“La terra è bassa” dicevano i nostri nonni che la conoscevano bene. Eppure qualcuno la dovrà continuare a coltivare anche al tempo di Facebook e così la Regione Toscana, nel programma di aiuti per l’autonomia dei giovani chiamato GiovaniSì, pubblica un bando da circa 20 milioni di euro per quei giovani che vogliono avviare un’azienda agricola.

“L’agricoltura toscana ha bisogno di rinnovarsi e attraverso energie fresche e migliori competenze tecniche – ha infatti spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – Per i nuovi giovani imprenditori agricoli toscani abbiamo varato un bando da 20 milioni di euro. Potrà accedervi anche chi è rimasto fuori dal precedente, visto che si richiede una partita Iva non più vecchia di 12 mesi”.

“Sono ammessi a presentare le domande – si legge nella nota della Reginoe – i giovani agricoltori che si insediano per la prima volta in una azienda agricola, in forma singola o associata di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti (finora erano 40 anni non compiuti), che presentano un piano aziendale e si impegnano ad essere agricoltori attivi entro 18 mesi dalla data d’insediamento e comunque non oltre la conclusione del piano aziendale, e che possiedono o si impegnano ad acquisire adeguate qualifiche e competenze professionali entro la data di conclusione del piano aziendale o le hanno acquisite negli anni precedenti alla presentazione della domanda”.

I fondi derivano per il 43,1% (8,6 milioni di euro) dall’Unione europea, per quasi il 40% (quasi 8 milioni di euro) dalla quota nazionale e per circa il 17% (3,4 milioni di euro) da risorse regionali.

“Con questo provvedimento – ha aggiunto l’assessore Remaschi – si interviene secondo una logica di progettazione integrata. Premieremo gli avviamenti di nuove attività agricole e aiuteremo gli investimenti nelle aziende, in particolare quelli in aziende agricole in cui si insedia un giovane agricoltore, incentivando al tempo stesso il ricorso alle energie rinnovabili e sostenendo gli investimenti capaci di sviluppare anche attività extra agricole”.

Come funziona il bando

Saranno valutate l’esperienza, i titoli di studio, la frequenza di corsi di formazione professionale, l’impegno a diventare imprenditore agricolo professionale e i giovani che svolgono funzioni di capo azienda, si legge ancora nella nota. Il finanziamento potrà andare ai titolari di aziende agricole individuali di nuova costituzione e ai soci, che siano anche amministratori e ai legali rappresentanti, di società agricole di persone o di capitale di nuova costituzione.

I Piano aziendali da presentare dovranno avere una durata massima di 30 mesi. I premi di avviamento avranno l’importo di 30.000 euro, elevati a 40.000 nel caso di aziende in aree montane. In caso di insediamenti plurimi potranno essere concessi fino a 5 premi con un unico Piano aziendale. Sarà Artea (l’Azienda regionale per le erogazioni in agricoltura) a gestire il bando e la concessione dei finanziamenti.

Tra le spese ammissibili figurano quelle per acquisto di terreni, costruzione o ristrutturazione di fabbricati, gli interventi tesi a migliorare l’efficienza energetica e ad utilizzare le energie rinnovabili, quelli per la rimozione del cemento amianto, lo stoccaggio e il trattamento dei liquami e delle acque riciclate, i miglioramenti fondiari, gli investimenti in programmi informatici.

Spazio e sostegno anche a chi mette in opera interventi di qualificazione dell’offerta agrituristica, di agricampeggio, fattorie didattiche, attività sociali e di servizio per le comunità locali come i nidi e i servizi per la prima infanzia e di accoglienza dei bambini tra i 3 e i 6 anni, ma anche per persone con disabilità o svantaggio.

I contributi ottenibili possono arrivare fino al 50% degli investimenti previsti e fino al 60% se l’azienda è situata in aree montane.

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