Hagoromo
Massimo Bartolini - Hagoromo - foto Attilio Maranzano

La stagione espositiva del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato unisce la valorizzazione del patrimonio del centro a progetti espositivi con artisti internazionali. Sabato 26 marzo si è aperta la mostra “Il giardino dell’arte. Opere, collezioni”, la prima mostra a cura del nuovo direttore, Stefano Collicelli Cagol. Ecco le altre in programma nel corso del 2022.

Le mostre del 2022

“Gruppo 999 – Ricordi di Tecno-Ecologia” (21 maggio – 25 settembre)

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Mostra ideata da Stefano Pezzato, responsabile di collezioni e archivi del Centro Pecci. Realizzata dal Centro Pecci in stretta collaborazione con l’Archivio 9999 e Fiumi Studios.

Nel contesto storico a cavallo tra il ’68 europeo e il movimento di controcultura americano, il lavoro del gruppo 9999 innesca visioni ancora oggi rilevanti. Nei loro immaginifici collage emerge tra le fronde di una foresta cibernetica un pensiero ecologico capace di superare la dicotomia “natura-cultura” attraverso l’uso della tecnologia come strumento di coesistenza invece che di estrazione.

Lontani da posizioni restaurative di “ritorno alla natura” i loro progetti irrompono in un futuro-presente mettendo profondamente in questione gli strumenti dell’architettura in relazione a come abitiamo il pianeta, suggerendo piuttosto che soluzioni una serie di visioni verso un nuovo equilibrio tra uomo, tecnologia e mondo biologico.

La mostra sarà concepita come una foresta in cui perdersi, dove s’incontrano tre radure che disvelano da una diversa prospettiva le traiettorie fondamentali attraverso cui il pensiero del gruppo 9999 forma la sua posizione sul tema. Senza un ordine o una gerarchia s’incontrerà la prima sezione intitolata La Natura come artefatto culturale con una selezione di progetti che evidenziano l’approccio non dicotomico tra tecnologiauomo-natura; una seconda sezione intitolata Paesaggio-Macchina che esplora il pensiero germinale del gruppo nell’intendere l’architettura non come oggetto formale ma come rete/sistema/paesaggio; e una terza sezione intitolata Architettura della scatola nera che evidenzia come attraverso una strategia di dislocamento il gruppo giunge ad un pensiero germinale sull’antropocentrismo e sui problemi ontologici posti dal potere computazionale delle nuove tecnologie, rilevandone la natura magica ed oscura che riporta a
un senso arcaico del sublime. Ognuna di queste traiettorie sarà arricchita da una lettura contemporanea attraverso una serie di conversazioni aperte al pubblico che ne raccoglieranno l’eredità aprendole a urgenti questioni del presente.

“Schema 50 – Una galleria fra le neo avanguardie (1972-1994)” (25 maggio – 25 settembre)

foto Fulvio Salvadori

Mostra ideata da Stefano Pezzato, responsabile di collezioni e archivi del Centro Pecci. Realizzata dal Centro Pecci in stretta collaborazione
con Raul Ernesto Dominguez, co-fondatore di Schema e direttore della Fondazione Alberto Moretti / Galleria Schema di Carmignano (Prato). Ricerche d’archivio di Desdemona Ventroni.

Dal 21 maggio al 25 settembre 2022 il Centro Pecci di Prato presenta una selezione di opere originali e documenti d’archivio per ricordare il 50° anniversario della Galleria Schema (1972 – 1994), originale spazio di ricerca delle neoavanguardie nazionali e internazionali a Firenze, nel centenario di nascita del suo fondatore, l’artista Alberto Moretti (Carmignano, Prato, 1922 – 2012). Si tratta della prima mostra museale interamente dedicata all’attività sperimentale della Galleria Schema e, contestualmente, all’opera concettuale, antropologica e politica elaborata da Alberto Moretti.

Il progetto espositivo fa seguito alle recenti mostre dedicate alle raccolte museali di architettura radicale, di cui Galleria Schema è stata fra i promotori in Italia; si riconnette anche alla presenza dell’Archivio di Mario Mariotti, artista che ha esposto più volte in galleria, e alla recente acquisizione dell’Archivio di LaraVinca Masini, critica militante e attenta ad esperienze artistiche indipendenti come quella di Schema, oltreché amica e sodale di Alberto Moretti per oltre mezzo secolo.

“Massimo Bartolini. Hagoromo” (16 settembre – 8 gennaio 2023)
A cura di Luca Ceizza con Elena Magini.
La mostra, realizzata in partnership con Intesa Sanpaolo, presenta una nuova installazione – la più grande mai realizzata dall’artista – appositamente concepita per gli spazi del museo, una sorta di nuova spina dorsale che guida lo spettatore alla scoperta di opere appartenenti a momenti diversi della sua carriera. Eludendo il carattere retrospettivo, l’organizzazione cronologica e tematica, la mostra funziona come un itinerario fatto di incontri sorprendenti e rivelatori.

Hagoromo è il titolo di una nota pièce del teatro Noh giapponese, che racconta la storia di un pescatore che un giorno trova l’hagoromo, il manto di piume della tennin, spirito celeste femminile di sovrannaturale bellezza parte della mitologia giapponese. Alla richiesta dello spirito di riavere indietro il manto senza il quale non avrebbe potuto tornare in cielo, il pescatore risponde che glielo avrebbe consegnato solo dopo averla vista danzare.

Oltre alle mostre, il Centro Pecci riapre la seconda aula didattica del museo dedicata ad adulti e adolescenti: i servizi già attivi sono il cinema-auditorium, il bookshop, il bistrot, il ristorante, lo spazio Urban Center, i laboratori didattici, la biblioteca e l’archivio.