non alimentari

Annunciata dai quotidiani nel tardo pomeriggio, la lettera con cui alcuni sindaci della Toscana chiedono al Governo di chiudere tutte le attività non necessarie per fronteggiare l’emergenza Covid-19 è stata pubblica dal sindaco di Prato Matteo Biffoni sulla sua bacheca in tarda serata.

La lettera è firmata dal sindaco di Firenze Dario Nardella, da quello di Prato Matteo Biffoni, di Pistoia Alessandro Tomasi, di Arezzo Alessandro Ghinelli, di Pisa Michele Conti, da tutti i sindaci della provincia di Firenze, dal sindaco di Capannori e presidente della Provincia di Lucca Luca Menesini. Hanno aderito, si legge nel lungo post di Biffoni, anche il sindaco di Livorno Luca Salvetti e il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini. In arrivo anche i sindaci della provincia di Prato.

I firmatari, unitamente alla lettera, condividono con le imprese l’urgenza di misure economiche di sostegno.

Questo l’introduzione di Biffoni.

Le conseguenze anche economiche dell’emergenza Coronavirus saranno notevoli. Tutelare le aziende, i lavoratori e il sistema produttivo è importante. Ma oggi i numeri dei contagi sono tali da non lasciare spazio ad alternative. Per questo insieme a molti sindaci toscani ho chiesto alla Presidenza del Consiglio di interrompere le attività che non facciano parte del settore alimentare, sanitario, medicale e dell’informazione. Prevedendo tutele per difendere aziende e posti di lavoro, ma chiudendo oggi per poter uscire dall’emergenza.

Un sacrificio enorme, doloroso, necessario.

Questo invece il testo della lettera inviata al Governo.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Avv. Giuseppe Conte
Al Presidente della Regione Toscana
Dott. Enrico Rossi

Gentilissimi,
innanzitutto vogliamo ringraziarvi per il vostro impegno costante e gravoso di queste settimane. L’Italia sta vivendo un momento drammatico: la lotta al COVID 19 mette a dura prova le nostre comunità e noi, come Sindaci – seguendo le indicazioni degli esperti e applicando i provvedimenti della Regione e del Governo nazionale – stiamo mettendo in campo tutte le misure che ci auguriamo possano prima contenere e poi battere il Virus.

Le strutture sanitarie, i cittadini, le famiglie, le associazioni, i sindacati, le imprese: tutti sono in campo e ognuno sta facendo il massimo per vincere questa battaglia.

Ora, però, stiamo entrando nella settimana più complicata. A quanto ci dicono gli scienziati, i prossimi giorni saranno decisivi per combattere il virus e per verificare l’efficacia delle misure che stiamo mettendo in campo. Niente potrà essere lasciato al caso.

Da parte nostra, siamo impegnati a far rispettare le misure previste dal Governo e dalla Regione Toscana. La Polizia Municipale è impegnata al massimo in verifiche e controlli; abbiamo attivato le modalità di lavoro agile nei nostri Enti, in modo da limitare al massimo gli spostamenti del personale. In collaborazione con le associazioni di volontariato, abbiamo potenziato i servizi di assistenza a abbiamo sviluppato sistemi di consegna a domicilio per chi ne abbia bisogno. Abbiamo posticipato le scadenze dei pagamenti delle tasse e imposte comunali, e abbiamo posticipato anche il versamento dell’imposta di soggiorno. In alcuni casi, i canoni dovuti dagli esercizi commerciali sono stati aboliti per tutto il periodo di chiusura. Insomma, si fa tutto il possibile per contribuire al successo di questa battaglia, cercando di non lasciare indietro nessuno.

Prendiamo atto delle misure sin qui adottate che abbiamo difese e spiegate oltre che applicate, ma ora siamo convinti che ci voglia uno sforzo in più. Ci chiediamo: ha senso limitare gli spostamenti delle persone, oppure chiudere le scuole, se poi ogni mattina migliaia di lavoratori si recano ai posti di lavoro nelle fabbriche affollando i mezzi di trasporto?

Inevitabilmente, per quanto giustificati formalmente e con tutte le protezioni disponibili, entrano in contatto con altre persone, per strada e nei luoghi di lavoro. In molti contesti lavorativi, inoltre, le misure di sicurezza per la salute e la tutela dei lavoratori, non sono di fatto applicabili o lo sono parzialmente.

Non è forse il caso di fare una valutazione attenta, in un momento così drammatico, limitando al massimo il movimento e la presenza di persone nelle nostre strade?

Noi, dunque, chiediamo che sia fatto uno sforzo ulteriore: quello della chiusura, sull’intero territorio nazionale, di tutte le attività che non facciano parte del settore alimentare, medicale o sanitario e delle relative filiere di produzione e di distribuzione o dell’informazione e degli altri settori essenziali, finché non sia passato il momento più critico. Questo con le modalità e per il periodo che riterrete più opportuni.

Pensiamo che si debbano mettere in campo tutte, ma proprio tutte le misure che ci consentano di vincere questa battaglia. Lo sappiamo: è un sacrificio importante che si chiede al mondo delle imprese. Ma in questi giorni, in queste settimane non bisogna lasciare niente di intentato.

L’Italia è un grande Paese. La nostra reazione è un esempio per tutto il mondo. Siamo un esempio perché sappiamo essere uniti nella difficoltà. Siamo convinti che, tutti insieme, sapremo rialzarci più forti di prima. Ma, tutti insieme dobbiamo anche sapere quand’è il momento di fermarci. Noi crediamo che questo momento sia adesso.