Mi chiamo Daniele, ho quasi 40 anni e sono sposato da 5 con una ragazza di Prato. Io sono nato a Firenze, vissuto a Poggio alla Malva e poi mi sono trasferito a Prato per amore: di mia moglie certo, ma non solo. A me la città di Prato piace tanto. La trovo bella, viva, ancora a misura d’uomo, con un centro storico suggestivo e ricco di eventi e locali.

Abitiamo a Grignano e spesso ci muoviamo in bicicletta: piste ciclabili ce ne sono (anche se non saranno mai abbastanza) e il centro chiuso al traffico permette di gironzolare spensierati per le vie della città. Mia moglie, durante la settimana, è solita correre in pausa pranzo. Avendo l’ufficio in Viale della Repubblica sfrutta la ciclabile lungo il Bisenzio per la sua mezz’oretta di corsa quotidiana, tra le 13 e 30 e le 14 e 30. Ieri purtroppo è successa una cosa che le ha scosso l’apparato emotivo: è stata aggredita da una ragazza che presumiamo essere una tossica.

Mentre stava correndo, con le cuffie, ha sorpassato un gruppo di giovani, a bordo pista ciclabile, composto da due ragazze, un ragazzo e due cani pitbull. Subito dopo averli superati è stata presa per un braccio da una delle due ragazze -l’unica seduta sull’erba dei tre- che le ha gridato in faccia tutti gli insulti possibili (urlandole che le aveva rubato la borsa…insomma farneticava), urtandole con la mano le cuffie che, fortunatamente, sono rimaste intorno al collo di mia moglie. L’uomo che era insieme alle due donne è intervenuto, portando via la ragazza visibilmente disturbata da sostanze stupefacenti pesanti e dicendo a mia moglie di togliersi dai piedi il più in fretta possibile.

Tutto si è concluso lì…e meno male. Mia moglie, rimasta parecchio turbata, dopo aver pianto ha chiamato la polizia esponendo l’accaduto, ricevendo in cambio solo un’alzata di spalle: “Sa signora quanti problemi di degrado ci sono a Prato? Non abbiamo pattuglie per poter salvaguardare la sicurezza dei cittadini. Va tutto a rotoli. Qui tra eroina, cinesi e immigrati non riusciamo più a fare nemmeno il nostro lavoro”. Ha provato a contattare anche qualche ufficio del Comune, quantomeno per segnalare l’accaduto. Le è stato risposto che il Sindaco è a conoscenza di tutto, ma che purtroppo ha le mani legate non potendo dirigere lui stesso le forze dell’ordine.

So che tutto questo non è e non fa notizia. In Italia purtroppo siamo abituati a muoverci o a dare cassa di risonanza soltanto in caso di aggressioni gravi con finale tragico. Ma a me piacerebbe che si riuscisse, anche come cittadini, a permettere a chiunque di passeggiare e/o correre tranquilli sul lungo Bisenzio. Già tempo fa fu creata una pagina Facebook “Liberi di correre” a causa di tentativi di stupro falliti (e meno male!) sempre sulla stessa pista ciclabile. Ma come troppe volte avviene, per una settimana non si parlò d’altro, e poi tutto scomparve.

E’ frustrante abitare in una bella città e non poter sfruttare la potenzialità dei luoghi pubblici, tra l’altro bellissimi, per paura di fare brutti incontri. Per il terrore di dover litigare e magari essere aggrediti da qualcuno, delinquente o tossico che sia. E’ avvilente e triste, soprattutto per una donna, che potrebbe essere presa di mira al contrario di un uomo più atto a difendersi. Non conosco le modalità risolutive per un problema del genere. Sono solo convinto che non è con la violenza che si riuscirà a estirpare altra violenza.

Forse non servono ronde e militari, ma operatori sociali, psicologi e persone di cultura che riescano a far capire, ai tanti giovani che si sono persi, che la vita è un valore e come tale va rispettata. Sono il primo a essere consapevole che la ragazza che ha aggredito mia moglie debba essere curata e non “soppressa”. Ma di questo passo ci potrebbero essere gesti inconsulti anche da parte di cittadini onesti, frustrati e stufi di subire angherie da delinquenti di strada.

Daniele Drovandi