Da giovedì 26 a domenica 29 gennaio al Teatro Fabbricone (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30) Laura Marinoni si misura L’amore ai tempi del colera, uno dei romanzi più letti del nostro secolo, qui riproposto in versione “operita musical per cantattrice e suonatori”.

Con la sfida complessa di mettere in scena il realismo magico di un autore come Gabriel García Márquez e una storia d’amore durata oltre mezzo secolo – con relativi grovigli di vite coniugali, vedove allegre, figli, lutti e malattie – Laura Marinoni, diretta da Cristina Pezzoli, indossa i panni inediti di “cantattrice” e, accompagnata dal vivo da Marco Caronna (chitarra e percussioni) e Alessandro Nidi (pianoforte), narra e canta la storia e le notti d’amore di Florentino Ariza per Fermina Daza, un amore durato 53 anni, 7 mesi e 11 giorni, interpretando tutti i personaggi della vicenda.

La drammaturgia condensa gli episodi chiave del lungo romanzo esplorando i territori dell’innamoramento, le sfumature di un sentimento caparbio e misterioso capace di resistere alle intemperie della vita, di lottare con la morte in una sorta di danza sensuale. L’amore, per Marquez, ha gli stessi sintomi del colera: fa strage come l’epidemia che falciò la popolazione caraibica a fine Ottocento. Anche perché “il cuore ha più stanze di un casino”.

Aleggia nella pièce una seducente atmosfera caraibica, come suggeriscono il repertorio musicale e la scena spoglia, con solo una tenda di corde a far da fondale. D’altronde la vicenda è ambientata in una città portuale del Caribe sonnolento e sensuale, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. In queste coordinate spazio-temporali si snoda la love-story dei due protagonisti, che la scrittura scenica propone al tramonto della vita.

Istrionica, versatile, vulcanica, Laura Marinoni si dona completamente alla storia e ai protagonisti che la popolano. Presta voce e corpo a Florentino e Fermina adolescenti, al marito, ai figli, alla zia zitella, al padre di lei e alle amanti di lui: bastano una parrucca, un vestito o un oggetto scenico per diventare un nuovo personaggio, pronto a raccontare un segmento di storia, ad aggiungere una sfumatura di valore a quest’epopea sentimentale, utilizzando sapientemente voce, mimica e corpo.

Il sottofondo è costituito dalle note di un variegato universo musicale, all’interno di un repertorio d’origine in prevalenza “caraibica”, e si arricchisce di incursioni in altri generi musicali, con contaminazioni tra jazz, flamenco e soul.

Parole e musica diventano strumenti per una riduzione dell’opera di Marquez in cui concentrare i toni passionali dell’ardore del sentimento amoroso, la dolce tenacia dell’attesa, la magia di un amore che passa dall’età acerba al tramonto della vita senza spegnersi.