E’ scomparso oggi a Napoli dopo una lunga malattia Marcello D’Orta, il maestro autore di “Io speriamo che me la cavo“, un libro composto da 60 temi di bambini napoletani  che nel 1990 divenne un immediato bestseller.

“Io speriamo che me la cavo”, da cui poi venne tratto anche un film con Paolo Villaggio per la regia di Lina Wertmuller, nacque dalla sua esperienza nella scuola elementare di Arzano (Napoli).

Un libro che fece divertire e riflettere tutta la penisola, raccontando uno spaccato del nostro paese che mai fino ad allora era venuto alla luce con tanta autenticità. Tra le altre cose, il libro  sdoganò un termine rimasto nell’immaginario collettivo: “Sgarrupato”.

Così Marcello D’Orta parlava del suo mestiere di insegnante e del dialetto in un articolo comparso sulla Gazzetta del Sud, il 29 dicembre 2005 (Wikipedia).

“Io, modesto maestro elementare, dissento da glottologi, filologi e professori universitari. Il dialetto nasce dentro, è lingua dell’intimità, dell’habitat, “coscienza terrosa” di un popolo, sta all’individuo parlante come la radice all’albero; nasce nella zolla, si nutre nell’humus, si fonde nella pianta stessa. È, insomma, l’anima di un popolo”.

Ecco una selezione di citazioni di “Io speriamo che me la cavo” tratte da Wikipedia.

1. Al Nord il maltempo è sempre cattivo, piove e nevica sempre, le persone si svegliano umide. (da Il maestro ti ha parlato dei problemi del Nord e del Sud. Sapresti parlarne?)

2. A me io lo sport che preferiscolo e il calcio, perche si segnano molti gol, mentre nelo sci e nel cavallo non si segna neanche un gol. (da Qual è lo sport che preferisco)

3. La mamma è una cosa seria. Essa si sacrifica da quando noi nasciamo. Essa produce il latte per noi. Quando siamo piccoli produce il latte, perché è un mammifero: per ciò si chiama mamma. (da Tra una settimana ricorrerà la festa della mamma. Parla in generale delle mamme e della tua in particolare)

4. Il mondo fa schifo, io non ho paura a dirlo, perché sono il capoclasse, e certe cose posso dirle.(da La fame nel mondo)

5. Se devo dire la verità, ma proprio la verità, a me il telegiornale dell’una mi piace, perché non lo vedo in quanto esco da scuola a più dell’una. (da Il telegiornale spesso parla di cronaca nera. Pensi che sia giusto dare questo tipo di informazione, o preferiresti un telegiornale diverso?)

6. Se Gesù non mandasse l’acqua, un guaio. Le piante si arrognerebbero, gli alberi mosci, la terra ha sete, gli animali morissero, io morissi. (da L’acqua è un prezioso dono di Dio. Parlane…)

7. Mia madre dice che il Terzo Mondo non tiene neanche la casa sgarrupata, e perciò non ci dobbiamo lagniare: il Terzo Mondo è molto più terzo di noi! (da Descrivi la tua casa)

8. Quando io correvo sulla spiaggia tutta la rena andava in faccia ai signori che dormivano, e quelli gridavano. Ma a me che me ne fotte? io correvo! (da Come hai trascorso l’estate?)

9. Io penzo (e credo) che la donna deve essere uguale a l’uomo, perché non è giusto che non è uguale. L’8 Marzo la donna deve essere uguale, all’uomo! (da L’8 Marzo è la festa della donna. Parla della condizione femminile)

10. L’hanno scorso io mi sono vestita da Cenerentola, e pure quest’anno mi vestirò da Cenerentola, perché il vestito è facile, basta che prendi delle pezze. (da A Carnevale ogni scherzo vale…)

11. I buoni rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del Purgatorio un po’ ridono e un po’ piangono. I bambini del Limbo diventeranno farfalle. Io speriamo che me la cavo. (da Quale, fra le tante parabole di Gesù, preferisci? – 3)

Le Stagioni – Io speriamo che me la cavo (1992=)