Per evitare il commissariamento e vanificare così in toto la vittoria alle urne, il sindaco Biffoni ha confermato che nel consiglio comunale di lunedì 30 giugno (nell’ultimo giorno utile) chiederà al consiglio comunale di approvare il bilancio consuntivo 2013 nonostante i 22,9 milioni di disavanzo illustrati stamani dall’assessore al bilancio Monia Faltoni.

Il rendiconto era stato bocciato durante la scorsa legislatura, con 21 voti contrari e 20 favorevoli, nella seduta consiliare del 15 maggio. Tornerà sui banchi del Consiglio comunale lunedì 30 giugno, ultimo giorno utile per evitare il rischio del commissariamento da parte della Corte dei Conti.

“Si tratta di una scelta di responsabilità per evitare l’amministrazione controllata – ha spiegato il sindaco Biffoni – Ho chiesto un impegno politico importante alla maggioranza per salvaguardare l’interesse dei cittadini. E’ un’approvazione tecnica. Pur non condividendo il percorso che ha portato a questa circostanza, faremo nostro quello che nostro non è, affinché la città mantenga la sua guida politica”.

Sotto accusa, soprattutto i 28 milioni euro che la giunta Cenni aveva previsto di incassare nel 2013, ben 18 in più di quelli previsti per la stessa cosa nel 2012.  Insomma, ora son dolori. “Negli ultimi cinque anni – dice l’assessore Faltoni nella nota inviata ai giornali  – pur consapevoli dei tagli di trasferimenti da parte del Governo centrale, il Comune non ha provveduto a modulare tasse e imposte, né a contenere le spese. Per chiudere il bilancio di previsione 2014 in pareggio sono necessari 9 milioni di euro al netto delle tasse: una situazione di difficoltà di cui la precedente amministrazione era ben consapevole, come dimostra la famosa delibera numero 99, che prevedeva l’IMU al massimo sulle seconde case e un taglio del 9 per cento sulla spesa corrente”.

Ecco tutti i buchi del bilancio consuntivo 2013.

  • Avanzo di competenza in parte corrente 270mila euro, di fatto non disponibili perché il Comune si trova in anticipazione di tesoreria e il fondo di svalutazione non è congruo;
  • Avanzo in conto capitale 1,3 milioni;
  • Anticipazione della Cassa depositi e prestiti per debiti inesigibili pari a 11 milioni da restituire con un piano di ammortamento in 30 anni;
  • Incongruità del fondo di garanzia per i debiti di dubbia esigibilità che dovrebbe ammontare a 64 milioni e oggi ha un valore di 30 milioni;
  • Di fatto la differenza di disponibilità del Comune è di 22,9 milioni di euro, data dalla differenza tra i 261 milioni di incassi registrati nel 2013 a fronte di 284 milioni di pagamenti.

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Prato