Indignandosi, la gente è come se partecipasse all’installazione” dice Mo², l’artista pratese che da due giorni sta lavorando all’installazione in piazza del Pesce di cui tutti stanno parlando in queste ore. Per lui, e per l’associazione PostArt che l’ha proposta all’assessorato alle attività produttive, l’obiettivo di “Ex Trenne/ News Tree” è già raggiunto: attirare l’attenzione su un luogo dimenticato come piazza del Pesce.

Un’operazione supervisionata da Luca Sposato per la quale è stata scelta la street art. “Lo scopo della performance, dalla quale verrà tratto anche un video – si legge nella presentazione – è riqualificare uno spazio storicamente rilevante come piazza del Pesce. La scelta di uno street artist come Mo² vuole sottolineare il carattere popolare e pubblico del luogo scelto, anticamente adibito a mercato (e adesso a parcheggio ndr)”. Quelli usati sono materiali di scarto (legno e plastica) che verranno fatti rivivere attraverso un’estetica nuova, nuovi colori e nuove forme, che cambieranno continuamente. L’installazione crescerà di dimensioni fino all’8 gennaio.

“E’ buon auspiscio – si legge al termine della nota – che chiunque passi di qui, magari contribuendo al lavoro dell’artista portando qualche pezzo, si prenda un pausa, si fermi un attimo ad ammirare e a criticare, a rilassarsi come se fosse una fontana barocca o un albero natalizio. Magari domani non lo vedranno più. Panta Rei”. “La street art è un’arte forte e che dà noia – aggiunge Mo² – in primis nasce così, quindi è anche un modo per scuotere le persone invece di offrirgli il solito alberino di Natale o continuare a usare una piazza del centro come un parcheggio”.

Mo² porta avanti da tempo una ricerca sugli accumuli di materiali, influenzato proprio dal suo essere a Prato. “Crescendo e continuando il mio percorso – racconta – ho iniziato a vedere le miriadi di accumuli che ci sono (da quelli cinesi a quelli industriali) in un’altra prospettiva, considerando alcuni come vere e proprie opere finite. Da qui è nata la necessità di riprodurli o di intervenirci. La cosa che mi fa più piacere è che chiunque possa dire “ma quest’accumulo lo vedo tutti i giorni nel piazzale di quella o quell’altra fabbrica, lo posso fare anch’io”. Io sono stato ispirato e affascinato liberamente dal luogo in cui vivo – conclue – gli accumuli rappresentano Prato”.