Forse ci avrete fatto caso, lungo le strade della periferia di Prato sono comparsi dei manifesti molto colorati con impressa una frase evocativa. È il nuovo progetto della regista Livia Gionfrida e del collettivo Metropopolare: sessanta manifesti con messaggi poetivi realizzati dai detenuti della casa circondariale “La Dogaia” all’interno del laboratorio che la compagnia pratese porta avanti da 13 anni.

“Riflettere sulle reclusioni che ognuno di noi vive – si legge nella presentazione – creando un ponte tra chi risiede all’interno di un carcere e la cittadinanza che viene invitata a riflettere attraverso queste suggestioni poetiche anche in formato audio, scannerizzando il QR code presente su ogni manifesto”.

«Dopo il successo di quelli affissi lo scorso Natale con le frasi dei bambini raccolte durante il lockdown – racconta la direttrice artistica del progetto – continua il dialogo con la città attraverso questa nuova serie di manifesti. La nostra è una ricerca di nuovi linguaggi espressivi attraverso i quali cercare di comunicare con l’altro, con il pubblico, incontrarlo per mettersi in discussione come comunità».

Il progetto dei manifesti fa parte della rassegna “Anche i poeti hanno una loro legge”, organizzata da Metropopolare. Da ottobre a dicembre  laboratori, spettacoli  e incontri con alcuni dei più importanti poeti e poetesse italiane, con appuntamenti sia all’interno che fuori dal carcere.

La regista Livia GIonfrida durante il laboratorio alla Dogaia

“Anche i poeti hanno una loro legge” è un progetto realizzato da Teatro Metropopolare, con il contributo di Ministero della Cultura,  Fondazione Cassa di Risparmio di Prato (all’interno del progetto “Letture oltre le mura”), Regione Toscana, Comune di Prato, Creazioni Urbane e con il patrocinio del Ministero della Giustizia. Metropopolare ringrazia la Casa circondariale “La Dogaia” di Prato.