Prato è mille colori. Ci viene in mente una canzone famosissima di Pino Daniele guardando il logo, anzi il brand, con cui da oggi Prato si presenterà al resto del mondo. Perché il nuovo logo, risultato finale del percorso partecipativo “Prato si fa brand”, è un intreccio di fili colorati, un groviglio di nodi, una batteria di direzioni sparate verso il futuro. Un lavoro concettuale che trova una sua lucida giustificazione da una parte nella storia della città (i fili del tessile) e dall’altra nelle molteplici sfaccettature, direzioni e possibilità di sviluppo che annovera al giorno d’oggi (i colori dei fili).

Intrecci di fili colorati che riempiono una grande P stilizzata, frutto del lavoro di stilizzazione dei confini della cinta muraria della città antica.

cintamuraria-logo-prato

Il nuovo logo è stato disegnato dalla Mr Watson di Parma sulle indicazioni dei risultati del percorso partecipativo gestito da Flod e Sociolab. “Abbiamo lavorato sulla tag cloud, cioè sui termini distintivi della città individuati dal percorso partecipativo” ha detto infatti Alessandro Anceschi di Mr Watson. Il percorso partecipativo è stato soprattutto una raccolta di parole rappresentative dell’identità della città.

La tag cloud, la nuvola di parole, compare all’inizio del video ed è questa:

tag-cloud-prato

 

Da queste parole, è stata dedotta la grafica finale, ovvero si sono scelte quattro parole, quattro grandi “tendenze” le ha chiamate l’assessore alle attività produttive Toccafondi che rappresenterebbe meglio di tutti gli altri l’identità di Prato proiettata nel futuro. Sono queste:

prato-e-logo-

 

Prato è natura (?), Prato è innovazione, Prato è creatività, Prato è buoni sapori. Sono quindi queste le parole che da oggi rappresenteranno l’identità di Prato nel resto del mondo. Un paio di grandi cartelloni pubblicitari compariranno alla stazione di Santa Maria Novella, tanto per dare l’idea dell’operazione nel suo complesso.

Oltre ai chiari riferimenti alle capacità imprenditoriali, artigianali, culinarie e paesaggistiche (?) offerte da Prato, ci saremmo però aspettati un piccolo ma al tempo stesso necessario riferimento alla tradizione artistica e culturale che da sempre accompagna la città, cose anche queste che hanno reso famosi i pratesi in Italia e nel mondo.

L’impressione è che l’operazione di marketing territoriale avviata col nuovo brand di Prato peschi a piene mani soprattutto nelle aspettative e nelle ambizioni che un’intera città nutre per il futuro. E non è necessariamente un male, perché queste sì che raccontano meglio di ogni altra cosa l’epoca di incertezze e profondo cambiamento che sta vivendo la città di Prato. Forse, tra qualche anno, occorrerà cambiarlo.

Questo invece il video di presentazione, che spiega bene il processo che ha portato alla creazione del logo della città di Prato.