Ho 72 anni e 56 li ho passati lavorando nel settore ortofrutticolo, oggi ho deciso di insegnare il mestiere ai figli e ai nipoti, perché per loro non ci sono scelte. Con un negozio come il nostro, che fa della qualità a buon prezzo una regola di vita, si campa benino. E io lo consiglio a qualsiasi giovane con famiglia che non ha lavoro: trovati un socio che ha voglia di impegnarsi e metti su un’ortofrutta. Con sacrificio, pazienza e rispetto per il cliente andrete avanti bene”.

Piero Cini è un fiorentino doc che ha scelto Prato quale patria elettiva. Padre di tre figlie, ha iniziato sedicenne a fare il facchino al mercato di Sant’Ambrogio, finché non è diventato commerciante di frutta e verdura all’ingrosso. Nel 2005 è andato in pensione, ma allarmato dalla crisi economica e dalla moria di opportunità per figli e nipoti, ha deciso di insegnare loro quel mestiere tanto amato e ha aperto nel 2006 un negozio di ortofrutta a Coiano, il “Via Casella”. Qui ha iniziato a lavorare con moglie, figlia e nipoti, poi lo scorso dicembre, vista la buona riuscita del primo, ha deciso di aprire anche l'”Ortofrutta da Piero”, un altro negozio identico, in via Capponi, gestito da un’altra figlia e una nipote.

La vita mi ha portato a Prato per vari incroci del destino e sono contento di aver scelto questa città. Qui a Coiano, poi, mi son sempre sentito bene, a casa, accettato e ben voluto. Mi conoscono, mi rispettano e ho tutti clienti fissi, affezionati. Sono circondato da brave persone”, racconta Cini seduto su una sedia fuori dal negozio. “Certo, la vita è dura, i soldi non li fai, ma ci campi dignitosamente. Io, avendo aperto l’attività per la mia famiglia, non mi metto in tasca nulla, ma riesco a dare a tutti lo stipendio che meritano e pago sempre tutto senza difficoltà. Questo significa che se lavori bene, il ritorno lo vedi. Per questo, sulla scia dell’esperienza fatta qui in via Casella 7, abbiamo deciso di aprirne un altro in via Capponi, fra la Pietà e la Castellina. Lì, dopo aver valutato le esigenze del quartiere, abbiamo optato per un orario spezzato, dalle 7:30 alle 13 e dalle 15:30 alle 18, mentre qui a Coiano si fa il continuato”.

È un nonno energico Piero e convinto che ai giovani d’oggi serva una guida forte e sicura che li aiuti ad avere fiducia nel futuro attraverso un lavoro onesto, benché duro.

Ogni mattina continuo ad alzarmi alle 4 per andare a scegliere la frutta al mercato generale di Novoli – prosegue – e con me porto mio nipote, Riccardo, 22 anni. Sono molto orgoglioso di lui: ha iniziato a venir con me tre anni fa e per ora non ha mai bucato una mattina. È una levataccia, lo ammetto, tanto che i miei colleghi di una vita nel vedermi ogni giorno al mercato generale non fanno che chiedermi chi me lo faccia fare. Ma io guardo Riccardo e la risposta è scontata. È per lui, per gli altri nipoti, per le figlie che lo faccio e quando mi renderò conto che sono capaci di camminare da soli, senza il mio sostegno, sarò ben felice di starmene a casa con mia moglie a progettare passeggiate e viaggi. Fino ad allora, però, continuerò con le mie levatacce e a sgobbare fino a sera. E poi diciamoci la verità, mi diverto, e tanto. Questo è il mio mondo e di sicuro mi mancherebbe. E poi lavorare mi fa ringiovanire”, precisa sorridendo.

E proprio perché sente che i giovani ancora non son pronti per gestire tutto da soli, Piero ha rinunciato anche alle ferie. “Perché in questo lavoro – spiega – niente va lasciato al caso, da quando si sceglie la frutta e la verdura a quando si batte alla cassa. Il valore aggiunto è scegliere roba di qualità e riuscire a darla a un buon prezzo. E il tutto va condito con una buona dose di gentilezza. Se non sai acquistare non resisti. Bisogna anche puntare sul vendere la quantità. E la sera soltanto se hai incassato un 40 percento in più di quello che hai speso riesci a pagare gli stipendi, le tasse e l’affitto. Io vado pari, ma va bene così perché lo faccio per figli e nipoti, anche se ai giovani ho sempre detto: quando ci rimetto 5 lire dei miei smetto. Ma per ora si va”.

“Consigliare i clienti, riuscire ad accontentarli, dare loro prodotti di qualità nella giusta quantità sono gran soddisfazioni. E quando tornano soddisfatti, mi sento un signore”, conclude Piero Cini, precisando: “Non è più il tempo di fare i carrelli al supermercato da 200 euro. È il tempo del negozio sotto casa, del negozio di fiducia. La frutta e la verdura la si compra giorno giorno, per assicurarsi la qualità. E non ci imbrogliamo: se si comparano i prezzi del negozio di ortofrutta con quelli del supermercato non c’è differenza. I supermercati sono imbattibili per molti prodotti, ma per il fresco no. Quindi cari consumatori, aiutate a mantenere in vita questi negozietti, che vivono di fatica e passione, dove regna il rispetto e la voglia di farcela, dove ogni mattina la verdura arriva fresca e chi te la vende ha una faccia e una mano da stringere”.

Da Piero, la maggior parte dei prodotti è toscana, meteo permettendo, e quando si entra qua dentro la lista fatta a casa resta in borsa. “Qui si entra e ci si lascia guidare da quel che c’è di buono e a buon prezzo: è l’unica maniera per mangiar sano e bene. E ogni volta che compri, hai gli odori gratis. Un regalo che posso permettermi di fare grazie allo scambio che faccio con i contadini: io do loro le cassette vuote e loro mi danno gli odori che io poi posso regalare alla clientela. Niente è lasciato al caso. E anzi, quando posso, aiuto il coltivatore locale portando il pane duro per le galline che la gente del quartiere, sapendolo, mi butta sul camion. Qui tutto serve. Niente si butta. E quando ho qualcosa che non posso più vendere, ma che è ancora commestibile, lo appoggio sulla siepe di fronte al negozio e chi ne ha bisogno la recupera. Penso che solo dandosi una mano tutti, il mondo sarà migliore”.

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