Un nuovo corso per il Festival delle Colline.  Nuovo perché dopo dieci edizioni consecutive la trentasettesima (qui il programma) avrà una nuova direzione artistica. Sarà Gianni Bianchi, già direttore di produzione del festival, a sostituire infatti Silvia Bacci, che lasciò l’incarico poche ore dopo la fine della passata edizione.

“Sono molto felice – ha esordito Bianchi –  Silvia Bacci mi ha lasciato un gioiello e le istituzioni che continuano a investire in cultura ci permettono anche quest’anno di presentare alcuni nomi noti della musica italiana e internazionale insieme ad altri che invece, per ragioni soprattutto commerciali, non trovano così spazio sui palchi italiani”.

Da dx: Davide Del Campo, Stella Spinelli, Simone Mangani, Gianni Bianchi, Giacomo Mari
sx: Davide Del Campo, Stella Spinelli, Simone Mangani, Gianni Bianchi, Giacomo Mari

La presentazione è cominciata però con l’introduzione di Giacomo Mari, assessore alla cultura di Poggio a Caiano, Comune capofila del Festival. “Non è facile, di questi tempi, portare avanti progetti di questo genere, e speriamo che la Regione continui a sostenerci, ma lo facciamo proprio perché ci piace e crediamo sia qualcosa di speciale – ha spiegato – si viene al Festival delle Colline non solo perché ci sono nomi importanti della musica internazionale ma anche perché si ha fiducia nella sua programmazione, sempre di qualità”.

Anche Simone Mangani, assessore alla cultura di Prato, ribadisce con forza il sostegno al Festival delle Colline, dopo aver ringraziato la precedente direzione artistica. “Questa giunta sarà al fianco del Festival delle Colline finché lo saranno Poggio a Caiano e la Regione”. “Siamo orgogliosi di ospitare alla Rocca il concerto di chiusura del Festival delle Colline e di farlo insieme ad un musicista di fama internazionale come Badly Drawn Boy” ha invece detto l’assessore alla cultura di Carmignano Stella Spinelli.

“Questa edizione del Festival è molto colorata e a questo si deve il titolo “un po’ black, un po’ white” – ha spiegato Davide Del Campo – con cui volevamo dare un’idea delle sfaccettature culturali di questa edizione del Festival”. “E il concerto d’apertura, quello della piccola orchestra di Tor Pignattara, è quello che identifica bene tutto il progetto – ha aggiunto Gianni Bianchi – che poi viene declinato attraverso i concerti di Senese, Souza, Rumba de Bodas  fino allo spettacolo prodotto dal Festival, il progetto Wop. Lo abbiamo affidato al musicista pratese Andrea Franchi che ha avuto il preciso compito di mettere in piedi un progetto originale insieme a musicisti di estrazione e provenienza diversa. Ho visto le prove – conclude – siamo molto soddisfatti”.