Legambiente Prato interviene nella discussione sulla viabilità della Val di Bisenzio proponendo di prendere in considerazione altri argomenti rispetto alla sola inadeguatezza della strada di cui hanno parlato industriali e artigiani nei giorni scorsi.

Martedì 13 giugno infatti la provinciale 325 è rimasta chiusa per dodici ore a causa di un incidente, scatenando le proteste non solo dei cittadini ma anche delle categorie economiche. Confindustria, Confartigianato e Cna hanno chiesto in modo perentorio che venga realizzato velocemente il progetto di una viabilità alternativa.

Legambiente, che ha affidato il proprio intervento a Facebook, fa un altro tipo di analisi diviso in tre punti che affronta la velocità del mezzo, la reale esistenza di ostacoli alla mobilità sulla 325 e

“La velocità del mezzo – comincia l’intervento – Sfugge come un autocisterna si sia potuta ribaltare con questa dinamica. Nel quinquennio 2017-2021 la SR325 è stata teatro di 41 incidenti (mediamente 2,5 sinistri/km), con 39 feriti e 3 vittime; sarebbe interessante incrociare questo dato con multe e decurtazioni di punti lungo la 325, dotata di postazioni fisse di autovelox. Gli incidenti sono considerati fatalità e tollerati come rischi da correre per ottimizzare i tempi della propria giornata; in realtà sono reati, come stabilito con l’art. 590-bis del Codice penale. Non sono le strade ad essere inadeguate, ma come le si percorre”.

“Ostacoli concreti? Sfugge come si possa giudicare la cittadinanza di serie A e serie B dalla disponibilità di spostamento su gomma – prosegue l’intervento – È una questione di priorità, e di gerarchia di valori, che ci fa misurare in modi differenti la qualità della vita. Una considerazione seria andrebbe suffragata da dati: quanto tempo “perdo” in ragione del fatto che la 325 non sia un’autostrada a quattro corsie? Ammesso che questo sia un motivo sufficiente che giustifichi l’esborso di denaro pubblico per “opere fantascientifiche” di cui vedremmo gli esiti fra 20 anni almeno: e nel frattempo?”.

E conclude evidenziando come l’incidente non abbia stimolato una discussione sulla mobilità su ferrovia. “Altro tipo di mobilità? L’incidente non ha stimolato una discussione sullo sviluppo della mobilità su ferrovia, che libererebbe la statale da molto del traffico che grava su di essa, ma ha suffragato unicamente un’analisi di inadeguatezza della strada – conclude infatti la nota – In vallata si è dato molto spazio allo sviluppo edilizio, che ingenera comunque flussi di traffico non indifferenti. Il giorno dell’incidente sono state attivate corse straordinarie dei treni, dimostrando che si può fare. Quanto costa adeguare la 325, ammesso sia possibile? Quanto costa deviare il traffico su altre arterie, il cui tracciato è tutto da costruire? Anche questo è un modo superficiale di interpretare il progresso, spostando ad altro la soluzione del problema. Nessun ragionamento sulla crisi climatica, sulla cura del territorio e la salute delle persone. Ma si sa, ancora il benessere si misura in denaro, e tutto il resto è noia”.