amore
Foto di Luca Del Pia

“Amore” di Pippo Delbono è una grande coproduzione internazionale cui partecipa anche il Metastasio (dal 17 al 20 febbraio -feriali 20.45, sabato 19.30, domenica 16.30).

“Amore – si legge nella nota – unisce diversi linguaggi (musica, danza, poesia, letteratura) e due lingue (italiano e portoghese) ed è un viaggio musicale e lirico attraverso una geografia esterna – oltre al Portogallo, l’Angola, Capo Verde – e una interna, quella delle corde dell’anima che vibrano al minimo colpo della vita”.

“È il Portogallo infatti il punto di partenza, il luogo da cui comincia la ricerca di Pippo Delbono sulle tracce di un termine, “amore”, che non è solo un sentimento, ma uno stato dell’anima, un vero e proprio ingranaggio nell’organismo umano, che seleziona, sposta, frantuma e ricompone tutto ciò che vediamo, che sentiamo, tutto ciò che desideriamo”.

In scena ci sono tutti gli attori della storica compagnia: Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella.

Le note sono quelle malinconiche del fado e le musiche originali (composte dal chitarrista portoghese Pedro Jóia che si esibisce anche dal vivo insieme alla cantante e chitarrista angolana Aline Frazão e al chitarrista e cantante di fado Miguel Ramos) esplodono in slanci energici attraverso la voce dei cantanti con un ritmo ora di una parata, ora di un tableau vivant, ora di una lenta processione.

E c’è, poi, la parola poetica, restituita dal registro caldo dell’artista ligure attraverso il suo consueto, ipnotico, salmodiare al microfono. Le parole sono quelle di Carlos Drummond De Andrade, Eugenio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Jacques Prévert, Reiner Maria Rilke e Florbela Espanca.

«Questo spettacolo – racconta Pippo Delbono – presenta una duplice visione dell’amore. Da una parte – e sono i testi a prendere voce – ci mettiamo, tutti, alla ricerca di quell’amore, cercando di sfuggire alla paura che ci assale. In questo viaggio si cerca di evitarlo, questo amore, anche se ne riconosciamo costantemente l’urgenza; io lo ricerco, ma anche lo voglio, ed è proprio questo che fa paura. Ma il cammino – fatto di musiche, voci, immagini – riesce poi, forse, a portarci verso una riconciliazione, un momento di pace in cui quell’amore possa manifestarsi al di là di ogni singola paura».