Seconda edizione del progetto promosso dalla Fondazione Toscana Spettacolo e dal Teatro Metastasio Stabile della Toscana, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Prato, per valorizzare le realtà emergenti dello spettacolo della scena toscana.
Giovani in scena vuole consentire ai giovani artisti del territorio di esprimere le loro potenzialità promuovendone i lavori più recenti con una rassegna nel mese di giugno presso il Teatro Magnolfi di Prato dedicata ai loro spettacoli.
Anche quest’anno molte compagnie hanno risposto all’avviso di selezione a conferma del bisogno di teatro delle giovani generazioni. La maggior parte delle proposte che sono state presentate sono orientate verso tematiche legate all’attualità ma anche al bisogno di ritrovare una propria identità. Terreno comune è il linguaggio dove i generi si incontrano e si contaminano: teatro di prosa, narrazione, teatro musicale e teatro danza.
Giovani in scena si conferma, quindi, un grandangolo sul territorio per valorizzarne le peculiarità e proporle a un pubblico allargato grazie a una distribuzione nei teatri della regione.
Tra le oltre trenta compagnie che hanno partecipato tre sono quelle individuate per l’edizione di quest’anno: Vancaldes con Il calapranzi, Ossadiseppia con Crisis e Prospettiva Capaneo con Leonce e Lena. Tre gruppi emergenti con diverse visioni, linguaggi e interpretazioni della contemporaneità.
Un’opportunità per queste compagnie di avere a disposizione un luogo – il Teatro Magnolfi di Prato – dove provare e mettere in scena le loro performances, con la prospettiva di entrare nella programmazione della prossima stagione teatrale toscana.

CALENDARIO

Venerdì 6 giugno ore 21.30 | Teatro Magnolfi
IL CALAPRANZI
The wondering waitress – Primo Studio
di Harold Pinter
regia Mila Vanzini
con Roberta De Stefano, Claudia Caldarano
luci Elena Piscitilli
produzione Vancaldes/Teatro Il Grattacielo
con il sostegno di Armunia

Un Calapranzi tutto al femminile, ma senza stravolgimenti drammaturgici. Così si presenta questa nuova edizione del testo di Pinter interpretato da due giovani attrici.
Il male esiste, sembra essere governato da qualcuno sopra di noi. In realtà è annidato in noi stessi e non accetta domande né rilascia risposte: si impone e colpisce. Per questo le domande, le continue domande che pone Gus, sono destinate a restare senza risposta. La crisi di Gus nasce dal bisogno di confrontarsi, di sentire forse quella pietà comune a tutti gli esseri umani. Ben, l’altro personaggio di questa storia, risponde col silenzio, trincerandosi dietro al giornale o giocandolo d’anticipo per commentare ad alta voce ripugnanti fatti di cronaca. E laddove ciò non sia sufficiente a zittire il compagno, Ben usa la violenza per affermare la propria predominanza che da sola deve bastare a chiudere ogni dubbio.

Sabato 7 giugno ore 21.30 | Teatro Magnolfi
κρíσις (CRISIS)
Indagine su un corpo al di sopra di ogni sospetto
con Paolo Cioni, Cristina Gardumi,
Debora Mattiello
drammaturgia Debora Mattiello
disegni, scene, sostumi Cristina Gardumi
fondali digitali Associazione DN@
musiche Gabriele Marangoni
direzione tecnica Luca Orsini
regia Cristina Gardumi, Debora Mattiello,
produzione Ossadiseppia

Lo spettacolo di Debora Mattiello, che torna in Italia dopo una lunga esperienza all’estero, è ambientato in un metaforico condominio, in cui si svolge un’indagine sull’assassinio della signorina Speranza. L’ispettore Sventraveritas e la portinaia Onoria, che investigano solerti sugli alibi e i moventi degli altri condomini, amano talmente tanto la verità da inventarla, fino ad arrivare al punto in cui tutti sembrano essere colpevoli. I sospettati sono sclerotizzati nel loro plausibile movente, tutti desiderosi di una vita bella in un corpo sano, amato e amorevole; tutti mancanti, inquieti, malati. Eliminare l’oggetto del desiderio o stigmatizzare l’odio verso l’estraneo li può salvare? Colpevolisti, innocentisti, qualunquisti fatevi avanti. Chi ha ucciso la Sig.na Speranza?
Articolandosi come un giallo, la pièce indaga le pieghe dell’animo umano: la ricerca sul mistero dell’omicidio prende la forma di un racconto attorno al corpo morto, fisicamente presente, come unico elemento scenografico, al centro della scena. E alla crisi da esso innescata.

Domenica 8 giugno ore 21.30 | Teatro Magnolfi
LEONCE E LENA
da Georg Büchner
liberamente tratto da Leonce e Lena di Georg Büchner
drammaturgia Lorenza Guerrini
regia Matteo Cecchini
con Matteo Cecchini, Francesco Dendi, Stefania Spinapolice, Valentina Cipriani, Lorenza Guerrini, Antonella Miglioretto, Alessandro Conti
produzione Prospettiva Capaneo

Leonce e Lena di Georg Büchner è uno dei capolavori indiscussi della drammaturgia mondiale. Si tratta di una commedia ottocentesca dove il dolore è celato da un sorriso beffardo e pungente suscitato e rivolto all’essere umano, alla sua stoltezza, alla sua incoscienza. Principe lui, principessa lei, entrambi, separatamente (non essendosi mai visti), fuggono prima del loro matrimonio concordato. S’incontrano e si innamorano per caso, per poi decidere di tornare al proprio destino, inconsapevoli di essere uno il promesso sposo dell’altra. L’umanità convive da sempre con la profonda paura che il suo essere venuto al mondo sia solo frutto del caso, sperando di trovare un senso nel fare, nel possedere o peggio nel dimostrare. Questo è lo stato di cui Leonce si fa carico. Simbolo già quasi due secoli fa di quello che poi saremmo diventati: giovani già vecchi, senza un futuro, senza prospettive, senza sogni. I rapporti, i valori, i simboli, le religioni, i miti, tutto ciò che da sempre è riuscito a dare un significato a questa misera vita è stato depauperato della sua forza e della sua valenza.

“Cosa non fa la gente dalla noia! Studiano dalla noia, pregano dalla noia, si fidanzano, si sposano, si moltiplicano dalla noia, e infine dalla noia muoiono.” Leonce e Lena, 1836