Una riflessione sulla felicità. Martedì 21 febbraio alla Sala Garibaldi di Prato ci sarà lo spettacolo “Felicità for dummies” di Roberto Mercadini, scrittore, divulgatore, poeta, filosofo e youtuber molto seguito.

Attraverso la vita di alcuni personaggi più o meno celebri, un matematico, un artista, un atleta, un oratore, un giardiniere, un astronomo, un genio, un poeta, con il monologo di Mercadini vuole raccontare la sua ricetta della felicità. Sarà “un’orazione commossa e comica. E, allo stesso tempo, un’impetuosa orazione sul senso del vivere”, come si legge nella presentazione dello spettacolo.

Mercadini, cosa la rende felice?

Il fatto di dare frutto, di poter esprimere con quello che faccio le mie attitudini, le passioni, il pensiero e la personalità. Io penso che ognuno di noi sia felice quando fa, quando produce creato e agisce in modo che le sue azioni e i suoi prodotti riflettono la sua più intima esperienza. La parola felice arriva da felix, che voleva dire inizialmente fertile e produttivo.

Nella presentazione dello spettacolo si parla di alberi, cosa c’entrano?

Io nel monologo faccio una metafora dell’albero: l’albero produce qualcosa che gli dà modo di esprimere la sua identità. Il melo fa le mele, il pero fa le pere, il susino le susine e così via. Ognuno di noi è un albero diverso: nell’antichità quando un albero era felice, arbor felix, voleva dire che dava molto frutto. Lo stesso vale per noi: siamo felici quando produciamo molto frutto, quando generiamo qualcosa che esprimere quello che siamo. La felicità è agire, fare, lavorare. Non è il riposo, non è una vacanza, l’assenza di problemi, quella al limite è la contentezza.

Quali sono i personaggi che vengono raccontati all’interno di questo spettacolo per raccontare la felicità?

Sono esempi di felicità che non hanno molto in comune fra sé, ma che spiegano al meglio il ragionamento appena fatto. Magari a volte sono esempi di felicità che per trovarla hanno dovuto attraversare l’infelicità: da grandi matematici a Michelangelo Buonarroti, da un calciatore a Dante, per citarne alcuni.

Cosa si riporta a casa una persona che viene ad ascoltare questo monologo?

Un’idea di felicità, che ti spinge non a inseguire un modello, ma a trovare una tua identità e voler diventare quello che sei.