Don Marco Pratese, responsabile della Roncioniana, con l'archivio della famiglia Guasti

La corrispondenza familiare di Cesare Guasti con la famiglia di origine (i genitori, le due sorelle – divenute suore -, i fratelli Francesco, Giuseppe e Gaetano, lo zio Claudio, il nipote Antonio) e con la nuova (la moglie e i figli). C’è poi un gruppo di documenti relativi a memorie e ricordi, appunti e scritti vari in prosa e poesia. E anche il testamento olografo (1883) e il foglio sul quale l’erudito oramai morente vergò con mano tremante l’ultima frase: «Cesare Guasti ringrazia il Signore».

È questo il nucleo principale di documenti che la famiglia di Cesare Guasti ha donato alla biblioteca Roncioniana in occasione del bicentenario della nascita dello scrittore e filologo pratese. Il patrimonio documentale comprende anche gli archivi delle famiglie Becherini e Sacchi, con i quali i Guasti erano imparentati, e la donazione si deve agli eredi dell’avvocato Gabriele Badiani.

«La documentazione relativa all’attività di studio del Guasti era arrivata in Roncioniana nel 1922 – ha spiegato don Marco Pratesi, responsabile della biblioteca – in concomitanza con il primo centenario della sua nascita. Quella relativa alla vita personale e familiare era invece rimasta custodita nella casa di famiglia fino ad oggi. Con gesto generoso e sapiente la famiglia Badiani ha voluto, all’esatta distanza di un secolo, ricongiungere sotto un unico tetto tutti i materiali relativi a questo grande pratese».

«Per la Biblioteca Roncioniana, che proprio quest’anno celebra i trecento anni di attività, aprì i battenti nel 1722, si tratta di una acquisizione particolarmente significativa – ha aggiunto don Pratesi – che ripropone questa istituzione all’attenzione della città e non solo, come punto di riferimento per gli studi relativi alla illustre figura di Cesare Guasti nonché della città e del comprensorio. Per gli studiosi e i cultori di storia locale dunque si aprono da oggi nuove possibilità e piste di studio. Ancora un grato ricordo per chi fino ad oggi ha conservato queste preziose memorie e le ha donate, nella Roncioniana, alla città tutta».