Il mondo nuovo incontri sul settecento al museo del tessuto

La mostra “Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento Europeo” visitabile al Museo del Tessuto fino al 29 aprile 2018 propone a partire da ottobre una serie di eventi collaterali.

Si inizia con un ciclo di incontri dal titolo “Il Mondo nuovo. le radici illuministiche della modernità”. Quattro serate organizzate in collaborazione con la Società filosofica – sezione di Prato e con la Biblioteca Lazzerini che provano a leggere il Settecento non solo come il Secolo della Ragione ma anche come un periodo dedito alla leggerezza, alle arti e alla moda, denso di scoperte e voglia di bellezza. “Sarà un viaggio – racconta il professore Giuseppe Panella, curatore del ciclo di incontri – nel significato delle due parole che compongono il titolo della mostra”.

 

Tutti gli incontri iniziano alle 21.00 alla Bibloteca del Museo del Tessuto e sono a ingresso libero.

Si parte il 12 ottobre con “Libertini, avventurieri, viaggiatori: l’altra faccia del secolo dei Lumi”, conversazione con Giuseppe Panella e Silverio Zanobetti, direttivo SFI-Prato. “Si parlerà di figure come Giacomo Casanova, cavaliere di Seingalt o Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro” che hanno contribuito a creare il mito di un secolo nel quale le possibilità di emancipazione umana erano legate all’intraprendenza e al talento dei singoli. “Avventuriero – racconta Panella – per noi oggi è un termine negativo: allora era la regola, i salotti li accoglievano come portatori di cultura. Scopriremo cosa queste figure hanno portato alla società”.

Il 26 ottobre sarà la volta di “Prato città dei Lumi”: spazio ai pratesi illustri del Settecento nel campo della musica e della ricerca scientifica. Se ne parla con Walter Bernardi, storico della scienza e presidente della Fondazione Datini. Durante la serata ci saranno interventi musicali a cura della scuola di musica Giuseppe Verdi. “La città – continua Panella – è vissuta come una città medievale o quella degli stracci. In realtà il settecento è stato un periodo vivace, culturalmente parlando, per Prato. Basti pensare ai musicisti Zipoli e Becherini o al fatto che nel 1748 fu fondata una grande scuola di musica voluta dallo stesso comune. Sul fronte scientifico, invece, troviamo Gioacchino Carradori, maestro della biologia italiana, un personaggio che ha avuto un ruolo fondamentale nella teoria degli embrioni”.

A novembre sono in programma altre due serate. La prima, il 16 novembre, si intitola Il secolo educatore. Il Settecento è stato un momento storico che ha preferito il dibattito al conflitto, un periodo in cui le discussioni, i confronti anche aspri, c’è l’idea che un dibattito universale tra intellettuali  possa condurre all’apprendimento della verità. Protagonisti indiscussi i filosofi, figure come Voltaire, Jean-Jacques Rousseau e Denis Diderot di cui saranno letti alcuni brani.

“Il 700 voleva insegnare al genere umano a vivere, dove la ragione è l’arma che può far superare i conflitti. Le parole chiave di questo secolo sono due diritto – basti pensare a “Dei Delitti e delle pene” di Cesare Beccaria – e socievolezza, intesa come tolleranza tra gli uomini. I salotti davano il contributo maggiore scientifico e culturale alla società. Il settecento è, inoltre, un periodo femminile, dove le donne impongono il ritmo della vita, anche se con un ruolo occulto. Una figura interessante è madame Deffand, una donna che corrispondeva con grandi filosofi, con Voltaire, che si rivolgevano a lei per chiedere consiglio”.

Chiude il ciclo il 30 novembre la serata dal titolo “Il fascino indiscreto dell’esotismo” in cui si farà luce sulla passione per l’esotico e in particolare per le civiltà orientali diffusa nel Settecento. Grazie ad importanti studiosi la lingua cinese diventa accessibile in Occidente; i tessuti, le porcellane, le ceramiche, le spezie, le bevande si diffondono in Europa e diventano oggetto di
apprezzamento e ammirazione. Se ne parla con Giuseppe Panella e Daniela Degl’innocenti, curatrice della mostra Il Capriccio e la Ragione. Letture di Stefania Stefanin.

“Lo sviluppo – racconta Panella – e l’apertura di tratte verso l’est cambia il gusto della società, tra stoffe, ceramiche, manufatti. L’oriente diventa un mito: serve agli scrittori occidentali per parlare delle proprie contraddizione”.

Per maggiori informazioni
www.museodeltessuto.it