Nel centro storico di Prato si vivono giorni intensi. Talmente intensi che la situazione ha finito per sfuggire di mano assumendo tratti in certi casi comici. L’ultima polemica tra commercianti e Comune sui varchi elettronici, con tutte le implicazioni politiche del caso, ne è purtroppo la dimostrazione.

Varchi elettronici

Ereditati dalla giunta precedente, i varchi elettronici (h 24) in centro storico sono stati attivati lo scorso 3 luglio dopo un paio di mesi di serrata comunicazione sul tema. Nessuno s’è lamentato forse perché era estate e quando è estate si sa, siamo tutti un po’ distratti dalla bella stagione, dal mare e dalle serate passate in compagnia.

Lo stesso è successo il mese scorso, quando Prato è infilata nel turbine dei concerti, dei festival e di tutti gli altri eventi programmati per il Settembre. Nel frattempo, da non trascurare, abbiamo registrato un incremento senza precedenti di presenze notturne in centro storico grazie ai nuovi locali aperti negli ultimi dieci mesi. Che hanno avuto i consueti effetti collaterali legati, soprattutto, alla convivenza con i residenti.

Poi è arrivato ottobre, la brutta stagione e gli annunci della chiusura di  una storica libreria per ragazzi del centro storico, il Gufo. Una libreria aperta da più di trent’anni, di fronte ai cui scaffali sono passate almeno tre generazioni di pratesi. Quel giorno, è il 2 ottobre, si parlava in termini apocalittici anche di via Firenzuola, la strada delle botteghe dove chiuderà una macelleria, e contestualmente si prendeva atto di un centro storico a due velocità,  dove prosperano i nuovi locali e dove agonizzano quasi tutti gli altri esercizi. E’ qui che comincia la battaglia sui varchi elettronici dei commercianti, rappresentati da Confcommercio e Ali.

Varchi spenti quando i negozi sono chiusi?

Il 3 ottobre infatti il Tirreno riporta l’appello di Daniele Spada (Ali) e di Matteo Marianeschi (Confcommercio). I due sostanzialmente chiedono al Comune di aprire almeno la sera i varchi elettronici (adesso che arriva l’inverno ndr), “come accade in tutte le città, Firenze per prima” e in un secondo momento di “riflettere sul concetto stesso di Ztl”. Insomma, le associazioni di categoria dicono che i varchi elettronici danneggiano i commercianti e la cosa andrebbe presa in seria considerazione se non fosse che la proposta e le sue motivazioni cozzino l’una contro le altre.

Da una parte si chiede di aprire i varchi perché i varchi fanno male al commercio, dall’altra si chiede di aprirli la sera, quando cioè i negozi che soffrono sono chiusi e rimangono aperti solo i locali vecchi e nuovi che tanto vanno di moda.

Lo stesso vale per le motivazioni portate a sostegno dell’apertura serale dei varchi. Ovvero che “i frequentatori del centro storico sarebbero diminuiti da quando sono entrati in funzione i varchi”, ma chiunque abbia messo piede in centro nei mesi scorsi può rendersi conto del contrario, e soprattutto che sarebbe “il timore delle multe a tener lontana la gente dal centro” (Spada).  Un po’ come se uno evitasse di percorrere la declassata perché ci sono gli autovelox, insomma.

A questo punto interviene l’assessore alla mobilità Filippo Alessi facendo notare che i varchi non sono lì per fare cassa ma per “proteggere la zona monumentale della città” come accade in buona parte delle città d’Europa. Concordando con i problemi di visibilità dei varchi denunciati da Ali e Confcommercio, l’assessore conforta i pratesi annunciando l’installazione di simboli riconosciuti dagli automobilisti di tutto il mondo (semafori ndr) per avvertirli della loro presenza e rimanda al mittente l’allusione con cui si lega la chiusura del negozio di via Firenzuola e l’accensione dei varchi elettronici. Spiega che via Firenzuola è nella zona Apu (Area pedonale urbana) da più di 10 anni e che non è cambiato nulla con l’arrivo delle telecamere. “Se i negozi sostengono di aver subito una diminuzione enorme di clienti – dice ancora al Tirreno –  fino a ora hanno vissuto su clienti che commettevano infrazioni. E francamente non me la sento di difenderle”.

Infatti il problema è l’Apu , sostiene il giorno dopo Luciano Gori, presidente del consorzio Prato c’è e vice presidente di Ali.  In via Firenzuola hanno chiuso tanti negozi perché è in zona pedonale. Gori sostiene anche che è “Difficile tenere aperto un negozio quando si fa di tutto per impedire ai clienti di avvicinarsi”, tirando in ballo le condizioni di degrado in cui versa la zona del parcheggio del Serraglio, che d’altronde sono sotto gli occhi di tutti, il costo elevato dei parcheggi e facendo soprattutto una considerazione – “Ormai da tempo le Lam non passano più dal centro e la chiusura di piazza delle Carceri e di via Tintori al passaggio delle Lam rende ancora più improbabile l’arrivo di clienti” – che potrebbe destare qualche perplessità anche alla Cap, oltre che ai residenti del centro storico.

Colpo di scena

La faccenda sembrava essersi risolta per quella che era, l’inutile e periodico ritorno di fiamma dei commercianti per le auto, se non fosse calata in scena l’indiscrezione, riportata dalla Nazione, che il sindaco Biffoni in persona avrebbe chiesto un approfondimento sulla possibilità di aprire i varchi dalle 20,30 al mattino successivo durante l’inverno. L’articolo si spinge fino ad ipotizzare la partenza della sperimentazione dal mese di novembre.

Se confermata, la sperimentazione dell’apertura dei varchi elettronici sconfesserebbe in un colpo solo tutto quanto detto dalla giunta sul centro storico negli ultimi tempi e più in generale l’approccio stesso della politica di Biffoni alle tematiche legate alla mobilità e ad un certo modo di vivere la città che va predicando da tempo.

“E’ un’ipotesi ancora tutta da valutare all’interno del gruppo e della giunta e comunque è un’ipotesi minimale – dice però oggi l’assessore Alessi – perché, come succede a Bologna o a Firenze, significherebbe permettere l’accesso al centro storico solo nei mesi invernali. Comunque, sia chiaro, non c’è nessuna volontà di riaprire alle auto il centro storico – conclude – e penso anche che l’apertura serale dei varchi abbia davvero poca utilità se prima non verrà fatta l’Apu”.

Il centro storico secondo i commercianti

In attesa di vedere come andrà a finire, Confcommercio e Ali incassano la possibilità della vittoria, correggono un po’ il tiro e fanno le loro proposte.

“Il centro storico diurno – spiegano in una nota – ha molti problemi in più (di quello notturno ndr) ed è su questo aspetto che vogliamo ribadire alcuni concetti per noi fondamentali. Chi si reca in centro durante il giorno ha, spesso, esigenze e tempi diversi da chi viene a viverlo la sera. Se il decoro, la pulizia, l’arredo urbano, la sicurezza sono fondamentali ad ogni ora, la clientela, i visitatori, i turisti che si recano in centro di giorno hanno una forte necessità di avere una accessibilità semplice, sia in termini di viabilità, che di parcheggi, che di trasporto pubblico“.

L’ossessione per le auto continua e anche nelle richieste che seguono la fa da padrone. I commercianti, in sostanza, chiedono queste cose:

  • Il Comune sostituisca le telecamere con un altro sistema di tutela della Ztl.
  • Venga riaperta al traffico via Tintori.
  • Prima ora di sosta gratis nei parcheggi dentro il centro storico e in quelli vicini.
  • Installazione della sbarra nel parcheggio di piazza Mercatale e possibilità di pagare per il tempo effettivo di sosta (iniziativa anche anti-parcheggiatori). Provvedimento già annunciato dal Comune.
  • Illuminazione camminamento da via del Serraglio verso il parcheggio di Piazza del Mercato Nuovo.
  • Maggiori controlli delle forze dell’ordine nel parcheggio del mercato nuovo e zone limitrofe.
  • Adeguata segnalazione, per chi viene da fuori città, dell’ubicazione del parcheggio del Serraglio e dei suoi ingressi.
  • Trasformazione di tutti i parcheggi oggi riservati ai soli residenti (es. S.Domenico, Via Convenevole, Via del Seminario) in parcheggio promiscui, che possano cioè essere usati da chi viene in centro.
  • Almeno nei giorni feriali, servizio di bus navetta che colleghi le piazze principali con i principali parcheggi esterni alle mura.

Farsi delle domande

Perché a Prato si parla quasi sempre di centro storico? Perché, almeno per chi scrive, i problemi che si riscontrano in centro storico sono la summa di quelli di un’intera città. Dallo spaccio alla questione della sicurezza, dalla crisi dei negozi alla prostituzione per non parlare di viabilità, approvvigionamento d’acqua e qualità della vita in generale, in centro c’è tutto quello che serve per farsi un’idea di Prato nel 2015. E’ un’idea che si fanno anche le persone che vengono da fuori, e non solo i turisti. Sono problemi che esistono, li viviamo tutti i giorni, e chiunque abiti a Prato possiede un’idea diversa, più o meno articolata, più o meno civile, di come si potrebbero risolvere.

Pensare che i problemi del commercio in centro storico siano legati, come sembrano dire Confcommercio e Ali, esclusivamente alla facilità con cui far arrivare possibili clienti in centro, significa disconoscere quello che sta loro succedendo intorno.

Significa non farsi delle domande sul perché le persone dovrebbero venire nel mio negozio. Significa anche osservare quello che pare un ricambio generazionale nel commercio del centro storico e non voler in alcun modo provare a comprenderlo e a cavalcarlo.