Per celebrare i dieci anni dalla riapertura di Palazzo Pretorio, che avvenne il 12 aprile 2014, è stata presentata venerdì scorso una nuova sala, all’interno dell’antico Monte dei Pegni, dal titolo “Dai depositi al museo: dipinti del Quattrocento e del Cinquecento”.

Si tratta di diciassette dipinti conservati finora nei depositi del Museo di Palazzo Pretorio. «Molte delle opere presentate non hanno attribuzioni certe o sono state realizzate da maestri poco conosciuti – ha spiegato Rita Iacopino, Direttrice del Museo di Palazzo Pretorio –

facendole uscire dalla penombra dei depositi, le mettiamo a disposizione di studiosi e di ricercatori che possano concorrere a svelarne la loro storia. Questa sala diventa dunque anche un luogo di studio, aperto a tutti».

Il nucleo di opere del Quattrocento fa capo proprio a questi autori meno noti al pubblico e a questo proposito, spiega la nota del Museo, “solo Tommaso di Piero Trombetto, grazie a studi che ne hanno ricostruito l’iter artistico, è un pittore documentato a Prato: a lui e alla sua bottega si deve il perdurare del linguaggio di Filippino Lippi nel territorio pratese con accenti popolari e di semplificazione dei temi, che si traducono in un linguaggio facilmente comprensibile”.

Sono dieci i dipinti che compongono invece la raccolta di Sacre Famiglie e di Madonne del XVI secolo: “la bellezza e la vivacità artistica delle composizioni fa emergere la ricchezza della terra di Prato, in cui, all’ombra della grande Firenze, si cimentano personalità meno note che dalla capitale medicea si irradiano nelle periferie, rielaborando un linguaggio condizionato dalla cultura artistica dominante.

Il restauro di gran parte delle opere esposte in questa sala è stato sostenuto dal Lions Club Prato Castello dell’Imperatore e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.

Ma il bello deve ancora venire. Insieme alla nuova sala, il Museo di Palazzo Pretorio sta lavorando all’apertura di altri due spazi.

“Prato prima di Prato” con reperti archeologici provenienti dal territorio e dalla vicina area di Gonfienti, sede di un insediamento etrusco del VI secolo avanti Cristo, arricchito anche da contenuti multimediali.

Museo del Risorgimento: una raccolta di cimeli dell’antico Museo del Risorgimento che dai primi del Novecento fu allestito nel Pretorio e che sono ancora conservati nei depositi.