Dopo il gazebo per l’eteropride, associazione nata per difendere e sostenere i diritti degli eterosessuali,  ieri sera in Piazza Duomo si è tenuta la manifestazione in difesa della famiglia tradizionale e contro la legge contro l’omofobia, organizzata dall’associazione La Manif pour tous Italia. Un centinaio di persone si è riunito di fronte al Duomo e alla statua del Mazzoni, si è imbavagliata ed è rimasta lì a protestare per la “libertà di pensiero” e contro la legge Scalfarotto (quella contro l’omofobia), che ha scatenato un vero e proprio putiferio quando venne approvata alla Camera lo scorso mese di settembre.

 

La legge

Considerata da più parti a sua volta omofoba, la legge è un allargamento della legge Mancino del 1993 e inasprisce i reati di discriminazione sessuale. Scalfarotto la considera una legge storica per l’Italia, dove “per la prima volta vengono riconosciuti i diritti della comunità LGBT”, che però non sembra pensarla così, soprattutto a causa del subemendamento Gitti che, in sostanza, sostiene che non siano discriminazioni aggravate dall’omofobia le opinioni “assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”.

Una bella cronaca della giornata in cui venne approvata si trova sul Fatto Quotidiano. Insomma, c’è polemica, e dopo nove mesi dall’approvazione alla Camera lo stesso Scalfarotto ha annunciato poco tempo fa che la legge passerà anche al Senato entro la fine dell’anno spiegando, tra le altre cose, che non solo la legge Mancino non ha mai colpito le opinioni ma che su tutto vigila la Costituzione, che tutela la libertà di pensiero.

 

La Manif pour tous

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Foto Cosimo Zecchi

Torniamo però alla manifestazione pratese, che riprende i modi e i temi delle sentinelle in piedi,  alla cui organizzazione è stata data opportuna visibilità da TvPrato nel tardo pomeriggio di ieri.

La Manif pour tous è un’associazione, mutuata dall’omonima realtà francese, nata con l’obiettivo “di mobilitare i cittadini italiani di tutte le confessioni religiose, politiche e culturali e risvegliarne le coscienze in merito alle problematiche riguardanti le recenti leggi su omofobia e transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali“.

I suoi scopi sono due: 1) garantire la libertà di espressione 2) preservare l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto del bambino ad avere un padre ed una madre.

Nel manifesto pubblicato sul sito di riferimento viene spiegato tutto molto bene.
Con la presentazione delle Proposte di legge su contrasto all’omofobia e alla transfobia, accesso al matrimonio da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso (matrimonio egualitario, adozione da parte di coppie dello stesso sesso), modificazione dell’attribuzione di sesso e con l’adozione della strategia Nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, si è avviato il processo di demolizione della famiglia, con l’abbattimento di quei criteri legali, biologici e morali che ne assicurano la stabilità, i diritti e i doveri, e che la riconoscono come cellula fondante della società“.

E poi:Il “matrimonio” omosessuale e l’accesso all’adozione e alla procreazione assistita da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso, previsti dalla proposta di legge, rendono possibile l’omogenitorialità, di per sé innaturale“.

La proposta di legge sulla Modificazione dell’attribuzione di sessosi legge ancora nel manifestointroduce la possibilità che colui che non si senta di corrispondere al proprio sesso, dal quale è inconfondibilmente caratterizzato sin dal concepimento, possa costringere con atto legale la propria identità fisica a quella percepita, mutevole a seconda della propria sensibilità. Si apre la strada ad una distorsione della realtà umana, un doloroso rifiuto di ciò che siamo. Si spinge verso un nuovo ordine antropologico fondato sulle preferenze e incurante della realtà”.

Ma è il punto 4 del manifesto, chiamato “Quando l’ideologia diventa violenza”, che spiega dove l’associazione vuol andare a parare:Con l’introduzione della “Strategia Nazionale” il Dipartimento per le Pari Opportunità ha avviato una serie di misure negli ambiti di istruzione, lavoro, sicurezza e carceri, comunicazione e media, con l’obiettivo dichiarato di “dare un forte impulso a quel cambiamento culturale così fortemente auspicato. Introduce a partire da quest’anno percorsi di educazione all’“affettività consapevole” sin dagli asili nido e scuole dell’infanzia, dispone l’integrazione delle tematiche LGBT nei programmi scolastici, percorsi di formazione, sensibilizzazione e aggiornamento in materia di orientamento sessuale e identità di genere per tutti gli ordini di scuola, affidandoli nella loro realizzazione alle associazioni LGBT, alle quali attribuisce il ruolo di enti di formazione“.

Il Gender

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Foto Cosimo Zecchi

Tutta la colpa di questo sollevamento è di un certo termine, “Gender”, che pare sconvolgere i sonni di molti.  “La base ideologica di tale processo (di demolizione della famiglia ndr) risiede nella teoria Gender, secondo la quale l’identità sessuale della persona non è un dato naturale stabile e biologicamente determinato, bensì un dato mutevole, che viene sostituito con il concetto di genere, inteso come ruolo sociale fluido, culturalmente determinato e dipendente dalla propria sensibilità“.

Del rapporto tra scuola e gender ha parlato l’Avvenire riprendendo un’interpellanza al Presidente del Consiglio di sei senatori di NCD (Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi, Roberto Formigoni, Luigi Compagna, Federica Chiavaroli e Laura Bianconi) lo scorso febbraio: “Bloccare la distribuzione nelle scuole degli opuscoli dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale) sull’omofobia che, oltre a rappresentare l’ennesimo tentativo di introdurre in classe l’ideologia del gender ispirata dalle lobby gay e Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender), contengono inaccettabili giudizi sulla religione cattolica”.

Particolarmente “educativo”  “L’ideologia del “gender”: se la conosci la eviti“, articolo apparso sul Foglio Notizie del Diaconato della Diocesi di Roma, dove si mette in guardia sui pericoli dell’adozione di tale concetto,  e soprattutto il volumetto edito dall’associazione Manif  “Genere o Gender? una lettura scientifica” firmato da Chiara Atzori, medico, membro dell’associazione Scienza & Vita, dove si cerca di dimostrare scientificamente quanto innaturale sia l’omosessualità da ogni punto di vista.

Comunque a Prato, iersera, per fortuna c’era un altro gruppo di manifestanti: una piccola rappresentanza della comunità LGBT pratese. Erano proprio lì, su un balcone in piazza Duomo. E tra un travestimento papale e una canzone della Carrà,  hanno esposto uno striscione.
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