Dopo “Siccità”, che ci ha mostrato una Roma senz’acqua, “Piove” ci fa vedere il contrario: il nuovo horror di Paolo Strippoli, con Fabrizio Rongione, Cristiana Dell’Anna, Francesco Gheghi, ci porta in una Roma sommersa dall’acqua da sopra e da sotto, fra la pioggia che cade incessante e i tombini che straripano, l’umidità nell’aria, i fiumi che ingrossano, la nebbia e il fango.
La Roma di “Piove” è sconosciuta, sappiamo che siamo a Roma perchè ce lo dicono: in realtà si susseguono strade bagnate e palazzi anonimi di periferia, supermercati e marciapiedi che danno l’impressione di essere ovunque e da nessuna parte, in una delle tante periferie che esistono in giro. Presentato anche all’edizione 2022 del “Lucca Comics and Games” alla presenza di regista e cast, il film sembra la versione visibile di quello che cantano i Marlene Kuntz in “A fior di pelle”: solo che quello che esplode, qui, non è esasperazione. E’ cattiveria pura. E, forse, è anche fango che resta addosso fino ad affogarti, fino a diventare melma nera visibile.
Forse perchè è stato presentato al Lucca Comics, e quindi i riferimenti alla cultura pop si sprecano, ma chi ha letto il numero “Il Male” di Dylan Dog, uscito ormai diversi anni fa, può già avere un’idea di quello di cui stiamo parlando.
Cinema Terminale
“Il piacere è tutto mio” di Sophie Hyde, con Emma Thompson, Daryl McCormack
Un’insegnante in pensione, vedova, si rivolge a un’agenzia di gigolò e sceglie di incontrare Leo Grande. Tra i due nascerà un rapporto di fiducia che porterà Nancy a riscoprire se stessa.
Giovedì 10 novembre, ore 21,15; versione originale sottotitolata
Venerdì 11 novembre, ore 19
Sabato 12 novembre, ore 16 e 21,15
Domenica 13 novembre, ore 16 e 21,15
Mercoledì 16 novembre, ore 21,15
“Triangle of sadness” di Ruben Östlund, con Harris Dickinson, Charlbi Dean, Woody Harrelson.
Miglior film al Festival di Cannes 2022.
Una coppia di modelli partecipa a una crociera insieme a un bizzarro gruppo di super ricchi e a un comandante con un debole per gli alcolici e Karl Marx. Tutto all’inizio sembra piacevole, ma un evento catastrofico trasforma il viaggio in un’avventura in cui ogni gerarchia viene capovolta.
Venerdì 11 novembre, ore 21,15; versione originale sottotitolata
Sabato 12 novembre, ore 18
Domenica 13 novembre, ore 18
Mercoledì 16 novembre, ore 18
“Capelito il fungo magico” Di Rodolfo Pastor. Il film, consigliato a partire dai due anni, fa parte della rassegna “Cinefilante”
Capelito non è un fungo come gli altri perché dotato di un potere magico particolare: toccandosi il naso riesce a cambiare la forma del suo “cappello”. Un personaggio (realizzato in plastilina) che, sfruttando con creatività e intelligenza la sua speciale dote, riesce a trovare una via per risolvere in maniera originale ogni problema.
Proiezione unica domenica 13 novembre, ore 10,30. A seguire un laboratorio artistico tenuto da Eleonora Spezi (marionettista e scenografa). Se tu fossi un fungo, quale cappello ti piacerebbe indossare? E perché? Sembrano domande davvero strane ma grazie alla plastilina non sarà così difficile rispondere.
“Il demone sotto la pelle” di David Cronenberg, con Barbara Steele, Paul Hampton. Il film fa parte della rassegna “David Cronenberg, il padre del body horror” a cura del Mabuse Cineclub.
Versione originale con sottotitoli in italiano – Film vietato ai maggiori di 18 anni.
Un medico ha scoperto un parassita che potenzia le capacità sessuali. Ma gli effetti collaterali sono tremendi: i pazienti perdono ogni controllo.
Proiezione unica martedì 15 novembre, ore 21,15.
Cinema Eden
“L’ombra di Caravaggio” di Michele Placido, con Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti, Mario Molinari.
Caravaggio, il signore della luca, uno dei più grandi pittori italiani e uno degli artisti meno controllabili, e controllati, della storia dell’arte: il film di Michele Placido racconta la sua storia dal momento in cui uccide l’amico/rivale Ranuccio, delitto che gli costa la pena capitale e la conseguente fuga.
Orari
17 e 21
“La Stranezza” di Roberto Andò, con Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Giulia Andò, Rosario Lisma.
Nofrio e Bastiano sono due becchini nella Agrigento del 1920, ma sono anche due attori “dilettanti professionisti” che stanno mettendo in scena “La tricea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzi”. Luigi Pirandello torna in città per l’ottantesimo compleanno di Giovanni Verga, e la morte della sua balia favorisce l’incontro con i sue becchini-attori. Pirandello, in crisi creativa, trarrà ispirazione per “Sei personaggi in cerca d’autore” proprio osservando di nascosto le prove della compagnia teatrale di Bastiano e Nofrio.
Orari
17 e 21
“Il Colibrì” di Francesca Archibugi, con Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak.
La vita dell’uomo raccontata tramite la vita di un solo uomo: il film segue le vicende di Marco Carrera dai primi anni ’70 in poi. Amori, delusioni, matrimoni e figli e Daniele Carradori (Nanni Moretti), lo psicoanalista della moglie, che lo aiuterà a capire e superare tutto.
Orario Spettacoli
Ore 17 e 21
Cinema Centro Pecci
Giovedì 10 novembre
ore 17: “Caniba”, versione originale sottotitolata
ore 19: “Piove”
ore 21,15: “Una donna sposata” versione originale sottotitolata
Venerdì 11 novembre
ore 17: “Una donna sposata” versione originale sottotitolata
ore 19: “Somniloques” versione originale sottotitolata
ore 21,15: “Piove”
Sabato 12 novembre
ore 16: “Bros”
ore 18: “Leviathan”
ore 21,15: “Piove”
Domenica 13 novembre
ore 16,15: “Una donna sposata” versione originale sottotitolata
ore 18,15: “Piove”
ore 20,30: “Bros”
Mercoledì 16 novembre
ore 21.15 “Piove”
“Bros” di Nicholas Stoller, con Billy Eichner, Luke MacFarlane, Miss Lawrence
Come vive le relazioni e l’amore Bobby Lieber? Ne parla spesso, ad ogni occasione, addirittura vive di questo – è il conduttore del podcast e show radiofonico “The Eleventh Brick at Stonewall”, è il curatore del primo LGBTQ+ Museum di New York. Ma è anche quello che non riesce ad avere una relazione stabile, che vede tutti i suoi amici diventare coppie, throuple, andare a vivere insieme, avere figli. E lui rimane sempre lì, orgoglioso della sua indipendenza, dell’essere capace di scindere i sentimenti dal sesso, accettando, semplicemente, che è fatto così e basta. Poi un giorno incontra Aaron, avvocato (forse) noioso con una vita (sicuro) noiosa, e le cose cambiano: Aaron è diverso da lui e dagli altri. Cinico, solitario, palestrato, rappresenta un opposto che ammalia Bobby e che viene ammaliato a sua volta da tutto quello che Bobby è e lui non sarà mai. Come vivere questa relazione e quest’amore?
“Caniba” di Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor
63° Festival dei Popoli – Omaggio a Lucien Castaing-Taylor e Verena Paravel
Ritratto inquietante e sconvolgente di Issei Sagawa che uccise una sua compagna di studi e ne mangiò parte del corpo a Parigi nel 1981. Dichiarato incapace di intendere e di volere, dopo due anni di reclusione in una clinica francese, venne deportato in Giappone, dove scrisse un libro e realizzò un manga sul suo crimine.
Nel tentativo di sondare i motivi alla base del suo atto, Castaing-Taylor e Paravel gli fanno visita, trovando un uomo parzialmente paralizzato da un ictus e affidato alla tutela del fratello. Il rapporto tra i due diviene il centro potente ed estraniante del film che, con i suoi primi piani ravvicinati, non rifugge il confronto con un tema esistenziale dalle insondabili risposte. Il contrasto irriconciliato tra l’orrore cannibalistico del crimine e l’attuale condizione di impotenza di Sagawa, così come quello tra l’amore dei fratelli per gli animali imbalsamati e i loro desideri sessuali estremi, conduce gli spettatori in una posizione di scomodità esistenziale, per una riflessione sullo sconvolgente significato del desiderio cannibalistico che induce a prendere coscienza dei lati più sconcertanti dell’esistenza umana.
“Somniloquies” di Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor
63° Festival dei Popoli – Omaggio a Lucien Castaing-Taylor e Verena Paravel
Castaing-Taylor e Paravel superano i confini tra paesaggi onirici interiori e corpi umani, seguendo una linea di ricerca che unisce il materiale e l’immateriale e che attraversa tutto il loro lavoro. Al centro di “Somniloquies” l’universo onirico del cantautore Dion McGregor, divenuto celebre negli anni ’60 come caso clinico per la sua capacità di raccontare i propri sogni mentre dormiva, universi surreali e oscuri documentati dall’amico Mike Barr che lo registrava.
Una città di nani in affitto, un’invasione di alieni, una seduta di esorcismo, una stravagante manovra militare, un burlesque fetish, un’orgia improvvisata, un annegamento collettivo, una depressurizzazione improvvisa che provoca una fuga di smalto.
Lo spettatore vaga nel subcosciente di immagini sfuocate innestate su corpi che hanno perso nitidezza, in un film in cui materia e inconscio si fondono in un’esperienza di presenza al nostro mondo interiore, alla ricerca di un’etnografia del reale che si fa indagine sui limiti del regime di visibilità.
“Leviathan” di Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor
63° Festival dei Popoli – Omaggio a Lucien Castaing-Taylor e Verena Paravel
Girato nelle stesse acque solcate dalla baleniera Pequod all’inseguimento di Moby Dick nel romanzo di Melville, Leviathan è frutto del progetto radicale del Sensory Ethnography Lab, un film che cattura lo scontro collaborativo tra uomo, natura e macchina. Il testimoniare della pratica ittica avviene ad opera di Go Pro che conducono in modo vertiginoso dagli abissi del mare alla cima dell’imbarcazione, decentralizzando lo sguardo, non più umano, per immergere lo spettatore in una natura mastodontica, indomabile e sublime.
“Leviathan” è un’opera che non finge la tridimensionalità ma la trova nella frenesia vorticante delle riprese, solo apparentemente in balia delle forze naturali. Nel rifuggire ogni categorizzazione, Castaing-Taylor e Paravel inseguono una concezione dell’immagine capace di rifuggire qualunque rapporto tradizionale con la rappresentazione, il tempo e lo spazio.
Il ritratto cosmico, potente e oscuro di una delle sfide più antiche dell’umanità, ci dice anche di una parabola ambientale in cui il mare minaccia di vendicarsi dell’umanità e a cui dovremmo prestare ascolto, oggi più che mai.
“Piove” di Paolo Strippoli, con Fabrizio Rongione, Cristiana Dell’Anna, Francesco Gheghi. Film vietato ai minori di 18 anni.
Roma è sommersa dalla pioggia. Le fogne tracimano, i tombini saltano. Incappucciati e zuppi vagano per la città Thomas e la sua famiglia. Lui, il padre, francese da tanti anni in Italia che si destreggia tra diversi lavori per tenere in piedi la famiglia; Enrico, il figlio, adolescente tutto silenzi e frasi come lame; Barbara, la figlia, bambina di sorrisi e affetto dal suo trono che è la sedia a rotelle. Non ha una moglie e una madre questa famiglia: Cristina non è sopravvissuta all’incidente che ha messo sulla carrozzina la figlia e sfregiato il figlio. Si sta rompendo, la vita di Thomas e dei suoi. Come si stanno rompendo le vite degli altri, amici, vicini, sconosciuti. Dalle fogne e dagli scarichi viene fuori una nebbia che ti entra in corpo e ti fa uscire fuori tutto il male che hai accumulato dentro. Il male che tutti hanno.
“Una donna sposata – Une femme mariée” di Jean-Luc Godard, con Bernard Noël, Macha Méril, Philippe Leroy
Ventiquattro ore nella vita di Charlotte, sposata con un figlioletto e che ha una relazione extraconiugale: il marito fa il pilota d’aereo, l’amante l’attore di teatro.
“Una donna sposata” al posto de “La donna sposata”, il titolo che Jean-Luc Godard avrebbe voluto: la censura francese dell’epoca dimostrò di aver capito assai bene il senso del film se pretese questo cambiamento. E a distanza di quasi sessant’anni, nonostante di quando in quando emergano le ingiustificabili accuse di misoginia, l’ottavo lungometraggio di Godard dimostra ancora la sua acutezza nell’utilizzare il cinema e il suo linguaggio come testimone del disfacimento della cultura borghese, auto-frammentatasi sotto il peso del proprio rito.