Difendere la bellezza dal dilagare alluvionale della bruttezza è un compito che non ci spaventa. La Camerata Strumentale è saldamente posizionata nella sua trincea di combattimento e ha fatto conoscere i tesori della musica a migliaia di giovani di questa città, ricevendo in cambio il loro sorriso, i loro occhi pieni di meraviglia, il clima festoso di chi ha scoperto qualcosa di importante.

La battaglia più impegnativa è però quella contro il pregiudizio. È una vulgata comoda e insidiosa, arma letale in mano a chi odia la cultura, quella di far passare la musica d’arte come tediosa, difficile, indigesta. Salvo poi scoprire, una volta fatta l’esperienza della sala da concerto, che la musica comunica un’umanità senza tempo, oltre la storia, perfettamente adeguata al nostro bisogno di bellezza, di profondità, di emozione, di elevazione.

È un po’, per analogia, la guerra dello slow food contro il dilagare del fast food. Quella piccola guerra quotidiana che si combatte in ogni famiglia assennata, fra il manicaretto succulento frutto dell’amorosa cucina della mamma o della nonna e la seduzione immediata ma avvilente della polpetta serrata nel morbido panino e insaporita per mezzo di subdole salse industriali. Quando la ragione riesce ad allearsi col piacere, la nonna finisce per trionfare sull’hamburger.

Certo, addentare una sinfonia di Beethoven o di Schubert richiede più tempo e più concentrazione per chi è stato nutrito di pregiudizi sulla musica «difficile». La nostra esperienza di questi quindici, meravigliosi anni di vita della Camerata ci insegna che però la bellezza, come la nonna, ha ottime probabilità di vittoria.

Insomma, basta assaggiare, lasciandosi convincere ad accantonare per un attimo il pregiudizio.

Gli ingredienti per vincere il pregiudizio contro la bellezza ci sono tutti anche nella stagione che sta per cominciare. Abbiamo cercato di mettere insieme piatti forti e amatissimi (la Sinfonia «dal nuovo mondo» di Dvořák, tanto per cominciare, Romeo e Giulietta di Čajkovskij o i concerti per pianoforte di Mozart e Beethoven, la Scozzese di Mendelssohn) ad altri più ricercati e preziosi, come i Concerti per violoncello di Carl Philipp Emanuel Bach o la luminosa Sinfonia di Vorišek. Faremo anche qualche incursione nei sapori esotici, dalla paprika delle Danze di Galánta di Kodály alla fusione di aromi russo-mediterranei del Capriccio spagnolo di Rimskij-Korsakov.

Mettendo da parte la metafora gastronomica, la Camerata in questi ultimi anni ha sempre coltivato anche la parte più spirituale del patrimonio lasciatoci dai grandi musicisti. La nuova guida del Coro del Maggio Musicale Fiorentino, quel Lorenzo Fratini da Prato che iniziò la sua brillante carriera insieme alla Camerata or sono quindici anni, torna col suo Coro per dirigere nella sua città un meraviglioso e pochissimo conosciuto Mozart sacro ed eucaristico (le ispirate Litaniae de venerabili altaris sacramento K. 243) e una versione ottocentesca viennese del celebre Stabat mater di Pergolesi, riorchestrato e arrangiato per quattro solisti, coro e orchestra da Eybler (allievo di Mozart), Otto Nicolai e Ignaz von Seyfried.

Nell’avvicinarsi della Pasqua, la Camerata col suo direttore musicale Alessandro Pinzauti saranno ospiti della Rassegna di Musica Sacra «O flos colende» nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze con Le sette parole del nostro Salvatore sulla croce di Haydn, una delle più toccanti meditazioni musicali sulla Passione. La voce di Fabrizio Gifuni accompagnerà il percorso musicale con un’antologia di poesie spirituali.

Anche questa stagione porterà a Prato interpreti nuovi per il nostro pubblico, e illustri, come le pianiste Angela Hewitt e Ingrid Fliter, o il violoncellista Enrico Bronzi. Un’ospitalità particolarmente significativa è quella per il pratese Alberto Bocini, che suona per la prima volta come solista con la Camerata nel graziosissimo Divertimento concertante di Nino Rota. Nuovi incontri quindi anche quest’ma senza dimenticare per strada collaborazioni fruttuose come quella con l’Orchestra Pistoiese «Promusica» Sul podio della Camerata tornano Gábor Takács-Nagy e Jonathan Webb, e nel concerto inaugurale potremo riascoltare quello splendido pianista che è Herbert Schuch, in rinnovato connubio con Alessandro Pinzauti, la guida storica della Camerata.

Nel concerto finale, Alessandro Pinzauti dirigerà una partitura di natura particolarissima, un capolavoro della didattica musicale che ha però la virtù di essere anche una splendida partitura da concerto. È la Guida del giovane all’orchestra, ovvero Variazioni e fuga su un tema di Purcell che Benjamin Britten concepì nel 1946 per un documentario cinematografico in cui si illustravano gli strumenti dell’orchestra sinfonica. È una bella opportunità per giovani e adulti di godersi, come in passerella d’onore, i nostri ammirevoli professori d’orchestra. Quei meravigliosi musicisti che, insieme, prendono il nome di Camerata Strumentale «Città di Prato».

Alberto Batisti, Direttore artistico

IL PROGRAMMA COMPLETO DELLA STAGIONE CONCERTISTICA 2013/2014

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