Arriva al Metastasio giovedì 2 dicembre (fino al 5 dicembre) la riscrittura psicanalitica firmata Carmelo Rifici del capolavori shakesperiano Macbeth (20.45 feriali, 19.30 sabato, 16.30 domenica)

“Macbeth, le cose nascoste” spezza letteralmente in tre il personaggio del titolo e Lady Macbeth – si legge nella presentazione -Il testo è adattato per tre personaggi, ragionato su una tripartizione dell’azione che si esprime nel rapporto con il pubblico, fra l’attore e il proprio inconscio e nella relazione/messinscena del testo. Le parti si capovolgono, gli attori si scambiano i ruoli principali affrontando la dimensione archetipica dell’opera shakespeariana. Il tre, numero magico e perfetto sin dall’antichità, fa capo alla psicoanalisi junghiana e, difatti, per accedere a quel mondo inconscio fatto di pulsioni, paure, desideri, cose nascoste che scuote tutti noi e che ribolle e scalpita nell’opera, Rifici si è avvalso dell’aiuto e della complicità di due grandi pensatori, Giuseppe Lombardi, psicanalista junghiano e Luciana Vigato, psicoterapeuta”.

“Un percorso durato quasi due anni – spiega la nota – in cui gli attori si sono sottoposti a delle vere e proprie sedute di analisi per ricavare delle riflessioni sui temi della tragedia o delle impressioni sui personaggi nati dalla penna tragica dell’autore inglese, in relazione al vissuto degli stessi attori. Così il regista cerca di capire quanto di quel testo e sotto testo risieda e risuoni nell’uomo contemporaneo: «Ci voleva proprio Jung per provare a decifrare un testo che si porta dietro qualcosa di turbolento e di antico, ma anche attualissimo, che non è chiaro come Shakespeare facesse a conoscere», dice Carmelo Rifici.

In questa intrigante creazione psicanalitica si cerca uno spazio di possibile condivisione tra spettatori e interpreti, riducendo la distanza e dando vita a un viaggio nella mente e nell’animo dell’attore che, inevitabilmente e con naturalezza, crea empatia tra gli occhi che osservano e l’auto narrazione degli interpreti. Un lavoro dirompente che mette a nudo e che mostra la propria intimità portando in superficie sentimenti profondi, dolorosi e complessi. Uno spettacolo che scopre con stupore e forza emotiva le parti buie, le inquietudini e le streghe che ci abitano: “Un momento vero, intimo ma fondamentale per denudarsi e far poi “entrare” il Macbeth” spiega lo stesso regista.

A portare sulla scena le cose nascoste, che non conosciamo, sono i tre Premi Ubu Tindaro Granata, Christian La Rosa e Angelo Di Genio, affiancati da Elena Rivoltini, Leda Kreider, Maria Pilar Pérez Aspa e Alessandro Bandini, che veste i panni degli sventurati figli della tragedia scozzese. Ad arricchire il cast: la musica del compositore Zeno Gabaglio, l’artista Piritta Martikainen autrice del video, lo spazio scenico creato da Paolo di Benedetto, i costumi contemporanei di Margherita Baldoni e l’illuminazione del light designer Gianni Staropoli, recente vincitore del terzo Premio Ubu.

Biglietti da 12 a 28 euro.