Scordatevi l’epica e quelle umane coincidenze capaci di annichilire una promettente carriera al centro di “Portieri, eroi di sventura“, il primo libro di Fausto Bagattini. Mentre scriveva quel primo fortunato volume, il 37enne scrittore pratese si è accorto infatti di una cosa, “che le vicende dei portieri nella storia del calcio potevano dividersi in due grandi categoriae: gli sfortunati e le canaglie”. Così ecco pronta l’altra faccia della medaglia, una raccolta di storie vere che lasciano poco spazio all’immaginario e sbattono in faccia al lettore l’umanità meno nobile della categoria, i “Portieri figli di puttana”.

portieri_figli_di_puttanaGià nelle librerie, “Portieri figli di puttana” (edizioni “Ultra Sport”, 16,50 euro) si apre con una citazione da Papa Francesco (“Se uno dice una parolaccia contro mia mamma, gli aspetta un pugno“) e con la storia di Hope Solo, il più forte portiere di calcio femminile di tutti i tempi, “una bella e dannata, una testa calda nata in prigione”. Bagattini mette le mani avanti. “Il termine figli di puttana non ha alcuna accezione sessista, semplicemente deve essere inteso come similitudine di canaglia e di criminale, insomma senza alcun riferimento alle mamme dei calciatori o alle prostitute”.

Più di cinquanta biografie dove a farla da padrone questa volta è la cronaca nera. Un libro pieno di colpevoli del calcio insomma: portieri invischiati in casi di doping, di scommesse o combine, portieri ladri, portieri assassini e picchiatori. Alcune storie fanno venire i brividi. “Il portiere brasiliano Bruno Fernandez per esempio – spiega Bagattini – è stato condannato per aver fatto uccidere l’amante, una pornostar, e per averla poi data in pasto ai cani”. Il tenore, tra risse, truffe e fatti di sangue, è questo e comprende dei veri e propri personaggi entrati nella storia del calcio giocato per i loro atteggiamenti negativi. “Il più cattivo di tutti è sicuramente Schumacher, che nel 1982 “Le Figaro” definì “piccolo Hitler” per un’uscita killer (nella foto) durante Francia-Germania – racconta Bagattini – Battiston, la vittima dell’uscita, perse i sensi e Schumacher invece di scusarsi cominciò a prenderlo in giro: i due capi di Stato furono costretti ad un comunicato congiunto per stemperare gli animi”.

“Portieri figli di puttana” però racconta anche altro e cioè le declinazioni di un vecchio e famoso adagio, quello legato alla follia che caratterizzerebbe i portieri. “Il più incredibile di tutti in questo senso è secondo me il tedesco Lutz Pfannenstiel – racconta l’autore – uno che a 18 anni rifiuta la panchina nel Bayern di Monaco e finisce a fare il portiere in Malesia. Nella sua carriera ha giocato in cinque continenti ed è finito nei guai, tanto per citare un aneddoto, per aver rubato un pinguino e averlo tenuto nella vasca da bagno”.

fausto_bagattiniE così via, tra un Sebastiano Rossi e un Chilavert, tra uno Zamora e un Khan, nome dopo nome, storia dopo storia, cercando di raccontare quella dimensione dell’uomo “portiere” che sempre meno spazio trova su giornali e televisioni. E scoprendo qualcosa che forse in molti spesso si dimenticano. “Oggi abbiamo perso una certa epica del calcio ma prima i calciatori non è che fossero diversi o migliori – dice Bagattini – è cambiato il modo di raccontarlo, sono cambiati i media, sono aumentati gli interessi ma gli uomini e le dinamiche che animano il calcio rimangono sempre le stesse. Forse per questo ci piace tanto – conclude – perché riesce a tirar fuori tutto: la meschinità e la grandezza della natura umana”.

Foto anteprima: MondoPallone