eletti e di concerti in spazi piccoli raccolti ed elitari, uniscono le forze, partecipano a Sanremo sfondando la quarta parete e si ritrovano di fatto fiondati nell’olimpo delle pop star con milioni di visualizzazioni ed un pezzo che assurge allo status di tormentone? Nulla, se i due cantautori in questione sono persone intelligenti. Succede che si godono il momento, si tolgono qualche soddisfazione, ingrandiscono il palco e continuano ad andare a lavorare tutti i giorni. E Colapesce e Dimartino sono due persone intelligenti. Quindi, bene così. Avanti tutta.

Colapesce (Lorenzo Urciullo) e Dimartino (Antonio Di Martino, appunto) hanno una storia musicale parallela decennale, in qualche modo sovrapponibile. Prima all’interno di una band (Gli Albanopower per Colapesce, i Famelika per Di Martino), poi da solisti, fatta di dischi indipendenti e di tanti piccoli riconoscimenti. 

Sono entrambi siciliani, entrambi vivono a Milano. All’infinito anche le rette parallele s’incontrano: le loro sensibilità sono consapevolmente amalgamabili, pertanto una collaborazione tra i due è cosa naturale. I due si incontrano, si intrecciano: lo fanno conto terzi – prima che per se stessi – scrivendo insieme canzoni per Levante, per Carmen Consoli, per Luca Carboni. E poi, da soli, per Emma, Brunori, Marracash e un’altra mezza dozzina di artisti. Poi decidono di fare un pezzo di strada insieme: un tentativo di andare a Sanremo nel 2020 senza successo. Poi, in pieno lockdown è arrivato I Mortali. Poi Luna Araba con Carmen Consoli, e con quella sono arrivate anche le radio e gli streaming. Poi a Sanremo ci vanno: è arrivata Musica Leggerissima. Poi Toy Boy per e con Ornella Vanoni. Ed eccoci qua, a Prato il 3 settembre.

Ma c’è un “cominciò tutto così”, come nelle storie dei supereroi. Una preistoria degli incontri. La prima volta che Colapesce e Dimartino si sono incontrati è stato nel 2011: «Eravamo nella piazza di Mazara del Vallo. Dopo aver suonato sul palco, ci siamo trovati a suonare insieme nella casbah ed è nata una grande stima reciproca», raccontano i due artisti. E non erano da soli, nella Casbah: c’era anche Giacomo Triglia – in seguito autore di tanti videoclip da Ligabue a Francesca Michielin, da J-Ax a Brunori – che allora aveva la sua “Trallallatv” (canale youtube) e li riprende in pianosequenza mentre insieme improvvisano un pezzo di Renzo Arbore attraversando la Casbah di Mazara del Vallo.

Il video è identificato come “Ma la notte no” ma in realtà si tratta di un medley tra “Grazie dei Fiori bis” di Frassichiana memoria (Indietro tutta) e il classico di Arbore del 1984. Un puro divertissment che ha dato il via ad una delle collaborazioni più fruttuose degli ultimi anni. Dubito che la risuoneranno su di un palco. Ma pensando a tutto quello che è successo dopo, riguardare questo video strappa più di un sorriso.