bicinprato

Chi ha ormai qualche anno, potrebbe ricordare un parcheggio di biciclette custodito in piazza Duomo a Prato. Si trovava vicino a dove oggi c’è l’edicola. A me lo raccontava sempre mio nonno Orlando più o meno così: lasciavi la bicicletta, pagavi qualche moneta, ti veniva data una ricevuta e avevi una persona che la custodiva per il periodo di tempo in cui rimanevi in centro.

La sicurezza per la propria bicicletta è uno dei maggiori fattori che scoraggia la mobilità a pedali. Tutte le persone che usano la bicicletta hanno paura che il mezzo venga rubato. Investire su un ottimo lucchetto è un primo passo; da qualche anno sparse in città si trovano rastrelliere che permettono di fermare la bicicletta al telaio, metodo più sicuro rispetto a quelle che si attaccano alla ruota. Ma non è abbastanza per stare tranquilli.

Nel centro di una città come in una scuola, stazione, ospedale, biblioteca o qualsiasi altro luogo dove potrebbe essere presente un numero elevato di biciclette, la mancanza di soluzioni per un parcheggio e un deposito delle biciclette porta a riempire gli spazi in modo disordinato con biciclette abbandonate alla rinfusa e, quasi sicuramente, scoraggerebbe la mobilità ciclistica.

Questo parcheggio selvaggio può trasformarsi in un deterrente per l’uso della bicicletta e oltre a danneggiare l’immagine del ciclista urbano agli occhi dell’opinione pubblica, pronto ad attaccare la propria bici a qualsiasi palo o ringhiera pur di avere qualche possibilità in più per non farsela danneggiare o rubare.

Basta cercare su Google “PARCHEGGIARE LA BICICLETTA AL SICURO” per vedere quante aziende nel 2022, senza uscire dai confini nazionali, offrono soluzioni in merito. E non servono neanche soluzioni “estreme” come quelle utilizzate a Tokyo: basterebbero, appunto, sparsi per la città in alcuni luoghi strategici e particolarmente frequentati, una serie di parcheggi custoditi, proprio come quello che mi raccontava mio nonno Orlando.

A Prato esistono parcheggi custoditi?


(“Forse non tutti sanno che” cit.) La cosa che a Prato si avvicina di più a questa idea di parcheggio bici è alla stazione di Prato Porta al Serraglio, come si può leggere sul sito del Comune di Prato.

Pagando un abbonamento (da 5 euro al mese, più 10 euro una tantum), si ha la possibilità di avere una tessera magnetica con la quale accedere ad una parte chiusa del parcheggio sotterraneo dedicata al posteggio delle biciclette. Una “stanza” esclusiva per le due ruote a pedali, dove si può accedere soltanto con la tessera, 24 ore al giorno, sette giorni su sette.

Anche se si tratta di una soluzione abbastanza sicura (ad un prezzo davvero conveniente per chi usa la bicicletta tutti i giorni e magari studia o lavora in centro), non si tratta di un vero e proprio parcheggio custodito. Andando a leggere il contratto di stipula dell’abbonamento si legge esplicitamente al punto 10 che“non è prevista la custodia del mezzo” e, dopo aver preso contatti con l’azienda addetta alla gestione, ci è stato raccontato che in quella parte di parcheggio non sono presenti telecamere e che comunque è consigliato bloccare la bicicletta con il lucchetto.

Qualche anno fa, ci sono stati qualche esempio di privati che mettevano a disposizione il loro spazio per parcheggiare le biciclette al sicuro, come per esempio l’associazione Recuperiamoci quando aveva la sua sede in via Pier Cironi.

Credo che trovare punti strategici – tra pubblico e privato – iniziando dal centro storico della città (Lazzerini, Officina Giovani, per esempio) che andrebbero ad aggiungersi a quello al Serraglio potrebbe essere una bella cosa per la città. Una bicicletta in più vuol dire un’auto in meno sulla strada e quindi meno inquinamento e meno traffico. Questa scelta – specie per chi non è abituato a muoversi quotidianamente in bici – può sembrare inizialmente pesante, e quindi deve almeno convenire farla (almeno per chi può permetterselo, ovviamente, ovvero: tantissime persone).

Questa vuole essere una rubrica su una mobilità sostenibile e a pedali, un luogo di confronto e discussione in merito a tutto il mondo della bicicletta. Se hai una riflessione da condividere legata a qualcosa che ti è successo in sella mentre pedalavi, per esempio, scrivi a [email protected]