Musica per Prato
Foto di Marco Saielli

Una serata all’insegna della musica per sostenere il Comitato Pro Emergenze Città di Prato. Mercoledì 27 dicembre, chiamati da Riccardo Onori, si sono dati appuntamento al Politeama una ventina di musicisti che hanno qualcosa in Comune con la città di Prato: perché sono pratesi, soprattutto, ma anche perché vivono o sono vissuti a Prato o perché semplicemente si sono sentiti chiamati in causa da un’iniziativa come “Musica per Prato”. È stata una serata piacevole, con alcuni picchi artistici, una reunion che ha scatenato il pubblico e un finale in crescendo.

La platea quasi piena e la galleria chiusa, “Musica per Prato” è cominciata con l’introduzione di Francesco Fantauzzi, patron di Fonderia Cultart che organizzava il concerto, e di Riccardo Onori, padrone del palco insieme agli altri musicisti che formavano la big band d’accompagnamento. «Questo è un momento di festa – ha detto Fantauzzi – ma non possiamo e non vogliamo dimenticare quello che è successo e cerchiamo di fare il possibile per sostenere tutti quelli colpiti dall’alluvione». «Anch’io ho cercato di spalare il fango e di fare sacchetti di sabbia ma mi sono subito reso conto che non ero bravo a farlo – ha raccontato Riccardo Onori – così ho cercato di organizzare un concerto e suonare, perché è quello che so fare meglio».

La serata è cominciata in scioltezza con le esibizioni di Giuseppe Scarpato e Danny Bronzini, cui è seguita la prima apparizione dei comici Gemelli Siamesi, presentatori sui generis, che dopo aver gelato il pubblico con un paio di scenette grevi e volgari, hanno saputo per fortuna riprendersi nel corso della serata. Le sonorità acide e metalliche dei Bluagata hanno lasciato il posto ai due pezzi jazzati dell’ottimo Ganugi (ex Fantasia Pura Italiana) e poi ai Porto Flamingo, il primo gruppo in scaletta a scatenare il battimani del pubblico sulle note dei loro tormentoni.

L’atmosfera si è quietata poi con il primo blocco in sequenza di tre artisti: Luca Floridi, la bella sorpresa Costì e i tormentoni strapratesi del duo Blebla-Jamax. Preambolo, questo, a uno degli eventi più significativi della serata. Prima la canzone “Prato quando piove” di Fabio Fantini e poi la reunion degli Edipo e il suo complesso, con i componenti arrivati da ogni dove chiamati a salire sul palco direttamente dalla platea. L’esecuzione di “M’è morto il gatto” con la band al completo, «non accadeva dallo scorso millennio», ha precisato il cantante Fabio Fantini, è stata una grande festa che ha fatto cantare divertito tutto il pubblico.

Pubblico che ha seguito incantato le movenze e la voce di Sabina Sciubba (ex Brasilian Girls) e goduto anche di una filastrocca improvvisata da Marco Cocci, accompagnato da Francesco Fanciullacci, dedicata alle vicissitudini tecniche che hanno ritardato l’esecuzione del suo brano in programma. Poi è salito sul palco Paolo Benvegnù, accompagnato da Andrea “Druga” Franchi. «A Prato ho vissuto gli anni più belli della mia vita – ha spiegato Benvegnù – sicuramente più che a Jesi, dove non ho mai vissuto». Al di là della battuta, l’esibizione di Paolo Benvegnù è stata una brevissima ma intensa liturgia dedicata alla musica e all’arte sulle note di “Mare verticale” e “Cerchi nell’acqua”.

Dopo i Legno, il gran finale è affidato a Finaz e a due inni capaci di scatenare qualsiasi pubblico come “Manifesto” e “Se mi rilasso collasso”, al funk scatenato di Simona Bencini (Dirotta su Cuba” e alla potente esibizione di Irene Grandi, che ha detto «Sono qui per dare il mio contributo con quello che so fare, ad una città che sento vicina e che mi ha dato tanto quando ho mosso i primi passi nella musica».

«Tutta la mia gratitudine ai musicisti che hanno suonato stasera e a quella grande persona che è Riccardo Onori – ha detto il sindaco di Prato Matteo Biffoni in chiusura – di solito andiamo noi ad aiutare gli altri, stavolta abbiamo avuto bisogno noi e sono orgoglioso di come abbiamo reagito. Con serate come questa diciamo che non ci siamo scordati e che continuiamo a tendere una mano».

Ma non è finita qui, perché come in ogni serata corale che si rispetti, tutti gli artisti salgono sul palco e insieme cantano “L’anno che verrà”, capolavoro di Lucio Dalla, un vero e proprio inno alla resistenza nei momenti difficili.