Il maniaco della piana è stato preso. L’uomo che girava su un van grigio chiaro, bazzicando di notte i luoghi preferiti dalle lucciole per poi dirigersi alle Bartoline di Calenzano o ad Ugnano, Scandicci, è in questo momento sotto interrogatorio. Avrebbe confessato.

Pare sia un idraulico, Riccardo Viti, 55 anni, di Firenze, sposato, colui che sceglieva con cura la sua vittima, prediligendo ragazze fragili e isolate, magari tossicodipendenti. Le preferiva perché difficilmente avevano un gruppo di colleghe a supportarle e raramente un magnaccia a controllarle.

La faceva poi salire in auto con aria calma e dimessa e prima ancora di arrivare a destinazione le chiedeva di spogliarsi. Fermata l’auto la invitava a scendere e la legava a un palo per i polsi. Quindi iniziavano le sevizie. Aveva una bauliera piena di pali di ogni dimensione con i quali sfogava le sue perversioni sulla ragazza immobilizzata. Finito, prendeva i vestiti e se ne andava, lasciandola lì nuda e sanguinante.

Lo avevano raccontato molte prostitute interrogate in questi giorni dagli inquirenti. L’identikit raccontava di un cinquantenne dall’aria mite che da anni agiva indisturbato. Era da molto, infatti, che fra le prostitute della Piana girava la voce di un pazzo da tenere d’occhio. Ma era una paura velata, tenuta sotto controllo: dopotutto le sue vittime erano sempre riuscite a salvarsi. Tutte, fuori che Andrea Cristina, 26 anni romena, madre di una bambina, uccisa a Ugnano la notte di lunedì 5 maggio.

E’ questo che ha stretto il cappio intorno al maniaco. Fino a quel momento si era sempre fermato in tempo e alla fine la violenza su donne di strada fa poca notizia. La morte di Cristina, invece, ha fatto precipitare gli eventi e messo fretta agli inquirenti. Ad aiutarli il fatto che già in tre casi – nel 2011, nel 2013 e nel febbraio del 2014 – erano state trovate tracce di Dna appartenenti alla stessa persona, e a dar loro il la per la perquisizione e il fermo dell’idraulico fiorentino è stato il risultato delle analisi sui reperti recuperati sulla scena del delitto di Ugnano. Il sospetto si è allora trasformato in certezza e il blitz ha fatto bingo: il mostro della piana esiste davvero, si chiama Riccardo e ora avrà quanto merita.

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