Nuovo direttore e nuove collaborazioni per la stagione 2014/2015 della Camerata Strumentale “Città di Prato”, dedicata al rapporto fra etica e musica. Dopo la lunga esperienza di sedici anni con la direzione musicale di Alessandro Pinzauti, il musicista che ha seguito la crescita dell’Orchestra fin dal lavoro di selezione dei musicisti coi quali fu costituita nel dicembre del 1997 e che l’ha guidata con fruttuosa abnegazione in tanti successi italiani e internazionali, la Camerata volta pagina e si avvia a un nuovo progetto artistico col suo nuovo direttore musicale, il maestro Jonathan Webb.

Il primo incontro dell’Orchestra con il direttore britannico risale addirittura al settembre del 2002, quando su invito della direzione artistica diresse pagine di Mozart e Haydn riscuotendo l’immediata simpatia del pubblico e la stima dei professori della Camerata. Da allora, Jonathan Webb è stata una delle presenze più assidue nei cartelloni del complesso pratese, grazie alla particolare sintonia stabilita con i musicisti e all’identità di vedute e di sensibilità musicale con la direzione artistica.

“Con Jonathan – si legge nella presentazione della stagione – abbiamo voluto costruire la prossima stagione sulla forza etica di cui è straordinario strumento di comunicazione il linguaggio musicale. Per questo il primo e l’ultimo capitolo di questo ideale libro da sfogliare sono consacrati a Beethoven, ma nel concerto inaugurale ci sarà anche un omaggio ai centocinquant’anni dalla nascita di Richard Strauss, con la virtuosistica Burleske per pianoforte e orchestra affidata alle mani sapienti del pianista israeliano Shai Wosner”.

Altre novità della nuova stagione. La prima che salta agli occhi è quella col Metastasio Jazz, con il concerto di gennaio che vedrà tra i protagonisti anche  Enrico Rava. Continua la collaborazione invece con Fondazione Promusica di Pistoia e col Maggio Musicale Fiorentino.

Ecco la presentazione della stagione a cura del direttore artistico della Camerata Strumentale Alberto Batisti.

Giovedì 6 novembre
A Beethoven l’umanità è debitrice di aver dato voce potente con la sua musica alle più alte e irrinunciabili aspirazioni del mondo moderno. L’Ouverture delle musiche di scena per la tragedia di Goethe Egmont con la quale si apre la nuova stagione è la glorificazione del sacrificio del singolo per la conquista del più prezioso bene comune, la libertà. Allo stesso modo, l’epica musicale della Sinfonia «Eroica» trasfigura in musica gli ideali formatisi nel Settecento dei Lumi e incarnati poi dalla Rivoluzione francese, quella trinità laica di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza che non cesseremo mai di perseguire, di cercare, di realizzare. Per queste ragioni, e per la sua immensa dimensione artistica, Beethoven è un irrinunciabile compagno di viaggio, da indicare alle nuove generazioni come guida sicura. Il necessario approdo di questo percorso avviato nel nome di quegli ideali è la Nona Sinfonia, col suo abbraccio a un’umanità composta di fratelli e non più di nemici, formata da uomini e donne tutti figli di un Unico Padre. La vita musicale di un’Orchestra e del suo pubblico ha il dovere di proclamare questo credo di civiltà, per ritrovare nella musica la fiducia in un mondo migliore. «Es muss sein!», «deve essere!» scriveva perentorio Beethoven sulle note del suo lavoro estremo, il Quartetto op. 135. Quell’imperativo categorico, insieme all’esortazione «abbracciatevi, o moltitudini!» consegnata sulle parole di Schiller al Coro finale della Nona Sinfonia, deve risuonare in noi sempre, senza incertezze. Solo poche settimane fa, con gesto che voleva essere politico e che invece ha assunto il carattere odioso dello sfregio, un manipolo di parlamentari europei ha voltato le spalle durante l’esecuzione dell’Ode alla gioia, il simbolo musicale del mondo democratico e libero. Anche a causa di questo vilipendio, l’esecuzione della Nona Sinfonia è un’opportunità preziosa per tornare a spiegare, ai più giovani e ai meno giovani, cosa rappresenti quella musica per la nostra civiltà.

Giovedì 27 novembre (Politeama Pratese) Venerdì 28 novembre (Manzoni, Pistoia)
A questi temi si lega anche il concerto che ha in Guido Rimonda la doppia figura di solista al violino e direttore. Grazie alle ricerche di questo raffinato interprete sulla figura e l’opera del grande violinista e compositore Giovanni Battista Viotti, è di recente emerso come egli sia l’autore della musica che fu poi associata alle parole rivoluzionarie della Marseillaise, simbolo eterno della libertà. Viotti era il violinista da camera di Maria Antonietta, e di conseguenza affatto estraneo alle istanze rivoluzionarie. Eppure, quel tema poi inalberato come vessillo da un’intera nazione nella sua lotta di liberazione era stato composto da Viotti per una sua serie di variazioni già nel 1781, undici anni prima che Rouget de Lisle gli associasse i suoi versi incandescenti. Insomma, «prima la musica e poi le parole». Il programma di Rimonda si muove intorno alla figura di Viotti e alla squisita qualità della sua musica, da cui avrebbe preso le mosse il grande violinismo ottocentesco, con Paganini e Wieniawski fra i più illustri protagonisti, entrambi doverosamente presenti nell’impaginazione musicale della serata.

Giovedì 11 dicembre
Nell’approssimarsi del Natale, tornerà sul podio della Camerata un altro beniamino del pubblico pratese, il maestro Filippo Maria Bressan, con un programma che dalla Prima Suite per orchestra di Bach ci porta alle rivisitazioni del barocco nell’Ottocento (Grieg), nel primo Novecento (Vaughan Williams) e del secondo Novecento (la deliziosa, tenerissima Suite im alten Stil di Schnittke). Una perfetta serata per scambiarsi gli auguri in musica.
Il 7 settembre, il foltissimo pubblico presente in piazza del Duomo ha fatto la conoscenza di un giovane e trascinante direttore americano, Christopher Franklin, che ha regalato gioia con pagine in cui il linguaggio del jazz incrociava il grande sinfonismo. Su questa linea si muovono due appuntamenti della stagione, che hanno avuto in quel concerto sotto le stelle un’anticipazione e un festoso preludio.

Uno è affidato allo stesso Franklin,(Giovedì 26 febbraio) musicista col quale la Camerata intende stabilire una collaborazione regolare. Torneremo ad ascoltare musica di Leonard Bernstein, genio assoluto del Novecento americano, qui rappresentato da una delle sue opere strumentali più originali e ispirate, la Serenade per violino, archi e percussioni concepita come interpretazione musicale del Simposio di Platone. Una bella occasione per riprendere in mano il Dialogo sull’amore di questo padre del nostro pensiero e della nostra civiltà. La Serenata di Bernstein avrà in Sonig Tchakerian il suo prestigioso violino solista. Il resto del programma include pagine amatissime di Mahler e di Čajkovskij.

Giovedì 29 gennaio
Il legame fra orchestra e jazz si fa ancor più intenso con la celebrazione dei vent’anni della rassegna jazzistica del Teatro Metastasio, guidata dal grande amico e grande specialista Stefano Zenni, che ha voluto coinvolgere la Camerata per festeggiare un traguardo tanto importante, affiancandola a protagonisti del calibro di Enrico Rava, Roberto Cecchetto, Giovanni Guidi, Stefano Senni e Zeno De Rossi, tutti uniti nel viaggio Rava on the Road.

Giovedì 19 marzo
Ritroveremo in Marzo Jonathan Webb con un programma che offre per la prima volta al pubblico pratese la Suite dalla Water Music di Haendel, accostata alle ultime sinfonie di Haydn e di Mozart. Un programma, almeno per metà, molto londinese, in onore del nuovo direttore musicale della nostra Orchestra.

Venerdì 17 aprile
Tornano al Politeama col loro geniale direttore Gary Graden per il massimo capolavoro sacro di Mozart, la grande Messa in do minore K. 427, accostata a un prezioso Offertorio, Misericordias Domini, che riserverà a tutti il piacere di una scoperta. Non ve la anticipo, altrimenti la sorpresa va a farsi benedire. Venite a scoprirla in sala da concerto, insieme a tutte le occasioni di bellezza che questa Stagione di concerti può offrirvi.

Giovedì 7 maggio
Avviandoci verso l’approdo della Nona Sinfonia col Coro del Maggio Musicale Fiorentino diretto dal pratese Lorenzo Fratini al fianco di Jonathan Webb, avremo la grande gioia di ritrovare gli amici del St. Jacob’s Chamber Choir di Stoccolma, quelle meravigliose voci con cui negli ultimi anni abbiamo scalato insieme i vertici musicali delle Passioni e della Messa in si minore di Bach.

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