samuele bersani

“Non è bellissimo che ci si possa trovare sotto le stelle e non davanti a un monitor del piffero? Dopo l’anno nefasto che noi tutti abbiamo vissuto sono emozionato e “sorpreso” anche io di poter annunciare per questa estate una serie di concerti, un piccolo tour estemporaneo (…)”.

Questo scriveva Samuele Bersani sui suoi canali social un paio di mesi orsono, annunciando questo tour quasi improvvisato: il Tour Estemporaneo, appunto. Senza il tempo di preparare una scaletta vera e propria, incentrata sull’ultimo lavoro: quella sarà nei teatri a partire da dicembre 2021. Questa serie di concerti – che chiude a Prato con la la data del 31 agosto per il Settembre Prato è Spettacolo 2021 – è quello che un tempo si sarebbe chiamato un tour di “warm-up”. Di riscaldamento, in attesa di qualcosa di più definito. In questo caso, si tratta di un tour di ripartenza. Di ri-avviamento. Uno spettacolo per riprendere confidenza con le canzoni, e con il pubblico. Per quello i pezzi in scaletta del nuovo disco “Cinema Samuele” non saranno moltissimi: due, forse tre. Il resto viene attinto dal repertorio ventennale di Samuele Bersani. Per questo proviamo a indovinare in quali canzoni ci si potrebbe imbattere il 31 agosto prossimo, in una playlist divinatoria. Quali, e perché. Vediamo se ci azzecchiamo. Otto ipotesi.

Cattiva

L’Estemporaneo Tour è partito da Cogne. Cogne è stato teatro, all’inizio dei 2000, di quel fatto di cronaca da cui è scaturita, oltre che interi palinsesti televisivi forieri di plastici e criminologi, anche la canzone in questione sulla spettacolarizzazione del male. “Chiedi un autografo all’assassino, guarda il colpevole da vicino”.

Occhiali Rotti

“Ho lasciato la mancia al boia per essere sicuro che mi staccasse la testa in una volta sola.” La scrittura di Samuele Bersani non è mai rassicurante, anche quando si accompagna a musiche leggere e spensierate come questa. Anche qui si tratta di un pezzo di cronaca, l’uccisione del giornalista Enzo Baldoni in Iraq, con riferimenti tra le righe ad altri assassinii eccellenti. Per associazione di idee rispetto alla precedente.

En e Xanax

L’amore ai tempi degli psicofarmaci. Due benzodiazepine che diventano due personaggi di una storia d’amore. Un pezzo autobiografico: “Ci siamo incontrati un pomeriggio, e ci siamo raccontati molte altre cose. Ad esempio, lei mi ha detto: “Ti devo confessare che c’è stato un periodo della mia vita in cui facevo fatica a vincere l’ansia, soprattutto prima di dormire, quindi ho preso l’En”. Ho risposto: “Figurati, a me è successo lo stesso, solo che io prendevo lo Xanax”. Poi la sua battuta fulminante: “Allora io e te siamo En e Xanax”. È l’incontro tra Samuele Bersani e la sua fidanzata, musa di molte canzoni. È la storia di due mondi solitari che insieme scoprono di essere complementari e più forti.

Psyco

Per associazione di idee con la precedente. “Sono stato in cura per degli anni da un analista sordomuto / che mi aiutava con dei cenni e molta buona volontà a riprendermi dai traumi che avevo avuto”. Poi arriva l’analista logorroico, poi il percorso porta finalmente ad una via d’uscita. La psicanalisi rimane uno degli interessi principali del Bersani più profondo: è la fiducia nella sua riuscita che non è sempre presente.

Il pescatore di asterischi

Il testo è assurdamente felliniano: un pescatore di asterischi che sovrappone cielo e mare, che cerca di vincere un premio di poesia con un componimento chiamato “Apnea”. Una lei che si confonde con la sua calligrafia. Se cerchiamo di approcciarci in maniera analitica a questo testo siamo spacciati. Ma è un errore. La chiave ce la dà Bersani stesso, verso il finale: “Siamo giocolieri, non sprechiamo il tempo a cercare Il senso gravitazionale che non c’è”. Un flusso affascinante di parole.

Freak

Chi non ha mai avuto un progetto di esportare la piadina romagnola in India, o non ha mai meditato di iscriversi a un corso di campana tibetana? Chi non ha mai avuto una fidanzata fricchettona? Bellissima.

Giudizi Universali

Nel momento in cui l’ho scritta era evidente che avessi dei sassi da togliermi dalle scarpe. Perché non è una canzone d’amore: è una canzone di totale sfiducia, anche molto arrabbiata.” Una canzone di completa disillusione. “Potrei, ma non voglio fidarmi di te / io non ti conosco e in fondo non c’è / in quello che dici qualcosa che pensi / sei solo la copia di mille riassunti”. La storia è finita, è tutto chiaro, non c’è l’intenzione né la voglia di ricucire. Probabilmente il punto più alto della scrittura di Samuele Bersani.

Il mostro

Cominciò tutto così. Una canzone fatta sentire a Lucio Dalla, che lo colpisce fin da subito e che il cantautore bolognese inserisce in un suo disco dal vivo. Anche qui la morbosità dei giornalisti, l’attenzione dei media, a cui fa da contraltare l’innocenza e la paura di quello che dovrebbe essere Il Mostro peloso di un altro pianeta, Un po’ acerba nella costruzione, ma il complesso mondo di Samuele Bersani parte da qui.