Premessa: “Zitti e mosca” di Alessandro Benvenuti è basilare per capire la fenomenologia della Festa dell’Unità (o democratiche) in Toscana.

1. Ricreativo e culturale:
Un buon mix di questi due elementi è sempre ben accetto, anche perché dopo una rosticciana e un bicchiere di rosso, non si vuol sempre sentire parlare di soluzioni per uscire da questa crisi o sugli interrogativi che deve porsi il Partito Democratico per sopravvivere nel periodo dell’anti-politica.

2. Da mangiare e da bere
Di vario genere: lo stand più gettonato è quello dove a fare da mangiare ci sono i consiglieri comunali (chissà perché, poi) o i dirigenti provinciali. Mangiare toscano, crostini e affettati, carne alla griglia o pizza. Nelle più popolose feste democratiche si trova anche qualcosa con il pesce. Sempre molto apprezzati gli stand che promuovono cucina spagnola, argentina o comunque latino americana. Da bere quindi vino rosso, birra, sangria.

3. Il ballo liscio 
Rigorosamente pista ampia, dove lo struscio d’annata è d’obbligo. Basi midi con complessino “Paolino e il suo sassofono” di turno, fa finta di suonare per ore ed ore senza stancarsi mai. Gli avventori conoscono in coppia soltanto tre o quattro passi, ma non disdegnano di scatenarsi in balli di gruppo come “I watussi”.

4. La musica dal vivo
Di solito nell’angolo dei Giovani democratici. Non sempre, ma gettonate sono le cover band “perché portano più gente” o qualche tributo a De André.

5. Le bandiere
Tante, mai abbastanza. Sono le prime ad arrivare sul luogo della Festa e le ultime ad andarsene

6. Le lotterie e i giochi a premi
Tappini colorati, giochi dei cigni da prendere con la canna, la pesca di beneficenza, per far divertire grandi e piccoli. Nelle feste più grandi si trovano anche mini luna park.

7. I bomboloni e le ciambelline
Tanti quanti le bandiere. Preferibilmente caldi.

8. La libreria
Perché la cultura fa buono, ma non disdegnamo di mettere in vendita anche libri di Fabio Volo. Si trova di tutto dal giardinaggio a Dostoevskij, dai libri per bambini a quelli di Matteo Renzi (non sempre…).

9. Un po’ di frescura
Dopo una giornata di lavoro con l’afa nelle ossa, è quello che ogni simpatizzante (ma anche no) del Partito Democratico si aspetta. La più gettonata in zona per questo è quella di Legri.

10. Le bancarelle
Mutande, tute, calzini, occhiali da sole “tarocchi” a pochi euro. Con la globalizzazione sempre presenti anche africani che vendono djambè o qualsiasi tipo di ammennicolo o collanina dal grande continente.