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Salta l’alleanza tra Firenze e Prato, quella con la quale si ambiva a mettere insieme Metastasio e Pergola e ottenere il titolo di teatro nazionale introdotto dal “Decreto Valore Cultura” per sostituire i teatri stabili italiani. Un decreto che fino a questo momento, stando agli operatori del settore, non sta facendo altro che scatenare incertezze.

Le cose sono ingarbugliate anche per i diretti interessati, figuriamoci per tutti gli altri. I due teatri, e le due città,  per mesi hanno parlato e provato a correre insieme per il titolo di teatro nazionale, per il quale il “Decreto” ha stilato criteri precisi. Pergola e Metastasio sono finiti sui giornali più volte per quello che poteva essere un matrimonio difficile ma epocale: interviste, titoloni e la certezza che la strada giusta per la Toscana fosse quella della corsa congiunta. Poi è arrivato il Ministero gelando anche gli animi più accesi, se ce ne sono mai stati.

Cos’è successo. Negli ultimi mesi il Met e Prato hanno fatto due proposte alla Pergola e a Firenze: la prima, subito scartata al tavolo organizzato dalla Regione, è stata quella di un’associazione temporanea di scopo. Troppo debole. La seconda proposta, supportata anche dal parere tecnico di un notaio, è stata quella del consorzio tra le due fondazioni, che in questo modo avrebbero potuto presentare la domanda che scade il prossimo 15 gennaio (nessuna delle due fondazioni ha mai pensato di sciogliersi per costituirne una terza, anche perché i tempi erano troppo stretti). Firenze e la Pergola, che in proprio non hanno proposto alcuna soluzione, hanno recepito la proposta pratese e in modo informale sentito il Ministero per sapere se il consorzio era una via percorribile. Il Ministero ha risposto di no, nonostante nel Decreto si parli di un non meglio specificato “soggetto”:  la domanda per diventare teatro nazionale possono farla solo le fondazioni e solo quelle. Così finisce la partita dell’alleanza tra Prato e Firenze, tra Metastasio e Pergola, lasciando il dubbio che il titolo di teatro nazionale alla fine potranno prenderselo solo le grandi città come Roma e Milano, quelle cioè che hanno i numeri, e rimettendo un sacco di dubbi sul futuro soprattutto del Metastasio.

Cosa succede ora. Se finora la partita economica e politica si giocava tra Prato e Firenze, adesso la Pergola correrà da sola e senza remore per diventare Tric (teatro di rilevante interesse culturale) e ripresentarsi così tra tre anni, questo si leggeva stamani su Repubblica Firenze, per la corsa a teatro nazionale forte anche dell’arrivo del teatro Niccolini. E il Metastasio?

A sentire il Met e i politici pratesi, il Metastasio avrebbe tutte le carte in regola per presentare la domanda per teatro nazionale. Ma bisogna capire quanto gli convenga in termini economici. La domanda è questa: riceverà più fondi uno degli ultimi teatri nazionali (sempre che il titolo venga concesso) o uno dei primi Tric in classifica? L’unica certezza, in questo senso, sembra sia che la presenza della Pergola, ossia di un soggetto nuovo, priverà comunque di qualcosa tutti i teatri toscani che già incassavano i fondi ministeriali.

La direzione da prendere, che spetta al consiglio di amministrazione del Met, sembra comunque indirizzata verso un percorso analogo a quello fiorentino: teatro di rilevante interesse culturale per tre anni per tentare di nuovo la scalata al titolo di teatro nazionale forte non solo della sua tradizionale caratura (Matastasio, Fabbricone,produzione e formazione) ma anche, chissà, di un altro palcoscenico di peso: il Politeama.

Su una cosa invece sono tutti d’accordo: il fallimento dell’alleanza con Firenze permette al Metastasio di continuare ad essere quello che è sempre stato, anzi di più: un luogo di produzione a tutti gli effetti. Un aspetto su cui anche il nuovo presidente Massimo Bressan  ha da sempre le idee chiare. Tornare alla sperimentazione e alla modernità del Metastasio degli anni Settanta.

Lapidario il commento dell’assessore alla cultura Mangani: “A questo punto a me interessa che il Metastasio mantenga lo stato di teatro più importante della Toscana”.