La quattordicesima edizione dei Dialoghi di Pistoia si terrà quest’anno da venerdì 26 a domenica 28 maggio, il festival di antropologia del contemporaneo promosso dalla Fondazione Caript e dal Comune di Pistoia, ideato e diretto da Giulia Cogoli.
Umani e non umani. Noi siamo natura è il tema dal quale muoveranno le riflessioni di antropologi, scrittori, filosofi, artisti, linguisti, sociologi e scienziati, protagonisti degli incontri che indagheranno, ognuno da un’angolatura differente, una delle tematiche più urgenti dell’attualità: il nostro rapporto con l’ambiente e con tutti gli esseri, viventi e inorganici, che lo abitano.
Venerdì 26 maggio il festival inizia con la conferenza inaugurale Un pianeta prezioso di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Il sociologo e scrittore propone una riflessione tra acqua, alimentazione, ambiente ed economia, per comprendere meglio il nostro pianeta, e immaginarne uno più sostenibile e generoso, in cui umani e non umani possano tornare a convivere in armonia.
A seguire al teatro Manzoni SANI! Teatro fra parentesi, spettacolo scritto e interpretato da Marco Paolini, artista noto al grande pubblico per le sue narrazioni attente al mutamento del paesaggio, della società e della storia. Sani è un’espressione usata per dare il saluto ai piedi delle Alpi, e riassume il senso di un teatro che mette insieme, creando ponti: è un abbraccio, un augurio, un tonico contro la solitudine in forma di ballata popolare.
Poi il dialogo tra la giornalista e autrice Caterina Soffici e lo scrittore Premio Strega 2021 Emanuele Trevi, raccontano come gli animali ci parlano delle nostre debolezze e paure attraverso le pagine della letteratura, da Virginia Woolf a Jack London, da Elsa Morante a Dino Buzzati, Trevi e Soffici. Suggestioni e spunti per riflettere su come, attraverso le altre creature, gli esseri umani possono mettersi in ascolto per trovare risposte.
Infine a chiudere la prima giornata la proiezione del film Voyage of Time – il cammino della vita di Terrence Malick. Cineasta tra i più acclamati del nuovo millennio da vita ad un viaggio epico e spettacolare che si fa preghiera di ringraziamento per un pianeta generoso e fragile.
Sabato 27 maggio. Il secondo giorno il festival procede con lo scrittore e classicista Nicola Gardini indaga i difficili equilibri che regolano la vita degli esseri umani secondo uno dei più grandi poeti dell’antichità: Ovidio. L’uomo, insieme a ogni forma vivente, è soggetto a un continuo rischio di mutazione, con conseguenze sul piano identitario e politico non trascurabili. Le Metamorfosi si rivelano un potente discorso sul rapporto tra natura e cultura, tra biologia e civiltà.
La giornata prosegue col genetista e scrittore Guido Barbujani accompagna il pubblico alla ricerca della svolta che ci ha reso umani, per capire quando, come e perché lo siamo diventati. Benché non esista ancora una risposta semplice a questa domanda, oggi gli studi dei fossili, dei reperti archeologici e del DNA ci permettono di ricostruire con maggior precisione le tappe fondamentali del cammino evolutivo dei nostri antenati.
Una discussione tra il filosofo Leonardo Caffo e l’antropologo Andrea Staid, a partire dall’analisi delle società che hanno elaborato cosmologie non antropocentriche, relativa alla crisi ambientale e climatica, oltre a essere una catastrofe, può configurarsi anche come possibilità per un cambiamento di paradigma profondo.
Un’altra importante occasione per riflettere sulle innumerevoli connessioni che l’ambiente rivela con gli aspetti della nostra esistenza è offerta dall’enciclica di Papa Francesco, Laudato sì. Partendo dai punti principali della lettera apostolica, il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI, e l’antropologo Marco Aime, si soffermano sugli sviluppi futuri del rapporto tra gli esseri umani e la Terra.
Poi la storica dell’arte Angela Vettese che accompagna il pubblico in una rassegna delle stupefacenti forme d’amore che legano l’arte contemporanea alla natura: partendo dagli anni Settanta con l’opera pioneristica di Joseph Beuys sino a oggi con Philip Parreno e Pierre Huyghe.
Presente anche il meteorologo Paolo Sottocorona, noto volto televisivo, spiega cosa è il cambiamento climatico e cosa non è (ma cosa può sembrare). Per far fronte all’emergenza climatica occorre agire tempestivamente, perché qualunque iniziativa non venga presa oggi condurrà a ineluttabili diseguaglianze domani. Si stima che i danni economici causati da eventi climatici estremi siano dieci volte superiori ai costi della mancata prevenzione. Questo dal punto di vista economico, ma quanto vale una vita umana?
Ma è possibile la convivenza con i selvatici dove vivono tante persone? È un dubbio solo umano: i selvatici non si formalizzano, sono tolleranti, incrinano la presunzione dell’uomo di essere al di là e al di sopra del resto del mondo naturale. L’antropologa Irene Borgna racconta perché conservare i grandi carnivori sia allo stesso tempo una scelta politica, una fatica enorme, una lezione di umiltà e un’inestimabile opportunità.
In piena crisi climatica le parole per definire il nostro rapporto con l’ambiente ci sfuggono. Natura – ambiente – crisi climatica – antropocene – green economy: vecchi e nuovi termini si inseguono e si trasformano continuamente. In che modo la comprensione delle questioni ambientali è mediata dal linguaggio? E cosa succede al linguaggio quando attraversa le culture, quando ci si accorge, per esempio, che la parola “natura” è intraducibile in gran parte delle lingue del mondo e persino nei dialetti d’Italia? Un linguista, Federico Faloppa, e un antropologo, Adriano Favole, tentano di rispondere a questi interrogativi dialogando attorno alla nuova prospettiva dell’ecolinguistica.
La seconda giornata del festival si conclude con Note per la Terra, il concerto speciale al teatro Bolognini. Protagonisti la voce straordinaria di Petra Magoni e le note del contrabbasso di Ferruccio Spinetti. Nel ventesimo anniversario del loro sodalizio artistico, che porta il nome di Musica Nuda, il duo si esibirà con inediti tratti dal loro ultimo album e arrangiamenti di brani di
artisti internazionali e italiani, dai Beatles a Fred Buscaglione.
Domenica 27 maggio. La giornata si apre con i molti studi scientifici che dimostrano l’esistenza di un pensiero animale: la soluzione di problemi, l’orientamento nello spazio, l’uso dei numeri, sono fenomeni che accomunano molte specie. L’evidenza che gli animali pensino, tuttavia, non ci dice molto sul fatto che siano coscienti. Giorgio Vallortigara, neuroscienziato, svela la complessità della mente degli animali: dalle abitudini di api e mosche, ai labirinti dei primi neuroni, divagando tra romanzi, poesie e formicaleoni.
«Guasto è il mondo, preda di mali che si susseguono, dove la ricchezza si accumula e gli uomini vanno in rovina.» Così scriveva lo scrittore Oliver Goldsmith nel 1770 e oggi, due secoli e mezzo dopo, ci accorgiamo che il pianeta ha un gran bisogno di manutenzione. Ma a chi spetta questo compito? Lo sguardo teatrale di Marco Paolini e quello antropologico di Marco Aime si incrociano sui grandi temi ambientali riportandoli nelle nostre piccole pratiche quotidiane, riflettendo su come queste possano trasformarsi in una nuova forma di politica.
Lo psicologo Ugo Morelli approfondisce le modalità secondo le quali pensiamo l’ambiente che ci circonda e lo elaboriamo in paesaggio. È attraverso i paesaggi che immaginiamo e viviamo, che ci connettiamo all’ambiente. Proprio per questo oggi è per noi salvifico e indispensabile riconoscere di “essere natura”. I paesaggi della nostra vita, la loro vivibilità, per noi e per gli altri esseri viventi, sono nelle nostre mani e dobbiamo averne cura. In collaborazione con Fondazione Hapax – Synapsis.
Francesco Ferrini, docente ordinario di Arboricoltura e Coltivazioni Arboree all’Università di Firenze spiega il legame imprescindibile fra gli esseri umani e gli alberi. Per il nostro pianeta, minacciato dall’inquinamento, gli alberi rappresentano il simbolo di una nuova crociata verde, quella che salverà la Terra e noi stessi. Abbiamo bisogno di più alberi in modo combinato, ben programmato, differente e, prima ancora, è urgente proteggere quelli esistenti.
L’antropologia, come altre discipline, si è resa conto che in molte culture gli uomini e le pietre “socializzano”. Non è un caso che in numerose tradizioni le pietre siano protagoniste di storie: crescendo, spostandosi, oppure, dando alla luce altre pietre. Dall’Europa al Sudamerica, dal Sahara alle Hawaii, l’antropologa Emanuela Borgnino ci racconta di un dialogo, quello tra umani e pietre, che consente di ripensare come ci relazioniamo con la natura e con elementi a volte inaspettati.
Un antropologo con la matita che racconta il mondo e i suoi abitanti: Altan da quasi cinquant’anni scrive e disegna le avventure della Pimpa – una cagnolina a pois che incontra personaggi di specie e culture diverse trattandole con rispetto e cura, come fosse un’antropologa – e vignette in cui i personaggi riescono a dire verità che di solito non dicono. In dialogo con il giornalista Luca Raffaelli, il fumettista Altan si racconta, tracciando la storia della sua poetica, dei rapporti con il padre, noto antropologo, e dell’incontro, alla fine degli anni Sessanta, con la travolgente cultura brasiliana.
Il mito e la fiaba hanno affidato a figure simboliche come le Sirene, i Centauri, le Arpie, i Minotauri, ma anche l’Uomo Ragno e l’Elephant Man – metà umani e metà animali – il compito di esplorare i confini dell’identità, sempre sospesa fra singolare e plurale. La loro doppia natura consente di cambiare continuamente il loro messaggio, adattandolo a ogni epoca, a nuovi valori, paure e speranze. L’antropologa Elisabetta Moro racconta di questi esseri sorprendenti, che sopravvivono al trascorrere dei secoli, galleggiando nel mare dell’immaginario globale.
Dalle esplosioni atomiche alle fughe moderne verso luoghi di improbabile salvezza, passando per le “primavere silenziose” e il collasso degli ecosistemi. Le crisi degli ultimi anni ci ricordano con insistenza che le cose possono precipitare da un momento all’altro. Anche se l’Apocalisse è ormai un’idea alla moda, la nostra psiche è davvero in grado di contemplarla? Le scienze di descriverla e la letteratura di raccontarla? Chiude la XIV edizione dei Dialoghi di Pistoia lo scrittore Paolo Giordano, con una riflessione sulle nostre inquietudini nel tempo dell’impensabile.
«Quest’anno Dialoghi di Pistoia tratta l’argomento che deve necessariamente essere al centro dell’agenda politica mondiale. Non parliamo del futuro ma del presente. Sul riscaldamento globale siamo già in ritardo – dichiara il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi. – Come sempre, il Festival ideato da Giulia Cogoli mette a fuoco una questione primaria con estrema precisione, trattandola con una qualità di approfondimenti che rappresenta, da anni, il valore e dunque il successo di questa manifestazione. Pistoia, anche questa volta, è protagonista di una riflessione importante. Spero che tanti visitatori e tanti concittadini possano cogliere questa occasione».
Giunge alla sesta edizione il Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia, attribuito ogni anno a una figura del mondo culturale che con il proprio pensiero e la propria opera abbia testimoniato la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane e contribuito a migliorare lo scambio interculturale. Quest’anno il riconoscimento sarà assegnato ad Amitav Ghosh, antropologo e scrittore indiano di fama mondiale. I suoi numerosi saggi e romanzi indagano le urgenze della modernità, partendo dalle grandi questioni poste dal colonialismo, dall’antropocentrismo, dall’ecologia e dall’emergenza ambientale.
Alla consegna del premio, sabato 27 maggio in piazza Duomo, seguirà l’incontro Voci non umane, storie più che umane.
Per restare aggiornati online, invece, tornano anche quest’anno i Dialoghi online, con il ciclo di video-interviste a cura di Elisa Brivio e Giulia Cogoli, dal titolo Noi siamo natura. Dalla teoria alle (buone) pratiche. Dal 2 al 18 maggio, ogni martedì, giovedì e sabato, saranno intervistati da Elisa Brivio: Marco Bianchi, Mia Canestrini, Francesco Cara, Sara Furlanetto, Stefano Liberti, Deborah Lucchetti, Elisa Nicoli e Sara Zambotti.
Biglietti in vendita dal 28 aprile in piazza Duomo 12 a Pistoia e sul questo sito (conferenza inaugurale gratuita | € 3 incontri | € 7 concerto e spettacoli).